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15 apr 2002Comites e Istituti Italiani di Cultura: presentate dai DS due interessanti propo

- ROMA - Comites e Istituti Italiani di Cultura sono due importanti riforme che, pur rivestendo un carattere di urgenza, ancora non non sono arrivate in Parlamento . In particolare la riforma dei Comites si spera che possa essere realizzata quanto prima perché i consigli dovranno essere rinnovati nel 2003. Dal prossimo ottobre parte la macchina organizzativa del Ministero degli Esteri e se la riforma non è stata tramutata in legge si procederà ancora con quella vecchia .
Il 21 marzo l’assemblea plenaria del CGIE ha approvato la proposta di modifica al testo che, nella scorsa legislatura, è passato per ben tre volte al vaglio dei due rami del Parlamento senza che venisse approvata.
Altrettanto urgente è la riorganizzazione degli Istituti Italiani di Cultura. Il loro rilancio è più che mai necessario, percè costituiscono strumenti vitali di promozione della cultura italiana nel mondo.
Nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la Camera dei Deputati Il Gruppo DS-l’Ulivo ha presentato alla Camera due proposte di legge sui Comites e sugli Istituti di Cultura.
Primo firmatario di entrambe, l’On. Valerio Calzolaio, che le ha illustrate insieme al prof. Norberto Lombardi, Coordinatore dei Forum per gli italiani nel mondo. Il disegno di legge sui Comites è stato firmato anche dal Segretario Nazionale Fassino, dal Coordinatore della Segreteria Chiti e dal Capogruppo della Commissione Esteri della Camera Spini. Quest’ultimo è firmatario, insieme a Sereni, anche della proposta di legge che riguarda gli Istituti Italiani di Cultura.
L’On. Calzolaio ha definito le due proposte di legge ‘Due tasselli rilevanti della riforma del Ministero degli Esteri e del rilancio e qualificazione della politica estera italiana’. Per quanto concerne la riforma dei Comites, Lombardi ha spiegato che il disegno di legge tiene conto delle indicazioni del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ma con almeno due eccezioni ragguardevoli: il nome - Consites, Consigli degli italiani all’estero - e il sistema di votazione, previsto presso i seggi costituiti in loco e non per corrispondenza. In sostanza, nella proposta Calzolaio è previsto il voto per suffragio universale da esprimersi nei seggi elettorali allestiti presso i Consolati, anche se lo stesso esponente diessino si è dichiarato disponibile a sperimentare fin dal 2003 il voto per corrispondenza per coinvolgere milioni di persone sulla adozione di questo strumento di rappresentanza e testare le anagrafi consolari in vista del voto politico. Nell’illustrare il decreto legge, Norberto Lombardi ha sottolineato la sua forte carica innovativa, partendo dal presupposto che la definizione di una presenza parlamentare degli italiani all’estero non deve essere considerata come esaustiva di una esigenza di rappresentanza più diffusa, anche se il sistema di rappresentanza a livello locale e nazionale dei connazionali all’estero (Comites e CGIE) va indubbiamente ripensato alla luce del riconoscimento dei diritti di cittadinanza degli italiani all’estero. Lombardi ha messo in evidenza che in questa proposta innestata sull’impianto del decreto della scorsa legislatura (vedasi nel dossier di questo sito COMITES il testo del disegno di legge ) sono contenute modifiche che puntano al rafforzamento dei Consigli degli Italiani all’Estero attribuendo loro una maggiore autonomia e capacità operativa, affermandone la competenza generale in tutte le materie, eccezion fatta per quelle di natura bilaterale, riservate alle autorità diplomatico-consolari. In poche parole, i Comites da struttura di collaborazione dei Consolati passerebbero ad essere, con la proposta Calzolaio, soggetti protagonisti grazie alla attribuzione della facoltà di raccolta delle esigenze delle collettività italiane all’estero organizzandole in proposte per concorrere alla elaborazione dei Piani Paese.
