ROMA, 23 OTT - (Italia Estera) - Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, dalle pagine de LA STAMPA, lancia un avvertimento al presidente del Consiglio: "Non posso fare sconti a Berlusconi, tantomeno oggi e per i prossimi mesi". Ma poi aggiunge: "Non voglio neppure provocare un'esasperazione dei toni che alla fine danneggerebbe solo il centro-destra. Non sono il cavallo di Troia di nessuno. Sono per la competizione, non per la fibrillazione continua".
"In questa campagna - prosegue - ognuno correrà per prendere i suoi voti. (...) Da un lato c'é Prodi, dall'altro siamo in tre". Una fetta degli elettori della Casa delle libertà, dice il presidente della Camera, non vota Berlusconi, quindi il punto di riferimento "sulla destra - dice Casini - può essere Fini, sull'ala moderata io e l'Udc. In questo senso - prosegue - Follini ha fatto un lavoro egregio per calamitare questi elettori".
L'errore dell'ex segretario dell'Udc, a detta del presidente della Camera, è stato quello di superare la "linea di confine" tra concordia e divergenza politica. Mentre la decisione del leader dell'Unione Romano Prodi di formare una lista unitaria con Ds e Margherita "apre anche - sostiene Casini - potenzialità enormi nel mondo democratico cristiano. Le apre a Mastella nel centro-sinistra. Ma anche all'Udc". Casini dice poi di non essere disponibile a sostituire Marco Follini alla segreteria dell'Udc perché "sarebbe un replay di cattivo gusto".
“In queste elezioni nel centrodestra - continua il presidente della Camera - ognuno andrà con la propria lista. Diverso è invece il discorso del partito unitario. La prospettiva va tenuta aperta per non disperdere l'esperienza di questi dieci anni".
La lista unitaria del centrodestra, con la nuova legge elettorale, non è più all'ordine del giorno, dice il presidente della Camera, ritenendo più utile andare insieme alla Dc di Rotondi.
Parlando di Adriano Celentano, il quale con "Rockpolitik" ha provocato un coro di appalusi e di polemiche ed un boom di ascolti, Casini si dichiara fan del "Molleggiato" da sempre.
"Ho visto la trasmissione - dice - ed è stata dura con Berlusconi. Ma ho pensato anche che è stato un grande regalo al premier".
E sulla "par condicio" il presidente della Camera conclude: "Non vedo l'esigenza di infarcire di spot la tv pubblica e privata in vista delle elezioni".