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11 mag 2005Forum Pa: Roma, convegno su 'Gli italiani all'estero'

   
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 ROMA - (Italia Estera) -  'Gli italiani all'estero: un patrimonio nazionale', è il titolo del convegno svoltosi questa mattina alla Fiera di Roma nell'ambito del Forum della Pubblica Amministrazione.
Al convegno, organizzato dal Dipartimento per gli Italiani nel Mondo e moderato dal giornalista televisivo Gianni Bisiach, hanno partecipato numerose personalità del mondo politico, imprenditoriale e culturale.
Tra gli intervenuti Sandro Siggia, vicedirettore generale per gli Italiani all'estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri che ha parlato degli italiani all’estero . E’ partito da lontano descrivendo, anche da un punto di vista storico, le caratteristiche e  dei 4 milioni di nostri connazionali che vivono al di fuori delle frontiere italiane e 40/50 milioni di oriundi.
Sulle prime generazioni di italiani emigrati – ha spiegato Siggia – si è concentrato il peso maggiore delle difficoltà, costituito dai disagi dell’insediamento in Paesi di lingua diversa e diversi dall’Italia per mentalità ed abitudini. Ma grazie agli inenarrabili sacrifici di questi connazionali la nostra collettività si è guadagnata la stima di cui oggi gode all’estero”. Erano connazionali partiti dall’Italia con forti handicap, tra cui la poca  frequenza scolastica , ma che ha trovato forme di aggregazione, soprattutto nei circoli ed associazioni di carattere regionale, in quelle di mutuo soccorso e nelle formazioni politiche e di partito italiane.
C’è poi per Siggia un secondo gruppo di italiani all’estero che si va ad aggiungere a questo di prima generazione, una collettività nata nel Paese di accoglienza e che si affaccia al mercato del lavoro dopo un curriculum scolastico in lingua locale. Questo secondo segmento rivela necessità ed esigenze in gran parte diverse da quelle che hanno caratterizzato l’ingresso nel tessuto economico e sociale di chi li ha preceduti. Questa é la generazione che è nata all’estero, parla la lingua del Paese che li ospita ed ha acquisito abitudini e stili di vita. Anche qui ci sono molti handicap che dipendono dalla limitata cultura dei genitori e  dal sistema scolastico di alcuni Paesi di accoglienza. Un gruppo che però riesce a superare le difficoltà allargando con grande rapidità le loro attività nel terziario, nei servizi e nel settore della piccola imprenditoria. Per Siggia  è proprio questo  gruppo  che si allontana dall’associazionismo legato ai temi di carattere regionale, assistenziale e partitico, caro ai loro padri. Sono quelle persone che riescono ad entrare nelle formazioni politiche locali e conquistano seggi nelle elezioni amministrative e politiche del Paese ospite.
Il Vice Direttore generale per gli Italiani all'estero e le politiche migratorie del ministero degli Esteri ha proseguito nella sua analisi molto circostanziata spiegando che ci sono altri due gruppi di italiani all’estero: le nuove leve di lavoratori italiani che rappresentano una categoria di forza lavoro, flessibile, relativamente scolarizzata e specializzata, pronta a ripartire per un altro Paese o a rientrare in Italia. Il secondo  e quello dei professionisti, dei professori universitari, degli scienziati, dei bancari, dei dirigenti d’azienda. Connazionali che per scelta professionale prestano la loro opera all’estero. Costoro raramente fanno parte di quei processi associazionistici o di rappresentatività che coinvolgono il resto delle nostre collettività. È per questo che i Comites ed il Cgie per loro non hanno specifiche valenze.
“Guardando al futuro – si è chiesto dunque Siggia - in che modo dobbiamo muoverci perché gli sforzi sinora compiuti per costituire centri di aggregazione e rappresentatività non vengano vanificati? e per non perdere l’immenso patrimonio culturale, sociale, economico che i nostri connazionali all’estero rappresentano?
Molteplici le risposte fornite. Innanzitutto bisogna creare le condizioni perché le collettività all’estero possano partecipare a pieno titolo alla vita politica italiana. Dimostrare che il Paese si interessa a loro e che abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri degli italiani che vivono in Italia. Per Siggia bisogna che ci sia in Italia  una maggiore conoscenza del fenomeno migratorio e dei suoi molteplici aspetti.
In ultimo ha affrontato il problema della lingua italiana: bisogna dedicare maggiori energia e mezzi affinché le nostre collettività non perdano l’uso della lingua italiana che secondo Siggia  costituisce un fortissimo fattore di appartenenza.
“Infine si è augurato che l’associazionismo sia  inteso come indispensabile strumento di aggregazione che, oltre al carattere regionalistico ed assistenzialistico, comprenda  sempre più aspetti dell’economia, delle professioni e  della cultura.
Tra gli intervenuti anche il viceministro dell'Economia e delle finanze Mario Baldassarre che ha dato atto al ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, di aver per primo intuito le grandi potenzialita' della comunita' italiana nel mondo: ''L'Italia ha un gigantesco pozzo petrolifero, una gigantesca riserva di energia e materie prime che non riesce a sfruttare e a mettere in sinergia: sono - ha affermato - i 60 milioni di persone di origine italiana nel mondo''.
