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20 apr 2005Governo, Berlusconi si è dimesso. Da domani Ciampi inizia le consultazioni

 ROMA – (Italia Estera) - Silvio Berlusconi si è dimesso. Il presidente del Consiglio dopo aver riferito in Senato, e dopo aver presieduto un Consiglio dei ministri lampo, è salito al Colle per consegnare il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica Ciampi, che come la prassi impone, ha accettato le dimissioni con riserva e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Il Capo dello Stato procedera' alle consultazioni, che avranno inizio domani giovedi' 21 aprile 2005 alle ore 9.30. E' quanto si legge in una nota del Quirinale. Il premier: ''Posso dirlo, perche' me lo ha comunicato il capo dello Stato: le consultazioni si apriranno giovedi' mattina per concludersi venerdi' a mezzogiorno''. Berlusconi ha anche chiarito che non ci sarà alcun vertice di maggioranza.
Dimissioni e apertura formale della crisi era il programma già definito al momento dell'intervento di Berlusconi al Senato: ''Non mi posso sottrarre'', ha ammesso. Poi un nuovo Governo e nuovo programma per dare una risposta al paese. ''Ho compreso il segnale di disagio che è arrivato dalle elezioni Regionali. Il governo è qui per dare una risposta politica'', ha detto il premier nell’introdurre le sue comunicazioni a Palazzo Madama. Il pemier ha aggiunto:''Serve un nuovo Governo per dare una risposta al paese. Un obiettivo che unisce l'intera maggioranza. Ed è con questa stessa coalizione che arriveremo fino alla fine della legislatura''.
Le direttrici su cui intende muoversi il Cavaliere  sono chiare. ''Sono assolutamente fiducioso che questo momento di difficolta' possa essere superato. Ora per rilanciare la nostra azione e' mia intenzione aggiornare il nostro programma, accrescendo i nostri sforzi per difendere il potere di acquisto delle famiglie, per sostenere le nostre imprese, per imprimere un rinnovato e deciso sviluppo al nostro Sud. Per questo intendo rafforzare la compagine del governo, ma e' anche necessario, soprattutto, dare nuovo slancio e nuova coesione ai nostri partiti, anche trasformando la nostra alleanza di oggi per dare un futuro stabile e sicuro a questa nostra decennale storia politica''.
Le tappe per l'apertura ''formale'' della crisi sono quelle previste dall'attuale Costituzione. ''Ora non mi posso sottrarre al passaggio - ha detto il presidente del Consiglio - attraverso una crisi formale di governo. Con questo spirito ho convocato un consiglio dei Ministri per poi recarmi subito dopo dal capo dello Stato. Grazie a tutti dal profondo del cuore''.
Nel corso del suo intervento il premier ha rivendicato con ''orgoglio'' quanto fatto finora: ''Io ritengo che dobbiamo essere orgogliosi per quanto abbiamo fatto in questi 4 anni di governo, gli anni piu' difficili nella storia del mondo. Abbiamo fatto in modo che l'Italia abbia avuto una guida sicura''.
Il ''grazie a tutti dal profondo del cuore'' con cui il Cavaliere ha chiuso il suo intervento è stato salutato da un lungo applauso dei senatori del centrodestra. Subito dopo, il presidente del Senato, Marcello Pera ha sospeso la seduta ''in attesa delle determinazioni del presidente Ciampi''. Pera si e' poi riservato di ''comunicare ai capigruppo quanto stabilito in ordine alla ripresa dei lavori''. All'uscita di Palazzo Madama il Cavaliere ha poi detto - relativamente al possibile accordo sulla conferma del ministero per le Riforme a un esponente della Lega Nord - ''Non siamo ancora entrati nel vivo delle cose''.
Si profila dunque un Berlusconi bis. Ma sui nomi della lista dei ministri il presidente del Consiglio non si sbilancia, nonostante abbia già la ''lista in testa e non in tasca''. E aggiunge: ''Adesso e' troppo presto per accennare ai responsabili dei singoli ministeri. Dico solo che a questo momento non mi paiono esistere problemi difficili da superare''. 
''Le dimissioni del governo sono un atto dovuto perché nel 2001 i cittadini italiani avevano affidato le responsabilità di governo al centrodestra e dopo quattro anni gli stessi cittadini con il loro voto hanno ritirato la fiducia''. Lo dichiara il leader dell'Unione Romano Prodi ai cronisti, convocati nel suo ufficio di Strada Maggiore a Bologna, commentando le dimissioni del premier Silvio Berlusconi. ''Abbiamo bisogno di un governo che governi e questa maggioranza davvero non mi sembra in grado di garantire quella forza di governo di cui abbiamo bisogno'' mentre, secondo il Professore, il premier ha espresso ''sostanzialmente, un unico concetto: la volontà di durare''.
''Domani andrò dal capo dello Stato a esporre le mie preoccupazioni in campo economico, politico ed esprimerò a nome di tutta l'Unione'', annuncia Prodi. ''Ci sarà una delegazione 'Uniti nell'Ulivo' e gli altri partiti dell'Unione andranno separatamente in delegazione. Io farò le dichiarazioni''. ''Questa è la linea -conclude- che io porto''.
''Un discorso deludente ed elusivo''. Così il segretario dei Ds Piero Fassino definisce il discorso alle Camere di Berlusconi. Secondo Fassino la delusione sta nel fatto che da parte di Berlusconi non c'è stata ''nessuna seria analisi della sconfitta, nessuna seria indicazione di come si intenda cambiare strada. Non ci siamo proprio''. ''Se l'intenzione è di fare un governo fotocopia, meglio dare la parola agli elettori''.
Il leader della Margherita Francesco Rutelli è convinto che il Berlusconi bis sarà un governo solo per arrivare alla fine della legislatura ma che non sarà affatto in grado di risolvere i problemi del Paese. ''Piuttosto che un'agonia che fa male al Paese meglio rivolgersi al giudizio degli elettori'', sostiene Rutelli. Francesco Rutelli parteciperà alle consultazioni del capo dello Stato con la delegazione dell'Ulivo, guidata da Romano Prodi, si legge in una nota della Margherita.
Per il presidente dei senatori della Margherita Willer Bordon il discorso del premier al Senato è ''privo di ogni spessore''.
''Se riuscirà un governo fotocopia sarà sicuramente peggiore di quello precedente''. E' il commento del presidente dello Sdi Enrico Boselli che sottolinea come ''sarebbe stato davvero meglio che tutti avessero preso consapevolezza della realtà e si fosse imboccata con chiarezza la strada delle urne''.
Il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio definisce il discorso di Berlusconi ''arrogante e autoritario''. Il premier, secondo l'esponente dei Verdi, ha ''offeso la Costituzione e dimostrato uno scarso senso delle istituzioni e poco rispetto per il presidente della Repubblica''.
In linea il commento di Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione. ''Una sceneggiata, quella di Berlusconi, che si è rivelata dannosa e mortificante per il Paese e le istituzioni''. Secondo Bertinotti, ''di fronte a questa ennesima manifestazione di irresponsbilità, l'unica strada non può che essere costituita dal ricorso alle elezioni anticipate''.
 



 
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