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17 gen 2005MOSTRE – A Venezia chiusa la mostra su Dalì. Andrà al Philadelphia Museum of Art dal 16 febbraio

 

VENEZIA - La mostra a Palazzo Grassi dedicata a Dali' ha chiuso i battenti. Le 344 opere in rassegna sono state viste da oltre 237 mila persone. La mostra celebrativa del centenario del pittore spagnolo era stata inaugurata il 10 settembre 2004 alla presenza dei reali di Spagna. Come seconda sede internazionale la rassegna Dali' sara' esposta al Philadelphia Museum of Art negli Stati Uniti a partire dal 16 febbraio.

I temi della mostra

Dalí è un artista controverso, probabilmente l’artista più noto e popolare del XX secolo e al tempo stesso quello trattato spesso con leggero distacco da critici e storici dell’arte, per l’aura venale con la quale ha voluto rivestire la sua immagine, che portò Breton ad anagrammarne il nome in “Avida Dollars”.

Dalí stesso contribuì a creare una specie di dicotomia tra i due periodi della sua produzione, uno precedente ai suoi anni americani e uno successivo.

Questo spartiacque coincise con la sua espulsione dal movimento surrealista e con la pubblicazione della sua Vita Segreta.

Ma questo “secondo periodo” che va dal momento in cui Dalí si recò in esilio negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale al 23 gennaio 1989, quando Salvador Dalí passò a miglior vita, fu un periodo di circa quarant’anni, che tradotti in termini artistici sono circa metà della sua carriera e nei quali a ben guardare egli non ruppe in maniera così palese con il suo stile precedente.

La retrospettiva ufficiale, organizzata in occasione del centenario della nascita, si propone di fare il punto su tutta l’opera di Salvador Dalí, analizzando e valutando il suo percorso artistico dalle origini all’ultimo periodo, essenzialmente analizzando l’opera pittorica, tanto di grande formato quanto di formato minuto, ma con incursioni anche entro le altre attività di Dalí, che fu certamente non solo un pittore, ma anche uno scultore e uno scrittore, un incisore e un regista cinematografico, un inventore di oggetti e uno scenografo, ed esplorando inoltre il suo metodo paranoico-critico, con il quale si staccò dall’automatismo caro all’ortodossia surrealista, e affrontò temi pregnanti della esistenza umana quali la mente dell’uomo e la struttura fisica dell’universo, i quanti e la teoria della relatività, unendo in questo suo intento anche i temi cari alla religione cristiana, che vennero da lui reinterpretati e tradotti nel suo tanto singolare lessico artistico.

Emerge dalla mostra l’immagine coniata da Georges Mathieu, che definì Salvador Dalí più importante come genio cosmico che come pittore.




 
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