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02 ago 2005TERRORISMO / Strage di Bologna, Ciampi: ''Lo Sdegno resta vivo''. La piazza fischia Tremonti - Casini: ''Con l'odio e con gli insulti non si onorano i nostri morti''

ROMA -  ''A un quarto di secolo dall'infausto 2 agosto 1980, giorno in cui fu perpetrato il criminale attentato alla stazione ferroviaria di Bologna, lo sgomento e lo sdegno per tanta inaudita ferocia rimangono vivi nella coscienza civile degli italiani, così come rimane viva la solidarietà per i familiari delle vittime innocenti''. Lo scrive il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi.
Il presidente del Senato Marcello Pera scrive al sindaco di Bologna Sergio Cofferati: ''Anche quest'anno sento il bisogno di rinnovare il sentimento di solidarietà di tutto il Senato della Repubblica e mio personale ai famigliari delle vittime e all'intera cittadinanza. Bologna non dimentica, come testimonia l'orologio della stazione, fermo all'ora della strage e che i cittadini non hanno mai voluto venisse ripristinato''. ''Il terrorismo - sottolinea tra l'altro Pera - non è un fenomeno legato al passato, né è mai possibile abbassare la guardia. Così oggi, a pochi giorni dalle stragi che hanno colpito l'Inghilterra e l'Egitto, abbiamo nuovamente conferma che i terroristi minacciano ancora lo svolgersi quotidiano e ordinato delle nostre democrazie. Il terrorismo non vincerà''.
Per il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: ''La compostezza dei bolognesi nell'affrontare quella durissima prova e la tenacia con cui essi ne preservano anno dopo anno la memoria - scrive in un messaggio al presidente del Comitato di solidarietà alle vittime delle stragi, Sergio Cofferati, e a Paolo Bolognesi - rappresentano un punto di riferimento importante in questi giorni tormentati, in cui la minaccia del terrorismo si è confermata purtroppo una realtà drammaticamente attuale, per l'Italia come per tutto il mondo libero e democratico''
 
Il leader dell'Unione Romano Prodi, facendo ingresso nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, qualche minuto dopo la conclusione dell'incontro tra le istituzioni comunali, provinciali e regionali e i parenti delle vittime della strage, osserva:''Oggi voglio far prevalere il ricordo'' . Nel prendere poi parte al corteo commemorativo, Prodi ammette: ''Sì'', il segreto di Stato nega la verità. Il segreto di Stato ''riguarda la nostra legislazione, non solo il problema della strage di Bologna. Non dobbiamo - esorta - tirarlo fuori solo in occasioni singole e frammentate. Piuttosto è un problema che va affrontato in modo generale, serio e organico''. E nell'ottica di uno "Stato più trasparente, sempre e comunque in cui - sottolinea - il segreto di Stato deve essere limitato e funzionale all'interesse comune".
 
 Durante il suo intervento dal palco, anche il Sindaco Sergio Cofferati chiede ''un dispositivo per l'abolizione del segreto di Stato sulle stragi del terrorismo'' per chiarire ''un quadro troppo contradditorio'' in cui ancora ''molte cose rimangono da fare''. L'ex leader della Cgil giudica poi ''incomprensibili gli atti di clemenza verso gli esecutori materiali della strage che mostrano indifferenza e non sono colti da nessun pentimento''. Un discorso molto apprezzato, quello di Cofferati, dal pubblico presente che lo ha accompagnato in più punti con lunghi applausi e con qualche fischio solamente al termine, quando il primo cittadino ha ringraziato le autorità.
 
Un coro di fischi ha accolto, invece, il discorso del vicepremier Giulio Tremonti sul palco delle autorità. Rivolgendosi a Sergio Cofferati, l'ex ministro dell'Economia ha commentato: ''Bella piazza....''. ''Il terrorismo - ha detto tra l'altro Tremonti nel suo intervento - si è trasformato, ma lancia sempre le stesse sfide: sfide ai valori di libertà e democrazia, valori che sono alla base della nostra Costituzione''.
 
Esponenti dei diversi schieramenti hanno criticato la reazione dei manifestanti. ''Ognuno è libero di manifestare le sue opinioni ma i fischi in una piazza come quelli di oggi sono davvero fuori luogo e oggettivamente danneggiano la percezione di un atto così composto e così corale come è sempre quello che si verifica a Bologna la mattina del 2 agosto'', è il commento di Sergio Cofferati.
Molto dura la reazione di Casini: ''Con l'odio e con gli insulti non si onorano i nostri morti. Ancora una volta il macabro rituale dei fischi offende Bologna e i suoi cittadini e rende il 2 agosto un giorno ancora più nero e triste. Esprimo la più sentita solidarietà al vicepresidente del Consiglio''.
 
Hanno preso parte al corteo che si è fermato a piazza Medaglie d'oro, antistante la stazione di Bologna, il segretario dei Ds Piero Fassino, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati. Con loro anche il presidente della regione Vasco Errani, il presidente della provincia Beatrice Draghetti, l'europarlamentare Vittorio Prodi, l'ex sindaco di Bologna e senatore Ds Walter Vitali e il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante. Nella piazza gremita di gente, il presidente dell'Associazione dei familiari Bolognesi ha tenuto un discorso quindi è stato osservato un minuto di silenzio, annunciato con tre fischi della locomotiva.
 



 
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