Di qui ''l'importanza della 'rete', del 'fare squadra''', anche perche' i dati strutturali dell'economia non fanno presagire un futuro particolarmente roseo per l'Italia e per l'Europa nel rapporto con gli altri continenti: ''l'America -rileva Baldassarri- cresce il doppio dell'Europa, l'Asia cresce quattro volte l'Europa''. Se il fenomeno proseguira' anche nei prossimi anni, ''tra il 2012 e il 2015 l'Europa sparira' dal G7, che sara' composto dalla Cina, dagli Stati Uniti, dall'India, dalla Russia e dal Giappone, con Inghilterra, Francia, Spagna e Brasile a contendersi il sesto e il settimo posto''. Ecco perche' e' importante valorizzare la risorsa rappresentata dagli italiani all'estero.
Il presidente della societa' Dante Alighieri ambasciatore Bruno Bottai ha rilevato che i  circa 400 comitati all'estero della societa' Dante Alighieri sono un osservatorio privilegiato per constatare un fenomeno di crescente attenzione alla lingua italiana, soprattutto tra i giovani. Con la recente riforma legislativa, promossa da Tremaglia, che ha riconosciuto il diritto di voto degli italiani all'estero e il progressivo consolidamento del 'sistema Italia' al di fuori dei confini, si rafforza il legame fra la madre patria e gli italiani all'estero, che si sentono a tutti gli effetti parte di un progetto che li coinvolge direttamente'' nella consapevolezza che rappresentano una grande risorsa e una grande ricchezza per tutti gli italiani
Barbara Ensoli, Dirigente di Ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità,  da parte sua, ha presentato il progetto cui lavora da ormai dieci anni, “Sviluppo di un vaccino contro l’HIV/Aids”, illustrandone esiti e successi. Tra i siti clinici citati dalla ricercatrice, anche l’ospedale San Gallicano, “centro importantissimo perché riferimento delle popolazioni immigrate, quindi target delle distribuzione medicinale”. Per portare avanti il progetto dell’Istituto Superiore di Sanità, “occorrono – secondo la ricercatrice - progetti nazionali ed internazionali di cooperazione”. Tra questi, ha ricordato l’accordo con la statunitense Chiron Corporation, altri progetti europei, e le partnership messe in atto con l’Africa e i Paesi in via di sviluppo grazie all’intervento del Ministero degli Esteri
 Al convegno hanno preso parte tra gli altri il presidente della pastorale per la migrazione Fondazione Migrantes Domenico Locatelli, che ha rilevato il ruolo decisivo e importante dell’associazionismo religioso all’estero, realizzato da quel corpo di missionari sparsi in tutto il mondo, “i primi ad aiutare e sostenere gli italiani emigrati all’estero, a fornire punti di riferimento grazie ad aggregazioni di tipo sociale, quali confraternite e comitati che, nelle forme più svariate, si sono diffusi a macchia d’olio nei territori, dando vita ad una celebrazione della diversità”. In particolare, secondo Locatelli, “l’associazionismo religioso garantisce vincoli d’intesa e unione e crea canali di comunicazione tra oriundi e emigrati di nuove generazioni”. “Si è diffuso – ha detto - anche un’associazionismo di patronato, mutualistico e cooperativistico, che opera persino in ambito culturale”.
 Gaetano Fausto Esposito, direttore di Assocamerestero ha detto: “Non ci rendiamo conto della forza che hanno gli italiani all’estero”. “Sono 560mila le imprese che operano e hanno rapporti con l’estero, c’è un universo di piccole medie imprese che vogliono e sono sui mercati esteri e spesso non esprimono tutte le potenzialità che hanno, perché non si conoscono fra loro e non sono collegate”. Dello stesso avviso Midoli, nato in Etiopia e figlio di emigrati, che ha anche ricordato come “l’attaccamento alla madre patria” sia “una realtà viva” tra gli italiani all’estero, “attaccati alla nostra bandiera”.
Tremaglia, l'altra Italia è una grande risorsa     
  Ha concluso i lavori Mirko Tremaglia che ha affermato:  "Ammiro il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi: il Presidente della Repubblica ha, infatti, rilanciato con forza ed entusiasmo la politica dell’italianità
"Gli italiani all’estero, non sono più quelli della 'valigia di cartone', ma rappresentano una grande risorsa chiamata 'l'Altra l’Italia', di cui il nostro Paese deve, prima di tutto, comprenderne il reale potenziale, valorizzarne poi l’attività e, infine, beneficiare del forte legame che li unisce alla Penisola. Il nostro compito - ha aggiunto Tremaglia - è quello di creare un contatto stabile ed efficace tra il Belpaese e questi italiani all’estero, stabilendo una fitta rete di collegamento.
Il ministro per gli Italiani nel Mondo ha concluso informando l’uditorio che sta organizzando
per la fine dell’anno un convegno che porti nel nostro paese i 398 parlamentari d'origine italiana sparsi nel mondo, così da presentarli alle diverse istituzioni".
 




 
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