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18 ott 2005La Farnesina e Torino 2006 insieme per la tregua olimpica. Fini dice no alla moratoria sulla legge antidoping

ROMA - (Italia Estera) - Si è svolta a Roma, presso il Ministero degli Esteri, la presentazione del progetto di risoluzione Onu sulla Tregua Olimpica: all'iniziativa presenti, con il ministro degli esteri Gianfranco Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il supervisore dei Giochi per il Governo, Mario Pescante, il presidente del Coni, Gianni Petrucci, e il presidente del Toroc, Valentino Castellani. E’ toccato a loro, in qualità di rappresentanti del paese dei prossimi Giochi invernali, presentare il progetto di risoluzione dell'Onu che il prossimo 3 novembre verrà sottoposto a New York al voto dei paesi che decideranno di sostenere l'invocazione alla pace, proprio del movimento olimpico. La risoluzione invita il mondo intero a interrompere i conflitti e le guerre durante il periodo delle Olimpiadi. Una iniziativa antichissima, che affonda le proprie radici nell'antica Grecia, e che punta ad utilizzare lo sport olimpico come strumento di pace e di solidarietà fra i popoli. Questo è il primo passo ufficiale per la tregua olimpica in vista di Torino 2006. Fini ha ricevuto dalle mani di due bambini anche la 'pigotta', la classica bambola di pezza dell'Unicef, che anche questa volta sarà testimonial della pace e della tregua olimpica. Il progetto di risoluzione è stato firmato dal vice premier, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, dal sottosegretario ai Beni Culturali, nonché supervisore dei Giochi, Mario Pescante, dal presidente del Toroc, Valentino Castellani e da quello del Coni, Gianni Petrucci.

PESCANTE: ANTIDOPING MENO SEVERO O SALTERA' TORINO 2006 . MA FINI DICE NO
In una intervista alla Stampa di Torino il sottosegretario allo sport, nonché supervisore del Toroc, Mario Pescante, lancia l'allarme: antidoping meno severo o le Olimpiadi potrebbero saltare. "Serve un'intesa tra Governo, Parlamento e Cio (Comitato olimpico internazionale, ndr) perché altrimenti c'é il rischio di assistere a gare dimezzate, senza la partecipazione di atleti professionisti, soprattutto dell'America del Nord". Pescante aggiunge che "La nostra legislazione è la prima ad aver introdotto sanzioni penali contro il doping - sottolinea -. Il Cio e le federazioni internazionali sono preoccupate dell'effetto dirompente che avrebbe l'ingresso della polizia nei villaggi olimpici. Si immagina un intervento sul modello del Tour de France ordinato da questo o quel magistrato? Serve una soluzione". "I provvedimenti penali vanno benissimo per chi smercia, per chi prescrive, per i medici che non fanno il loro dovere - conclude Pescante -, ma francamente non credo che le sanzioni penali possano risolvere il problema doping, né che riescano a prevenirlo".
Ma Gianfranco Fini dice no a una eventuale moratoria sulla legge antidoping italiana. 'Personalmente sono di avviso contrario. Ritengo che uno dei principi dello sport sia la lealta'".. Il ministro degli Esteri e vice premier, ha risposto così a chi gli chiedeva un commento sulla proposta di revisione della legge in materia di doping.




 
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