- PARIGI – In piazza della Borsa di Parigi il mercoledì di Carnevale è cominciato prima con una manifestazione organizzata da tre giovani milanesi. Il principale animatore, Bruno Besana, alto, occhiali con montatura metallica di stile che potremmo definire gramisciano e con un “simpatico” codino, alla Hare Krishna. Ci sembra di ricordare che, una volta, Besana era la marca di un panettone. Il Bruno si è rifiutato di accordarci l’intervista che gli abbiamo più volte richiesta. E non ci ha consegnato la documentazione distribuita a tutti gli altri giornalisti presenti. Alla manif (manifestazione) sono intervenute circa 300 persone. Non era un gruppo coeso ed omogeneo, anzi. Ci è sembrato di riconoscere, come minimo, tre fazioni ben distinte, che in più occasioni si sono guardate in cagnesco. Il primo gruppo, quello che aveva ottenuto l’autorizzazione, si era presentato con uno stampato dal titolo: « Italie : une democratie en danger » (Italia : una democrazia in pericolo), firmato « Des citoyens européens résidants à Paris » (Dei cittadini europei residenti a Parigi). Gli stessi « attori » su un altro stampato, cambiano “etichetta” e diventano : « futuro comitato Resistenza ». Il loro capo a quanto pare è sempre lo stesso Bruno Besana oromisso@hotmail.com, poi c’è anche Chiara Fontanella Fontana@aol.com, che non abbiamo conosciuto. Ci scusiamo, con i lettori se le nostre informazioni non sono complete ma, come abbiamo già spiegato, “il capo” ha preferito non rispondere alle nostre domande. Lo avevamo incontrato, con due dei suoi amici alcuni gironi or sono, di fronte all’Istituto Italiano di cultura e li avevamo definti « simpatici ». Dobbiamo ricrederci, sono antipatici ma sopratutto antidemocratici. Il secondo gruppo, più agguerrito e deciso era quello di Rifondazione Comunista. Il capo “carismatico” un certo Fumagalli, che sembrava sia assai popolare. Anche lui milanese, il Fumagalli che ha brandito, con grande convinzione ed impegno, una delle tre bandiere rosse che sventolavano sulla folla, davanti al palazzo della Borsa. Quasi una ricostituzione della rivoluzione d’ottobre. I guardiani della Borsa, protetti dalla cancellata, sembravano un po’ preoccupati e ci hanno assicurato che non c’erano azioni nel palazzo chiuso, forse temevano l’assalto. Con questa messa in scena la manifestazione aveva un carattere d’altri tempi, fuori dalla realtà. Il muro di Berlino sembrava che non fosse mai stato abbattuto, mentre quello del ridicolo era orami superato e si entrava ormai, con facilità, nella terza dimensione. Infine un terzo e più modesto gruppo, quello di Oreste Scalzone. Il povero Oreste è stato accolto con grande ostilità dagli altri « compagni » in particolare da quelli di Rifondazione. Gli hanno gridato ed ingiunto, in malo modo, di allontanarsi « Via più lontano ! Vai più lontano ! ». Scalzone non si è scoraggiato e con aria triste e un poco sofferente ha continuato a distribuire il suo manifestino ed a spiegare, a chi voleva ascoltarlo, le sue critiche, i suoi ragionamenti e le sue analisi. Speriamo di poterlo intervistare prossimamente perché, e non dispiaccia a nessuno, ci è sembrato politicamente il più preparato. Una manifestazione come quella a cui abbiamo assistito porta acqua al mulino di Berlusconi. Basti pensare che, poiché noi abbimao protesato senza eccedere, per l’atteggiamento del Besana ed anche perché mancava una bandiera tricolore, siamo stati proditoriamente aggrediti e apostrofati come fascisti. Il bellimbusto, elegante, con cappotto grigio pepe e sale a piccole righe di pesce, attilato e con una sciarpa di tipo architetto si è scagliato “eroicamente” contro di noi dandoci un pugno, senza danno. Poi, fortunatamente per lui, i « compagni » che ci è sembrato disapprovassero tale inutile violenza lo hanno fermato. I poliziotti, in borghese, ci hanno guardato con aria di compatimento o forse era anche disprezzo e sono rimasti impassibili alle nostre rimostranze. In Francia la sinistra, sia quella « caviale », sia quella realmente « rivoluzionaria » dovrebbero riuscire ad avere un comportamento democratico e corretto, evitare di dare un immagine negativa della nostra Patria; ma come faranno a rinunciare alla violenza quando fa parte della loro storia, del loro DNA ? Il futuro programma di Besana & Co. i “resistenti” della Borsa sembra assai vasto. Riunire la sinistra di tutte la capitali d’Europea. Poi un intervento al Salone del Libro; all’esterno ed all’interno, ne riparleremo.Vorrei concludere queste note. Il vero titolo della manifestazione avrebbe dovuto essere, quello apparso su alcuni cartelli dei partecipanti: ROSSI SI ! MA DI VERGOGNA ! Il messaggio era stato all’origine scritto contro Belusconi. Onestamente, nella triste serata parigina allo sventolio delle bandiere rosse, che ci ricordano i 100 milioni di compagni e di oppositori morti ammazzati, la realtà è stata quella di un lugubre boomerang. Il « carnevale rosso della sinistra all’estero » è cominciato a Parigi con un giorno di anticipo, ce ne duole per l’opposizione. La sinistra italiana dovrebbe smettere di rendersi ridicola agli occhi del nostro popolo, dell’Europa e del mondo. Nanni Moretti ha ragione, mi è sembrato che fosse presente, spiritualmente, nella piazza della Borsa, dove altri avrebbero voluto forse un nuovo trionfo dello stalinismo, sanguinario quello della falce e martello, di vecchia data, che è ormai da archiviare definitivamente.
Viva l’Italia!