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26 set 2005L’agonia di questa legislatura italiana

 Editoriale di Nino Randazzo su "Il Globo" di Melbourne e "La Fiamma" di Sydney di lunedì 26 settembre 2005

MELBOURNE -(Italia Estera) -  Si cercherebbe inutilmente fra i chili di carta stampata di ogni edizione dei quotidiani d’Australia un benché minimo accenno alla caotica situazione politica italiana di questi giorni. Forse è un bene per l’immagine dell’Italia in questa parte del mondo, anche se l’assenza di qualsiasi copertura di una travagliata vicenda interna del Belpaese denota la perdurante indifferenza dell’opinione pubblica australiana per la realtà della terra d’origine di una delle componenti più importanti della popolazione del quinto continente. Ma sorge anche un altro legittimo dubbio: che la tortuosità dei linguaggi e dei rapporti fra i protagonisti, alleati e rivali, del confronto fra le parti avvolge il dibattito in una tale fumosità da renderlo incomprensibile e stucchevole anche alla maggioranza degli italiani. Immaginiamo l’effetto che può avere su un osservatore straniero. Sono innumerevoli ormai i giornalisti del mondo di lingua inglese, abituati ad un’elementare chiarezza discorsiva nella prosa dei loro servizi, che hanno rinunciato per sempre ad addentrarsi nella giungla politica italiana.

Quando poi si considera che si compiono sforzi a vari livelli, istituzionali e privati, per sensibilizzare i cittadini italiani nel mondo alle più pressanti istanze e problematiche della madrepatria, e si offrono fra l’altro il diritto di voto per corrispondenza e in prospettiva anche una rappresentanza parlamentare diretta, si avvertono una necessità e un dovere d’informazione il più semplice e accessibile che si possa. La necessità e il dovere di liberare la notizia dalle scorie della retorica e della litigiosità e conflittualità ad oltranza, per coglierne gli elementi essenziali, nudi, semplici, veri. Un approccio, insomma, da tipico giornalismo politico di lingua inglese. Chiarificatore, demistificante.

Se si provasse ad adottare il metodo della semplificazione, forse si potrebbe diradare un po’ il polverone odierno sul teatrino della politica italiana. E ci si accorgerebbe di qualche verità essenziale. In primo luogo che il governo è logoro, ma resiste contro ogni logica per arrivare alla fine estrema della legislatura, distante dopotutto solo pochi mesi, mentre l’economia, la credibilità interna e internazionale del Paese, la pazienza della gente vanno a pezzi. Il rischio più grave ora è che la sfiducia generale nelle capacità dei politici si traduca in forme di rigetto e astensionismo elettorale di massa di tali proporzioni da degradare la vita pubblica, le istituzioni, la democrazia. E condurre alla consegna del potere in mano ai più furbi, agli affaristi senza scrupoli, ai corrotti e corruttori. Anche se non si riesce a veder chiaro in tutte le oscure trame di una maggioranza che in qualsiasi democrazia che si rispetti non avrebbe più ragione di esistere e resistere, una cosa si afferra con relativa facilità, da vicino e a distanza: che la crisi in questa agonia di legislatura italiana non si aggrava col passare dei mesi o delle settimane, ma di giorno in giorno. La paura del giudizio degli elettori sta avvelenando la coscienza civile.
NINO RANDAZZO


MELBOURNE - Si cercherebbe inutilmente fra i chili di carta stampata di ogni edizione dei quotidiani d’Australia un benché minimo accenno alla caotica situazione politica italiana di questi giorni. Forse è un bene per l’immagine dell’Italia in questa parte del mondo, anche se l’assenza di qualsiasi copertura di una travagliata vicenda interna del Belpaese denota la perdurante indifferenza dell’opinione pubblica australiana per la realtà della terra d’origine di una delle componenti più importanti della popolazione del quinto continente. Ma sorge anche un altro legittimo dubbio: che la tortuosità dei linguaggi e dei rapporti fra i protagonisti, alleati e rivali, del confronto fra le parti avvolge il dibattito in una tale fumosità da renderlo incomprensibile e stucchevole anche alla maggioranza degli italiani. Immaginiamo l’effetto che può avere su un osservatore straniero. Sono innumerevoli ormai i giornalisti del mondo di lingua inglese, abituati ad un’elementare chiarezza discorsiva nella prosa dei loro servizi, che hanno rinunciato per sempre ad addentrarsi nella giungla politica italiana.

Quando poi si considera che si compiono sforzi a vari livelli, istituzionali e privati, per sensibilizzare i cittadini italiani nel mondo alle più pressanti istanze e problematiche della madrepatria, e si offrono fra l’altro il diritto di voto per corrispondenza e in prospettiva anche una rappresentanza parlamentare diretta, si avvertono una necessità e un dovere d’informazione il più semplice e accessibile che si possa. La necessità e il dovere di liberare la notizia dalle scorie della retorica e della litigiosità e conflittualità ad oltranza, per coglierne gli elementi essenziali, nudi, semplici, veri. Un approccio, insomma, da tipico giornalismo politico di lingua inglese. Chiarificatore, demistificante.

Se si provasse ad adottare il metodo della semplificazione, forse si potrebbe diradare un po’ il polverone odierno sul teatrino della politica italiana. E ci si accorgerebbe di qualche verità essenziale. In primo luogo che il governo è logoro, ma resiste contro ogni logica per arrivare alla fine estrema della legislatura, distante dopotutto solo pochi mesi, mentre l’economia, la credibilità interna e internazionale del Paese, la pazienza della gente vanno a pezzi. Il rischio più grave ora è che la sfiducia generale nelle capacità dei politici si traduca in forme di rigetto e astensionismo elettorale di massa di tali proporzioni da degradare la vita pubblica, le istituzioni, la democrazia. E condurre alla consegna del potere in mano ai più furbi, agli affaristi senza scrupoli, ai corrotti e corruttori. Anche se non si riesce a veder chiaro in tutte le oscure trame di una maggioranza che in qualsiasi democrazia che si rispetti non avrebbe più ragione di esistere e resistere, una cosa si afferra con relativa facilità, da vicino e a distanza: che la crisi in questa agonia di legislatura italiana non si aggrava col passare dei mesi o delle settimane, ma di giorno in giorno. La paura del giudizio degli elettori sta avvelenando la coscienza civile. 
                                                          NINO RANDAZZO





 
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