NEW YORK - (Italia Estera) - Il risultato del vertice per i 60 anni dell'Onu che si è concluso ieri a New York viene valutato dall’Italia "moderatamente positivo" Ad affermarlo sono fonti della Farnesina, secondo cui Roma ha contribuito in maniera determinante a contrastare le mire del G-4 (Germania, Giappone, India e Brasile) nella battaglia per la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e tale impegno ha permesso a Roma di "riguadagnare peso" a livello internazionale.
Il pericolo non è ancora finito, sottolineano le stesse fonti, e l'Italia "continua a tenere alta la guardia", ma quanto meno i Paesi che aderiscono all'iniziativa 'Uniting for Consensus' - di cui Roma si è fatta promotrice - "sono riusciti ad ottenere se non una vittoria piena, un pareggio". L'elemento più significativo è che non ci sia stata una "alterazione irreparabile degli equilibri in campo", spiegano ancora le fonti del ministero degli Esteri italiano, sottolineando come il vertice appena concluso abbia prodotto risultati ben al di sotto delle aspettative proprio perché alcuni Paesi hanno posto eccessivamente l'accento sulla riforma del massimo organo Onu.
Sono una decina i punti del documento finale adottato ieri dagli oltre 170 capi di Stato e di governo che l'Italia accoglie con favore. Tra questi, il riconoscimento del fatto che i temi di sviluppo, pace, sicurezza e diritti umani "sono interconnessi" e il via libera alla creazione di un nuovo e più potente Consiglio per i Diritti Umani, che sostituirà l'attuale Commissione anche se "ci vorrà ancora molto tempo prima di vederlo nascere".
Ugualmente importante, per Roma come per l'Europa, è l'istituzione della Commissione per il Consolidamento della Pace, che assisterà i Paesi appena usciti da un conflitto, un punto, spiegano ancora le fonti, sul quale Roma e Bruxelles insistono da tempo. Tra le altre novità positive contenute nel documento, la crescente attenzione ai problemi ambientali; il riconoscimento della responsabilità che hanno i Paesi membri dell'Onu di intervenire in caso di genocidi o crimini di guerra; l'attivazione di un fondo per la democrazia (già lanciato dagli Usa al quale contribuirà anche l'Itaila con almeno un milione di dollari); la creazione di un organismo di polizia mondiale - la cosiddetta 'police capacity' - e la riforma del segretariato generale.
Ma il testo adottato ieri è anche motivo di delusione, spiegano alla Farnesina. Roma giudica una grossa sconfitta, per esempio, la cancellazione, dalla dichiarazione finale, di qualsiasi riferimento al disarmo e alla non proliferazione nucleare. Inoltre, i 191 Paesi membri dell'Onu non hanno trovato un accordo sui criteri per l'uso della forza e non è passata nemmeno l'ipotesi di mettere in piedi un sistema di 'early warning' in grado di prevenire i casi di genocidio attraverso interventi tempestivi. Tuttavia, il documento è un primo passo, e se si è arrivati a una dichiarazione conclusiva del vertice - fanno notare alla Farnesina, ricordando che fino alla vigilia, il summit rischiava di fallire - lo si deve soprattutto "al ruolo di mediazione dell'Italia e dell'Unione Europea".