Altri punti qualificanti della proposta sono: l’obbligatorietà della presenza di oriundi, quote minime riservate alle donne e ai giovani, la quadruplicazione dei finanziamenti da uno a quattro milioni di euro. La proposta prevede inoltre, e Lombardi lo ha fortemente sottolineato, che i Consoli richiedano obbligatoriamente i pareri dei Comites. Pareri non vincolanti per Consoli che, tuttavia, qualora si discostassero dalle indicazioni fornite dagli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, dovrebbero motivarne le ragioni.
Per quanto riguarda gli Istituti Italiani di Cultura, il messaggio generale della proposta è l’affermazione della loro autonomia e della loro professionalità, criterio fondamentale per la scelta di chi li deve dirigere. “Criterio che induce anche – ha spiegato Calzolaio – a confermare le scelte di personalità di ‘chiara fama’ alla direzione”. Una proposta che, come ha sottolineato Lombardi a margine della conferenza stampa, è “alternativa alle dichiarazioni e alle azioni di alcuni rappresentanti del governo Berlusconi, che pretenderebbero l’allineamento dei direttori degli Istituti alle maggioranze politiche che governano il Paese”. Una posizione, quella dei DS, peraltro esplicitamente rimarcata anche dall’On. Calzolaio, il quale ha insistito sull’esigenza degli stessi Istituti di dare conto di un Paese complesso, quale è l’Italia, senza dovere modificare i loro indirizzi ogni volta che cambiano maggioranza e governo. Ciò implica una diversa politica degli investimenti, una riduzione delle spese di carattere generale, di gestione, eventualmente anche attraverso una riduzione del numero degli Istituti, per rafforzarne l’efficacia di azione in alcune sedi strategiche, ma non una riduzione del personale che si occupa della promozione della cultura e della lingua italiana. La nuova proposta punta decisamente, come ha tenuto a sottolineare il deputato, a fare degli Istituti un importante strumento di promozione della cultura italiana nel mondo. A tale fine, ha affermato Calzolaio, si rende necessaria la loro riorganizzazione sulla base di una autonomia scientifica, programmatica e organizzativa. L’On. Calzolaio ha spiegato che è stata ipotizzata la creazione, presso il Ministero degli Affari Esteri, di un Dipartimento per la cultura, la lingua e l’immagine dell’Italia nel mondo, guidato da un dirigente, e da un consiglio di amministrazione ed assistito da un comitato scientifico composto da alte personalità della vita culturale, scientifica e pedagogica del nostro Paese.
L’europarlamentare Gianni Pittella, responsabile nazionale dei DS per gli italiani all’estero , ha espresso pieno sostegno al progetto di legge sugli Istituti Italiani di Cultura ed ha auspicato una rapida discussione e approvazione in sede parlamentare.
Pittella, impegnato a Bruxelles nei lavori del gruppo del Socialismo Europeo, è tornato sulla vicenda dell’annunciata sostituzione dei direttori degli Istituti di Cultura di Londra, Bruxelles e Parigi. L’On Pittella, rimarcando che la cultura non è assoggettabile al potere politico, la cultura è libertà, ha sottolineato che proprio in tale direzione va il disegno di legge proposto dai Democratici di Sinistra e ha auspicato che si registri un’ampia convergenza in Parlamento.
Mi rifiuto di credere - ha detto Pittella - che la tentazione di mettere il bavaglio o di punire chi fa liberamente e in modo qualificato il proprio lavoro possa trovare anche soltanto acquiescenza in tutta l’area della maggioranza di centrodestra. L’esaltazione dell’identità italiana, intesa come momento di integrazione preziosa in un mondo sempre più interculturale e multiculturale, passa attraverso il dispiegamento di tutti gli strumenti e di tutte le energie che ci sono in Italia e all’estero. Ma tale obiettivo - ha concluso - può essere raggiunto con norme di legge che assicurino piena autonomia.




 
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