(Italia Estera) - WASHINGTON - Con un 'inno alla liberta'', il presidente Bush ha oggi inaugurato il suo secondo mandato in una Washington blindata. Nel suo discorso, durato una ventina di minuti e scandito da molti applausi, Bush non ha fornito dettagli sul programma e non ha palato dell'Iraq. Nella folla, dove abbondavano le pellicce ed i cappelli texani, sono riusciti ad intrufolarsi anche alcuni dimostranti che hanno urlato slogan pacifisti, ma sono stati subito portati via dalla polizia, mobilitata in forze. Grandi applausi per Condoleezza Rice , superstar e per Bush senior.
George Bush ha giurato per il suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti, con la mano sinistra poggiata sulla Bibbia e la destra alzata, di fronte al presidente della Corte Suprema, l'anziano William Rehnquist, visibilmente malato di cancro ma che non ha voluto rinunciare alla cerimonia.
Il testo del giuramento pronunciato da Bush e' molto breve ed e' quello prescritto dalla Costituzione: 'Giuro solennemente che esercitero' lealmente le funzioni di presidente degli Stati Uniti e faro' il possibile per preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti'. Prima aveva giurato il vice presidente Dick Cheney. George Bush e' il 43esimo presidente degli Stati Uniti, il 16esimo a giurare per un secondo mandato.
Nel suo discorso di insediamento, il secondo, George Bush si e' presentato all'America e al resto del mondo come un paladino della liberta', 'unica risorsa contro la violenza e l'odio'. 'Il nostro obiettivo ultimo e' quello di mettere fine alla tirannia' ha affermato in un discorso in cui ha teorizzato la necessita' di allargare al resto del mondo la religione della liberta', fondamento stesso della creazione degli Stati Uniti. Una necessita' segnata anche dal 'piu' solenne dovere del presidente, proteggere l'America'. 'La sopravvivenza della nostra liberta' dipende dal successo della liberta' in altri paesi' ha aggiunto il presidente che ha iniziato il suo discorso ricordando gli attacchi dell'11 settembre.
'La storia ha una direzione visibile che e' indicata dalla liberta' ha detto ancora Bush nel discorso in cui ha ripetuto 27 volte la parola senza mai fare un riferimento esplicito all'Iraq o all'Afghanistan. E la ricerca di un giudizio della storia - tradizionale atteggiamento dei presidenti americani arrivati al secondo mandato - e' stato evidente nelle domande retoriche che Bush ha rivolto durante il suo discorso: 'La nostra generazione ha aiutato l'avanzamento della causa della liberta'? E abbiamo portato il nostro personale contributo a questa causa?'.
Bush ha tracciato le linee guida della prossima politica estera americana, fondata sul principio che 'nessuno nel mondo puo' essere schiavo' di regimi che negano la liberta' perche’ 'non c'e' giustizia senza liberta', non ci sono diritti umani'. Il presidente - che ha lanciato due guerre durante il suo primo mandato ed e' stato messo sotto accusa dalle organizzazioni per i diritti umani per le detenzioni di Guantanamo e lo scandalo delle torture ad Abu Ghraib - e' stato molto attento ad affermare che l'esportazione della liberta' non e' 'un compito principalmente delle armi', ma ha chiaramente fatto riferimento alla forza morale e all'influenza dell'America. 'L'America - ha detto - non ha un'influenza illimitata, ma e' considerevole e noi la useremo tutta per la causa della liberta'.
Attilio Pisani