CASTEL GANDOLFO - (Italia Estera) - Benedetto XVI, incontrando i Vescovi del nord-est della Repubblica Messicana, ha denunciato lo stato di vulnerabilità e le condizioni precarie in cui vivono molti emigranti messicani negli Stati Uniti e ha sostenuto che la loro cura pastorale è una priorità per la Chiesa in entrambi i Paesi.
Il Pontefice ha riconosciuto che "in Messico si vive spesso in una situazione di povertà", armonizzata con "espressioni ricche di umanità, ospitalità, fratellanza e solidarietà".
Papa Ratzinger ha segnalato che “questi valori vengono messi in pericolo dall’emigrazione all’estero, dove molti lavorano in condizioni precarie, in uno stato di vulnerabilità e affrontando con difficoltà un contesto culturale diverso a livello sociale e religioso”.
Il numero di coloro che emigrano ogni anno dal Messico negli Stati Uniti è passato dalle 370.000 unità del 1995 alle circa 500.000 previste per quest’anno.
Negli U.S.A. ci sono 23 milioni di Messicani, otto milioni e mezzo dei quali nati in Messico; di questi, quattro milioni sono privi di documenti. I due terzi dei Messicani che vivono clandestinamente negli Stati Uniti hanno tra i 14 e i 22 anni.
Quest’anno si calcola che i Messicani negli Stati Uniti invieranno circa 18 miliardi di dollari alle loro famiglie, costituendo per molte di loro la principale fonte di sostentamento.
"Dove gli emigranti trovano buona accoglienza in una comunità ecclesiale, che li accompagna nell’inserimento nella nuova realtà, questo fenomeno è in un certo modo positivo e favorisce l’evangelizzazione di altre culture", ha affermato.
In questo momento i cattolici messicani costituiscono la prima causa della crescita numerica della Chiesa cattolica negli Stati Uniti.
Il Papa ha osservato che il primo Sinodo dei Vescovi dell’America, svoltosi a Roma dal 16 novembre al 12 dicembre 1997, è servito a dar vita ad un’inedita comunione tra la Chiesa del sud del continente e quella del nord.
Quell’assemblea, ha ricordato il Papa, ha approfondito “il tema dell’emigrazione”, aiutando a scoprire che, “al di là dei fattori economici e sociali, esiste un’apprezzabile unità che proviene da una fede comune, che favorisce la comunione fraterna e solidale”. E menzionando il tema centrale di quel Sinodo, ha affermato: “Ciò è frutto delle varie forme di presenza e di incontro con Gesù Cristo vivo, che ci sono state e ci sono nella storia dell’America”.
Benedetto XVI ha concluso sostenendo che “La mobilità umana, quindi, è una priorità pastorale nei rapporti di cooperazione con le Chiese dell’America del nord”.