ROMA, 27 nov. - (Italia Estera) - L’Anagrafe del Comune di Roma è stata recentemente sconvolta dallo scandalo di un suo dirigente, e di altri impiegati che lo agevolavano, il quale attestava, a pagamento, false cittadinanze italiane e commetteva altri abusi riguardanti le leggi sulla cittadinanza.
Ma se questo scandalo del Comune di Roma ha assunto aspetti criminali, tali da interessare la polizia e la magistratura, ve n’è un altro poco noto, che non ha certamente aspetti criminali ma che attenta anch’esso ai diritti di cittadini che, in questo caso, sono autenticamente italiani.
Ci riferiamo alla tenuta dell’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), a suo tempo istituita su proposta dell’attuale Ministro Mirko Tremaglia per registrare tutti i cittadini italiani che si trovano in quella condizione. Per Roma, quell’anagrafe è particolarmente importante non tanto per gli emigrati originari della città, ma piuttosto per il fatto che all’Aire di Roma, essendo la Capitale, sono appoggiati tutti quegli italiani residenti all’estero di cui non si conosce o non si può determinare il Comune di origine. Si tratta innanzitutto dei figli d’Italiani nati all’estero, e di quelli di cui, per svariate ragioni (assenza di documentazione, situazioni storiche o giuridiche particolari, ed altre casistiche), non è noto il Comune di origine. Questa particolare sezione dell’Aire tenuta dal Comune di Roma si chiama “anagrafe residuale”, e conta circa 300.000 casi che devono essere verificati, aggiornati, registrati e trasmessi al Ministero degli Interni, che gestisce l’Aire nazionale.
Mentre in tempi normali il lavoro di cui sopra può essere effettuato con tranquillità, oggi la situazione dell’aggiornamento si presenta con particolare urgenza. Come tutti sanno, e grazie soprattutto all’opera del Ministro Tremaglia, alle prossime elezioni politiche voteranno anche gli Italiani all’estero. Il loro diritto al voto è certificato, per legge, dall’Aire (che effettua anche un riscontro con i dati presenti nell’anagrafe tenuta dai Consolati del Ministero degli Esteri): quindi, se un italiano residente all’estero non è iscritto all’Aire, non può votare.
Tutto questo lavoro di ricognizione e di definizione delle pratiche in sospeso deve essere concluso dal Comune di Roma entro dicembre, in modo da consentire l’aggiornamento dell’Aire “nazionale” che a sua volta deve concludere le sue operazioni entro il prossimo 20 febbraio.
In realtà, come ha denunciato in una dettagliata interrogazione il Consigliere Comunale di Alleanza Nazionale Bruno Prestagiovanni, gli uffici anagrafici del Comune preposti a questo lavoro sono in grande ritardo, perché hanno circa 126.000 pratiche da protocollare, con successiva redazione degli atti di stato civile e trasmissione dei dati al Ministero dell’Interno.
Prestagiovanni afferma nella sua interrogazione che “la lentezza del Comune di Roma nel portare avanti le pratiche dell’Aire è un ostacolo insormontabile affinché i nostri concittadini residenti all’estero possano esercitare il loro diritto di voto alle prossime elezioni politiche. La mole di lavoro accumulata é ingente ed appare logico dubitare che non si possa espletarla nei tempi giusti”.
Il consigliere di A.N. chiede al Sindaco Veltroni di chiarire come intende procedere per una rapida conclusione dell’intricata materia, e suggerisce di autorizzare – in deroga rispetto alle norme vigenti – l’effettuazione di lavoro straordinario ai dipendenti comunali addetti a questo servizio.
Al momento, non vi è stata ancora alcuna indicazione al riguardo da parte dell’amministrazione comunale (la quale forse sarà impegnata a scoprire le frodi anagrafiche commesse dai suoi dipendenti infedeli senza alcun controllo) ma la scadenza elettorale si sta avvicinando. Dell’argomento probabilmente se ne interesserà anche la prossima assemblea del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, indetta a Roma la prossima settimana nell’ambito della Conferenza Stato/Regioni/Cgie la quale ha proprio la finalità di verificare ed analizzare la collaborazione degli Enti Locali con le strutture politiche ed amministrative degli Italiani all’estero.
Nazzareno Mollicone Consigliere del CGIE
il pezzo é stato pubblicato sul “Secolo d’Italia” del 26 novembre