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27 gen 2005GIORNO DELLA MEMORIA: L’allarme di Ciampi al Vittoriano

 

(Italia Estera) ROMA  - Ciampi lancia l'allarme contro la rinascita dei fenomeni di discriminazione razziale e individua l'Europa come strumento per fermarli. Il presidente, che stamani ha celebrato la Giornata della memoria al Vittoriano, ha poi aggiunto che le 'leggi razziali fasciste del '38 segnarono il piu' grave tradimento del Risorgimento e dell'idea stessa della Nazione italiana'.

 

 Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo sottolinea ricordando al Vittoriano la Shoah nella 'Giornata della Memoria'. Un nazione, aggiunge, "al cui successo gli italiani di origine ebraica aveva contribuito in modo determinante, da Daniele Manin a Ernesto Nathan, primo sindaco di Roma".

 

'Fu Resistenza vera!'. Cosi' il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha commentato la motivazione con la quale una sala del Vittoriano (nella foto) e' stata dedicata questa mattina, in occasione della 'Giornata della Memoria', ai 650.000 militari italiani internati nei lager nazisti, 60.000 dei quali non tornarono vivi in Italia.

 

Il capo dello Stato esorta: "La memoria è il filo che deve legare le generazioni, tracciando un percorso nella coscienza collettiva, perché ognuno impari a combattere l'indifferenza, a ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per costruire una società fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano. Perchè non possa mai più accadere ciò che allora è accaduto".

 

Ecco allora che "la Giornata della Memoria è un momento formativo importante per le giovani generazioni: invita a non dimenticare, affinchè la tragedia non possa mai ripetersi".

 

Il Presidente cita poi una frase di Primo Levi -'Nell'odio non vi è nulla di razionale ma, se comprenderlo è impossibile, conoscerlo è necessario perché ciò che è successo può ricominciare'- per ribadire che "questi terribili eventi hanno temprato l'identità della nostra Nazione, lasciando una traccia indelebile nella coscienza collettiva".

 

"Dobbiamo imparare a vivere -ha aggiunto poi il Ciampi- in una società multiculturale e multietnica. Questo comporta non solo l'accettazione e il rispetto di cultura diverse ma anche il riconoscimento della loro identità, nella quotidiana ricerca di dialogo e di comprensione, in una prospettiva di reciproco arricchimento".

 




 
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