ROMA - (Italia Estera) - La discriminazione, anche solo verbale, sul posto di lavoro puo' fare scattare una condanna penale per il reato di ingiuria. A spezzare una lancia nei confronti dei lavoratori stranieri e' la Corte di Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 200 euro di multa nei confronti di Morena V., imprenditrice 34enne, triestina, diretto superiore di una lavoratrice straniera, Radojka I, perche' ''irridendola si era rivolta a lei dicendole: prima di parlare impara l'italiano''. Per la Suprema Corte un comportamento di questo tipo del datore di lavoro nei confronti dell'immigrato non puo' in alcun modo essere giustificato e merita 'giustizia'. Per aver ripreso sul lavoro la lavoratrice straniera intimandole 'impara l'italiano', la giovane imprenditrice era stata condannata dal giudice di pace di Trieste, sentenza del 21 novembre 2003, a pagare 200 euro di multa per ingiuria. Contro la condanna Morena V. ha presentato ricorso in Cassazione facendo notare che la condanna era scattata solo sulla base della testimonianza offerta dalla lavoratrice straniera.