CITTÀ SANT'ANGELO - (Italia Estera) - Franco Narducci è intervenuto ai lavori del Congresso della Fiei in corso a Città Sant'Angelo, affermando che bisogna rilanciare il valore e la forza del dialogo come strumento di cambiamento.
Una preziosa occasione per "intavolare una riflessione sulla nostra società che tutti vorremmo fondata sui valori universalmente condivisi, sul rispetto dei diritti umani e della dignità dell’individuo". Una società che deve sviluppare inevitabilmente la "cultura dell’accoglienza" nei confronti dei nuovi migranti consapevole del fatto che "l’immigrazione non è solo e sempre un’emergenza, ma anche un dato strutturale del sistema che dunque richiede risposte istituzionali".
Narducci , il Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), ha sottolineato che tra gli italiani all’estero e gli immigrati di oggi c’è una "parallela storia comune". Ed ha ribadito l’esigenza di "battersi con la stessa passione, con la stessa tenacia, per i diritti e per la dignità delle persone che sono venute a cercare lavoro in Italia, sviluppando quella cultura dell’accoglienza che tante volte abbiamo rivendicato e che spesso ci è mancata nel nostro peregrinare per il mondo". Serve, dunque, - afferma Narducci - una "primavera di risveglio sociale"che faccia guardare all’uomo prima ancora che al tornaconto, che dia il giusto spazio ai giovani coniugando il lato buono della globalizzazione e che ricacci le paure ingiustificate e strumentalizzate da certe parti politiche.
Il Segretario Generale del CGIE - citando John Monks, segretario della Confederazione Europea dei sindacati - ha affermato che "Occorre rimettere in marcia l’Europa sociale minacciata nei suoi sistemi di contrattazione collettiva e di sicurezza sociale, in ciascuno dei suoi stati membri".
Proseguendo nel suo intervento Narducci ha accennato ai risultati delle ultime consultazioni referendarie, sottolineando come gli elettori all’estero abbiano seguito il modello astensionistico degli italiani in Italia e che questi risultati "non possono indurre alcuni Ministri di questo Governo ad interventi di puro attacco all’esercizio del voto all’estero", interventi in cui Narducci vede con preoccupazione una manovra per "spianare la strada ad interventi in sede parlamentare mirati a bloccare o a far slittare" lo storico appuntamento del 2006.
Contro questo stato di cose, Narducci dice che è necessario "richiamare anche i parlamentari di centrosinistra" soprattutto per non dimenticare che "quella che oggi viene chiamata Legge Tremaglia fu scritta dalla senatrice D’Alessandro Prisco con la consultazione del Cgie" e che, dunque, "non è ammissibile che all’improvviso alcuni parlamentari saltino sul tavolo per urlare contro il voto all’estero e si coalizzino con esponenti della maggioranza per bocciare la nostra partecipazione al processo democratico del nostro Paese".
Per Narducci, in conclusione, il congresso della Fiei, rappresenta "un ulteriore tappa del cammino contro le barriere, contro le frontiere che separano e dividono". "L’Italia che vuole dare il diritto di voto agli immigrati ha l’opportunità, grazie alla sua storia di emigrazione per allargare i confini".