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27 feb 2005Il debutto delle "Sanguinelle" a New York

(Italia Estera) - NEW YORK - Trovato in Sicilia l’”elisir di lunga vita”? Pare di sì, stando ad una conferenza stampa che si è svolta in questi giorni al primo piano del Jolly Hotel/Madison Towers, con al pianterreno un magnifico carretto sicliano, autentico, e, al loro debutto a New York City delle arance sanguinelle, chiamate anche “tarocchi”.

I componenti la commissione che sedeva al tavolo d’onore, di fronte a una sala gremita in ogni ordine di posti, con molti ascoltatori in piedi, era composta da funzionari statali, come il dr. Roberto Luongo, direttore dell’”ICE”, Istituto Commercio Estero di New York, il dr. Daniele Bosio, vice console d’Italia a New York, Celso Paganini della “Paganini Foods” di Harrison (contea del Westchester), che importa ortofrutticoli dall’Italia e li distribuisce in tremila punti di vendita sparsi per tutti gli Stati Uniti. L’Alasca, che le ha richieste, “arrossirà” quanto prima. Le sanguinelle sono state promesse anche ad Anchorage da Celso Paganini.

Grazie alla “Paganini Foods”, che ovviamente ci richiama il grande virtuoso del violino ed i suoi celeberrimi “Capricci”, potremo fare capricci anche a tavola, senza dovercene pentire purchè, giunti alla frutta, mettiamo in bocca spicchi di “tarocchi”. Le arance siciliane, uniche al mondo, contengono antiossidanti (valori naturali anti-colesterolo) ed anticianine (elementi preziosi per rallentare il processo di invecchiamento). La cianosi è il grido di allarme dell’organisno, che si rileva constatando la colorazione violacea della pelle e delle mucose, segno rivelatore di disfunzioni cardiache o d’intossicazioni.

Tali virtù delle arance rosse le ha rivelate l’assessore Ignazio Gambino, che rappresenta l’agricoltura catanese. Il dottor Gambino ha spiegato che il colore sanguigno dei “tarocchi” è dovuto alla “escursione termica” tra il caldo ed il freddo cui le arance vanno soggette mentre sono appese all’albero, appunto per l’alternarsi del caldo e del freddo, molto rilevante in quel di Catania, dove le sanguinelle crescono, per la vicinanza con l’Etna, il vulcano più alto d’Europa (3263 m.l.m.), il cui nome, dal greco, significa: “Brucio”.

Il dottor Gambino ha fatto rilevare che l’Etna, vulcano sempre attivo, dalle eruzioni frequenti in ogni stagione, proprio in questi giorni è

in eruzione da una delle sue bocche. Per il resto è coperto di una spessa coltre di neve: da qui l’escursione termica di cui ha fatto cenno. Gambino ha detto inoltre che  le arance della zona etnea crescono praticamente su terreno lavico, ricchissimo di tanti fattori che rendono speciali le piante coltivate nel suo ambito. Per la coltivazione, però, bisogna attendere che il manto di lava invecchi. Invecchiando, in un lasso di tempo piuttosto lungo, si riduce in briciole, ma l’attesa viene poi ripagata ad usura dal frutto.

L’aratro, scavando, forma dei solchi tipici delle pendici del vulcano. I componenti chimici del materiale lavico passano quindi alle piante coltivate, che assumono sapori fortissimi.

Da notare che le arance devono essere staccate dall’albero a maturazione avvenuta, per loro è necessario tutto il sole che possono assorbire perchè i valori contenuti “in nuce” al germoglio raggiungano l’acme.

Lo stesso dicasi dell’uva. Difatti, in Sicilia la vendemmia si fa solo e soltanto agli inizi dell’autunno, quando tutto il calore solare è stato assorbito e lo zucchero contenuto negli acini è venuto a maturazione.

Spesso, nei supermercati USA, si trova dell’uva importata dal Cile, dove per anticipare i tempi la raccolgono prima del tempo, ignorando che l’uva non continua a maturare dopo il distacco dalla pianta, come l’altra frutta (le nespole, ad esempio), per cui a perdere sono l’importatore ed il consumatore.

La “Paganini Foods”, però, la sa lunga, e ce ne assicura Sandy Auriti, che è stata la coordinatrice della conferenza stampa, oltre ad essere “braccio destro” di Steve Acunto, l’industriale che è da qualche anno anche vice console onorario italiano a White Plains, competente per quasi tutto il bacino dell’Hudson.

A dimostrazione palmare delle vrtù del tarocchi, il dottor Ignazio Gambino ha portato con sè una ultracentenaria: Alfonsina Infuso, prova lampante con i suoi 106 anni suonati. Per tutta la sua vita la signora Infuso ha voluto a colazione, pranzo e cena unicamente arance sanguinelle, favorita dal fatto di essere nata e cresciuta laddove nel territorio in cui la pianta produce meglio.

Alla conferenza ha dato il benvenuto il dottor Daniele Bosio, vice console d’Italia a New York, e con lui anche il dottor Roberto Luongo, direttore dell’Istituto Commercio Estero, il cui ufficio è alla 67.ma Strada, angolo Park Avenue, ad un tiro di schioppo dal Consolato Generale e dall’Istituto Italiano di Cultura di New York.

  

                                      Antonino Ciappina America Oggi/Italia Estera

 

 




 
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