ROMA - Il giorno 22 dicembre 2003 RAI International – si legge in un comunicato RAI - ha ricevuto da
Telelatino una comunicazione con la quale l’emittente canadese
annuncia l’intenzione di voler cancellare dai suoi palinsesti l’intera programmazione fornita da Rai International a partire dal 24 dicembre.
A fronte dell’offerta inviata dalla RAI, che comprende 1500 ore annue dei vari generi (news, fiction, approfondimenti, varietà , programmi di servizio, etc.) a prezzi inferiori a quelli di mercato, Telelatino ha richiesto la concessione per trasmettere unicamente il TG1 delle ore 20,00, ogni giorno, e, la domenica e i giorni festivi, la Santa Messa. Richiesta accolta da RAI International.
E’ opinione di RAI International che quella di Telelatino sia una richiesta “al ribasso”, avanzata all’improvviso mentre era in corso una, sia pur complessa, trattativa tra le parti. Si tratta di una richiesta che svela ancora una volta il modo contraddittorio con cui Telelatino ha gestito l’intera vicenda: un modo che esaspera la situazione e danneggia ulteriormente la comunità italiana.
L’obbiettivo di Rai International resta ancor di più quello di ottenere la licenza per un canale 24 ore in Canada, pur lasciando la massima disponibilità dei suoi programmi sul mercato canadese.
La richiesta , come si sa,è stata già presentata da alcuni mesi e si attende la decisione dell’organismo canadese deputato al rilascio delle licenze la CRTC.
Un po’ di storia sulla vicenda
Rai International ha regolarmente presentata la richiesta per l’autorizzazione all’ente canadese preposto, la CRTC, una volta scaduto il contratto con TELELATINO.
Il 1 novembre 2003, oltre 2.500 persone hanno dato vita ad una manifestazione senza precedenti nella storia della Comunità italiana in Canada, per sensibilizzare la CRTC (Autorità canadese che regola il sistema delle comunicazioni), alla concessione della licenza a Rai International di trasmettere in Canada come in tutto il mondo 24 ore su 24. Il messaggio è stato chiaro e senza equivoci: la Comunità Italiana tutta dice basta a questa discriminazione e chiede di poter ricevere i programmi della televisione italiana direttamente dall’Italia, senza manipolazioni e senza censure.
Ogni giorno in Canada si ricevono 24 ore su 24 le emissioni della televisione francese "RFO", della televisione britannica "BBC" di quella tedesca "Deutsche Wellw", di quella polacca "TV Polonia", ma non è possibile ricevere le emissioni della televisione italiana, perché? Questa domanda la Comunità italiana in Canada ha voluto fare alla CRTC e al Governo canadese, con la manifestazione del 21 novembre 2003.
Donne, uomini, giovani e meno giovani, avvolti nello sventolio di migliaia di bandiere del Canada, del Quebec e dell’Italia, si sono riuniti per chiedere a gran voce il riconoscimento del loro diritto a preservare la loro cultura di origine. Abbiamo presentato nella capitale canadese – affermò in quella occasione il Presidente dei Comites Rapanà - i nostri valori e la nostra cultura. Per tre ore ai funzionari federali che si affacciavano stupiti dagli Uffici che danno su Promenade du Portage, una delle vie principali della capitale canadese, appariva un tappeto di bandiere dei due paesi, mentre dal bravissimo coro del gruppo folcloristico Abruzzese (AFA) di Montreal si levava l’inno di Mameli e l’inno nazionale canadese.
Una delegazione fu ricevuta dal Direttore esecutivo della CRTC che affermò che mai nella capitale si era svolta una manifestazione del genere e “che l’esame del voluminoso dossier sulla Rai – dichiarò nell’occasione - sta per essere concluso e la CRTC deciderà in modo autonomo e indipendente, quando dare una risposta alla domanda”.
Ma noi sappiamo anche – affermò sempre Rapanà in quella circostanza - che una decisione così importante, che incide direttamente sul benessere degli italo-canadesi non può prescindere dalla volontà politica: Parlamento e quindi il Governo canadese. Il nuovo Primo Ministro Paul Martin, al quale la Comunità italiana è molto legata, non potrà certamente ignorare che da La Salle, suo collegio elettorale, sono pervenute circa ventimila firme sulla petizione a sostegno della Rai in Canada, e lo ha potuto costatare anche di persona, il 12 ottobre scorso, quando oltre quattromila italo-canadesi, al seguito della Senatrice Marisa Ferretti Barth, hanno sfilato per le vie di La Salle per ricordare il "Columbus day".
In quella occasione il giornalista Cristiano de Florentiis, inviato della Rai in Canada, rivolse al prossimo Primo Ministro la seguente domanda: Rai International ha fatto richiesta alla CRTC di poter trasmettere il suo canale 24 ore su 24 anche in Canada. Lei è favorevole a tale richiesta? La risposta dell’on. Paul Martin fu la seguente: Come lei sa, adesso é l’agenzia CRTC che prenderà questa decisione. Le posso dire comunque che la televisione italiana è molto importante e tutti i nostri membri del parlamento la sostengono; ha un sostegno enorme. Ovviamente ha anche un appoggio straordinario tra la gente. Quindi spero tantissimo che tale decisione sia favorevole.
Sulla stessa lunghezza d’onda sono i numerosi deputati federali che hanno scritto al CRTC e tra questi ricordiamo: Massimo Pacetti, Liza Frulla, Yvon Charbonneau, Carole-Marie Allard, Nick Discepola, Eleni Bakopanos, Marlene Jennings, Mac Harb che hanno nei loro rispettivi collegi migliaia e migliaia di cittadini canadesi di origine Italiana che hanno firmato la petizione.
Fino ad oggi non è successo ancora nulla e si è sempre in attesa della decisione della CRTC