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15 ott 2005Udc, Follini si è dimesso: ''Non esistono uomini per tutte le stagioni''

ROMA - (Italia Estera) - Si apre una stagione nuova e non esistono uomini per tutte le stagioni. Questa opinione ha una conseguenza inevitabile: le mie dimissioni da segretario del partito". Lo ha detto Follini nel corso della direzione del Partito. Il leader dell'Udc ha lasciato l'incarico da segretario dei centristi. "Chiedo al presidente di convocare il consiglio nazionale come e' doveroso per tutti gli adempimenti in materia. Resto ovviamente a pieno titolo un dirigente e prima ancora un militante di questo nostro partito a cui auguro di saper coltivare le proprie ragioni vicino al cuore politico di tanti elettori che ci hanno chiesto di esserci per cambiare e non di esserci per lasciare le cose come erano''.

Una decisione annunciata e arrivata alla fine dei tre giorni alla Camera, durante i quali Follini ha seguito in 'silenzio' l'approvazione della riforma proporzionale voluta dalla maggioranza senza il consenso dell'opposizione. ''La mia opinione e' che servisse un'altra legge in un altro modo -ha spiegato Follini- ritenevo che si dovesse fare di piu' per coinvolgere l'opposizione in questo tentativo e quanto piu' l'opposizione ha cercato di sottrarsi tanto piu' sono convinto che fosse giusto e perfino utile non consentire loro di chiamarsi fuori e di menare scandalo. Ritenevo che la possibilita' per gli elettori di scegliere i candidati e di non subire troppo perentorie indicazioni dei partiti facesse parte di quel diritto in piu' e di quel potere in piu' che noi per primi avevamo evocato.

Un lungo passaggio del suo discorso l'ex segretario lo dedica al 'risorto' e 'vincente' Silvio Berlusconi. ''Abbiamo chiesto un altro centrodestra, non piu' piramidale, non troppo leaderistico, perche'' solo cosi' potevamo rispondere alla domanda severa che a piu' riprese gli elettori ci hanno rivolto in questi anni. Vorrei evitare il sapore aspro di una disputa personale, quasi di una sfida. Tanto meno di una ossessione, che davvero non ho. Non c'e' nessun duello in corso con Silvio Berlusconi, tutt'altro. Il problema siamo noi. Se abbiamo un senso, se siamo capaci di fare una differenza, se gli italiani che ci hanno affidato il loro 'si' si trovano in buone mani. Oppure se i nostri propositi politici sono di pasta frolla''. Follini ricorda le parole del premier su quella che sarebbe la sua unica passione, la politica: ''Personalmente -risponde Follini- ho qualche passione in piu', ma politicamente gli do' ragione, la politica e' passione fredda, lucida e composta. Ma e' passione e non e' interesse''. A Berlusconi, comunque, riconosce ''la capacita' di aver tenuto largamente la coalizione sulla sua posizione e intorno a se'''. Ma, avverte, ''tutto questo pero' ci pone un problema, non ce lo risolve. Almeno a noi''.

Ma la requisitoria di Follini è particolarmente dura contro il suo partito che ha rinunciato alla battaglia della 'discontinuità', ''derubricando'' il tema della leadership ''da leale sfida politica a improbabile combinazione dinastica'' ed arrivando ad evocare le primarie per poi lasciarle ''dileggiare''. ''Abbiamo spiegato agli italiani - ricorda l'ex segretario - e non ero il solo mi pare, che occorreva discontinuita'. Non si e' ancora spenta l'eco di alcuni ragionamenti all'insegna del motto 'o si cambia o si muore' e adesso sento dire che se non si cambia troppo si sopravvive piu' agevolmente. E' una svolta che non mi convince e che non mi appartiene''.

Follini dedica poi un affondo ai ministri Udc, accusati di essere troppo remissivi verso i colleghi di governo e agli alleati. ''Rischiamo di essere magari troppo combattivi a parole ma troppo, troppo remissivi nei fatti''. Sotto accusa la delegazione ministeriale centrista che, dice Follini, ''a mio a giudizio ha amministrato le sue possibilita' di influenza in modo opaco e in qualche tratto non diro' ossequioso ma troppo ripiegato sì''.

Non si sono fatte attendere le repliche dei ministri centristi alle parole del dimissionario segretario dell'Udc Marco Follini. Parole ''ingenerose'', ribatte il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione. ''Si poteva fare di più, ma Follini mi sembra ingeneroso con i ministri, è stato anche lui al governo, anzi era il leader della delegazione. Forse è mancato un po' il collegamento tra il partito e la delegazione di governo, ma per colpa di entrambe le parti''.

Polemica e piccata la risposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi. ''Non ricordo nessun intervento di Follini quando partecipava come vicepresidente al Consiglio dei ministri''.

Si è detto invece ''convinto che ci possa essere ancora uno spazio per il dialogo'' il ministro della Funzione pubblica Mario Baccini: ''In politica non c'è niente d'irrevocabile, spero ci sia la possibilità di trovare un accordo e che Follini resti il nostro segretario fino alle elezioni politiche''.

''Le dimissioni di Marco Follini meritano rispetto, ancor più per non averle volute ritirare dinanzi alle richieste dei suoi colleghi dell'Udc. Gli auguro di continuare il suo impegno politico nella Casa delle Libertà, che ha bisogno del suo contributo per affrontare le difficili battaglie che la attendono''. Così il premier Silvio Berlusconi commenta la decisione del leader centrista di lasciare il suo incarico di segretario dell'Udc.

''Rispetto'' ma nessuna ''condivisione'' delle motivazioni da parte del vicepremier e leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini. ''Le dimissioni volontarie - dice Fini a margine della seconda conferenza programmatica di An del Veneto - sono sempre un atto che merita rispetto, anche quando come nel caso di Follini è difficile condividere le motivazioni''. In ogni caso il vicepremier si dice certo che la ''ritrovata unità della Cdl'' non ''sarà influenzata dalle dimissioni di Follini''.

Il ministro leghista Roberto Castelli tira un sospiro di sollievo, con lo sguardo rivolto al prossimo appuntamento della devolution.''Un gesto di grande responsabilità, che chiarisce finalmente il quadro all'interno della Casa delle Libertà. Adesso - sottolinea ancora il Guardasigilli - la coalizione può guardare ai prossimi fondamentali mesi con maggiore serenità''.
Cesa: Casini scenda in campo e guidi la campagna elettorale. Vietti e Tabacci: Follini ha posto un problema politico e non personale, sarà il consiglio nazionale a prendere le sue decisioni. Maroni: un ostacolo in meno verso la devolution.

Per l'opposizione, il segretario dei Ds, Piero Fassino, ritiene le dimissioni di Follini ''una denuncia netta e severa del fallimento politico del centrodestra''. ''Nelle parole amare e dure di Follini - aggiunge il leader della Quercia - vi è l'ammissione di quanto distante sia il centrodestra dalle aspettative degli italiani e quanto il carattere plebiscitario della leadership Berlusconi impoverisca la democrazia, ne stravolga le regole e sia la vera ragione del declino economico che il Paese sta subendo''. Per Rutelli: Follini è vittima della normalizzazione berlusconiana nella destra.



 
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