ROMA, 13 ott - Una diretta verifica della portata dell'emergenza alimentare e sanitaria che ha colpito ancora una volta il Niger, paese del Sahel, considerato tra i più poveri del mondo, e nello stesso tempo della distribuzione degli aiuti italiani sono i principali obiettivi della visita del nostro sottosegretario agli esteri Margherita Boniver nel paese africano.. Primo esponente del governo italiano a visitare il paese dall' inizio della crisi. Margherita Boniver, oltre ai colloqui con le autorità locali, ha avuto una serie di incontri con i responsabili della macchina degli aiuti, dalle agenzie specializzate dell' Onu (lo stesso segretario generale Kofi Annan si è recato personalmente a Niamey poche settimane fa) alle Ong operanti nella regione. Il sottosegretario intende spingersi anche nell' interno del paese per una verifica sul terreno della situazione e delle misure necessarie per fronteggiare l'emergenza. Visiterà ospedali, centri di recupero nutrizionale
per bambini gravemente malnutriti ed incontrerà il personale che li assiste. I bambini, in un paese che l'Undp colloca all'ultimo posto nella graduatoria dello sviluppo sono infatti
le principali vittime di una carenza alimentare che, assieme all' epidemia, uccide più di 100 neonati su 1000 e circa un terzo di quelli che riescono a sopravvivere nei successivi 5
anni di vita. Secondo l'Unicef ne sono a rischio più di 800 mila su una popolazione totale che non supera i 12 milioni di persone. L'emergenza anche questa volta è una diretta
conseguenza di una invasione di cavallette che nel 2004 come altre volte in passato ha decimato raccolti già cronicamente inadeguati al fabbisogno del paese. Dopo una sanguinosa serie di colpi di stato nel Niger, che ha ottenuto l'indipendenza dalla
Francia nel 1960 ma solo dalla fine del '92 ha una vera e propria costituzione, c'é oggi stabilità politica. Anche se al vertice sono emerse recentemente differenti valutazioni tra il
presidente Mamadou Tanddya, il quale tende di ridimensionare la portata di una crisi che considera endemica e ad accusare le organizzazioni umanitarie di enfatizzarne la portata, e altri esponenti della dirigenza politica che non fanno mistero della gravità e della eccezionalità della situazione. Ma il problema, insistono da mesi le organizzazioni umanitarie, dal Pam a Medici senza Frontiere non è solo alimentare ma anche sanitario: malaria, febbre gialla e ora anche il colera sono denunciano, una minaccia sempre più consistente. L'Italia da parte sua, tramite la cooperazione, è presente da oltre un
ventennio nella lotta contro le emergenze nel Sahel, con un impegno che dalla seconda metà degli anni '80, per il solo Niger, ha superato i 120 milioni di euro e questo impegno
continua. Tramite la Croce Rossa da una parte e le agenzie delle Nazioni Unite dall' altra l'Italia continua a fare la sua parte, con quasi 3 milioni e mezzo di euro di aiuti alimentari
dall'inizio del '94. Accanto allo Stato altri italiani sono fortemente impegnati nella lotta contro l'emergenza di questo paese a maggioranza mussulmana sunnita: sono i missionari
comboniani di Dosso, a più di 150 km dalla capitale del Niger. Anche la loro missione ha ricevuto la visita del sottosegretario Boniver.