Il sovrano della pasticceria natalizia italiana comincerà dagli Stati Uniti, il Canada e l’Australia dove ci sono cospicue comunita’ di Italiani felicissimi di essere ricollegati alla tradizione della Madrepatria
Servizio di Roberto Chiodi
MILANO, 3 DIC.- (Italia Estera) - Il panettone che e’ il sovrano riconosciuto della pasticceria natalizia italiana sta puntando verso una sua affermazione consistente anche sul mercato straniero.
Le statistiche italiane hanno evidenziato che a Natale i consumatori non possono fare a meno di avere un panettone o un pandoro sulla tavola e che la loro preferenza , tra una miriade di marche diverse, va immancabilmente a quelle piu’ note, piu’ affermate e specialmente a due di esse considerate ormai i competitori storici nella produzione del tipico dolce d’origine Milanese.
Intanto le massaie italiane riconoscono che non vale la pena fare il panettone in casa. La qualita’ finale non sarebbe la stessa del prodotto industriale. Poi a favore del panettone che si compra c’e’ anche il favorevolissimo rapporto qualita’/prezzo che dimostra quanto sia alto il grado di fiducia dei consumatori. Sono finiti i tempi in cui si prendeva distrattamente un panettone qualsiasi dagli scaffali del supermercato. Al giorno d’oggi prima di comprare i consumatori, responsabilizzati ed edotti da trasmissioni del tipo di quella del celebre Lubrano, passano un po’ di tempo a leggere le etichette per vedere se i soldi che stanno per spendere saranno ben spesi e se gli ingredienti adoperati sono solo i migliori.
E’ per questo motivo che dal dicembre del 2003 e’ partita un’iniziativa di regolamentazione che mira ad alzare e stabilire un alto livello di qualita’ del panettone per farlo diventare, alla pari di famosi formaggi e vini italiani, un prodotto tutelato da una denominazione d’origine controllata. Solo ingredienti “nobili” o sceltissimi , quindi, possono essere usati per la confezione di un ottimo panettone industriale di marca. La quantita’ del burro non deve essere inferiore tanto per il panettone che per il pandoro al sedici percento. Le uova devono essere solo quelle di categoria A e non inferiori al quattro per cento ed e’ quindi impensabile che si usino margarina, grassi vegetali e uova poco fresche o di seconda scelta. La nascita accidentale di questa icona natalizia italiana secondo la quale durante il regno di Ludovico il Moro un panettiere che per sbaglio aveva fatto cadere uvetta e canditi nell’impasto del pane decise di farne dono alla sua ragazza, probabilmente per ingraziarsela, e’ diventata ormai una leggenda. Alla bella il dolce piacque subito ed ebbe inizio in questo modo la storia fortunata del panettone di Milano del quale attualmente si vendono in Italia circa centomila tonnellate annue. Il problema in effetti sta proprio qui’. Dell’intera produzione di panettone solo l’otto percento e’ esportato all’estero per cui ora, considerando che in Italia non si puo’ vendere di piu’, si sta provando ad espandere la conoscenza e la vendita del buon dolce di Natale italiano anche all’’estero. Si comincera’ naturalmente dai paesi come gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia dove si trovano cospicue comunita’ di Italiani felicissimi di essere ricollegati alla consolidatissima tradizione natalizia della Madrepatria e si cerchera’ di passare poi anche a tutto questo tesoro della pasticceria e della cultura tradizionale italiana che porta con se’ la gioia della piu’ bella festa dell’anno.
Roberto Chiodi