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15 gen 2005GIUSTIZIA / Inaugurato l’anno giudiziario in Cassazione. Favara: L’Italia è sorvegliata speciale in Europa Il processo penale resta il malato terminale della giustizia italiana.

(Italia Estera) - ROMA - La riforma dell'ordinamento giudiziario da sola non basta a sanare la situazione della giustizia italiana, che ormai è un sorvegliato speciale a livello europeo.

E' quanto dice il procuratore generale della Cassazione Francesco Favara (nella foto) nella relazione sull'amministrazione della giustizia nel 2004, che è stata presentata in Cassazione davanti al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi , al premier Silvio Berlusconi e ad altre autorità , in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario.

Il processo penale resta il malato terminale della giustizia italiana. Scoraggianti i dati esposti dal Pg della Cassazione Francesco Favara che evidenzia come per un procedimento la durata media sia di 1623 giorni in aumento rispetto al 2002. Favara denuncia inoltre i troppi ricorsi a processi col risultato di allungarne i tempi e di correre il rischio della prescrizione "a causa delle nuove leggi". Ad oggi sono quasi 9 milioni i processi pendenti.

La lunghezza del processo - dice Favara "si snoda nelle fasi delle indagini preliminari, dell'udienza preliminare, del giudizio di primo grado in tribunale e di quello d'appello, la durata media è di 1623 giorni, rispetto ai 1.582 giorni del periodo 1 luglio 2002- 30 giugno 2003 (qualora si tenga conto dell'eventuale giudizio della Cassazione, occore aggiungere ulteriori 218 giorni)".

Secondo Favara, inoltre, "si assiste in tanti casi ad un abuso del processo". C'è una tendenza secondo la quale "si e' proceduto nella linea di portare davanti al giudice ogni tipo di controversia, senza considerare che troppi processi provocano ritardi e disfunzioni, anche in sede di esecuzione".
Di qui la preoccupazione della Procura della Suprema Corte secondo la quale "la lunghezza eccessiva dei giudizi e i suoi costi elevati possono determinare una 'fuga' dal processo, come forse e' confermato dal minor numero di nuovi processi che si e' registrato lo scorso anno".

Secondo il procuratore generale della Cassazione "la sola riforma dell'ordinamento giudiziario - pur necessaria, a prescindere da ogni valutazione sul suo contenuto - non e' assolutamente sufficiente".
Di qui il monito di Favara al Legislatore, al quale "e' affidato il difficile compito di trovare un nuovo punto di equilibrio fra le due esigenze apparentemente contrapposte: garanzie ed efficienza". Un compito importante, secondo Favara, "anche al fine di porre termine ad una situazione ormai insostenibile che, a livello europeo, ci vede permanentemente sotto preoccupata osservazione".

Per quanto riguarda la giustizia civile, un processo puo' durare anche 1.550 giorni. Dal 1 luglio 2003 al 30 giugno 2004, rileva Favara, sono stati definiti complessivamente 1.793.139 processi civili di primo grado (dei quali 843.424 dai giudici di pace e 949.715 dai tribunali) a fronte dei 1.885.284 processi che erano stati complessivamente definiti nei dodici mesi precedenti (827.820 dai giudici di pace e 1.057.464 dai truibunali).

Secondo il pg della Cassazione, dunque, dai dati del ministero della Giustizia emerge che 'la produttivita' e' rimasta pressoche' invariata'. Analizzando i numeri, Favara evidenzia che 'vi e' stata una diminuzione del numero dei procedimenti definiti da parte dei tribunali (pari al 10,2%), a fronte di un lieve aumento della produttivita' da parte dei giudici di pace (pari all'1,9%).

 



 
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