ROMA, 29 nov. (Italia Estera) - Per Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, l’obiettivo è quello di dare nuovi impulsi alla politica per le rappresentanze regionali all’estero che vada oltre la nostalgia e l’assistenzialismo.
"Gli italiani all’estero – ha rilevato Errani nel suo stringato intervento - compongono una rete strategica solo se insieme si scelgono alcuni percorsi: primo fra tutti il Sistema Italia deve investire nella rete che promuove un’immagine innovativa dell’Italia" solo così, per Errani, si possono "promuovere scambi e relazioni attraverso un’azione coordinata e concertata".
Negli ultimi anni le regioni hanno rafforzato la loro presenza nel mondo attraverso le loro associazioni e le loro comunità "senza autoreferenzialità, ma sempre rispettose e con un profondo senso delle istituzioni", ora però Stato Regioni e Cgie debbono darsi una strategia condivisa senza la quale "non c’è federalismo" che, ha sottolineato Errani, non è "il fai da te delle regioni.
Errani ha poi introdotto un altro argomento di discussione tra i presenti : la Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo, in programma da anni ma mai effettuata, spiegando l'importanza che le terze e quarte generazioni italiane all'estero hanno e vogliono avere in futuro. Per questo c’è bisogno di incentivare la formazione culturale dei giovani che, ambasciatori di un Paese moderno che sa guardare avanti, potranno così contribuire allo sviluppo del Paese dove risiedono mantenendo, però, salde le proprie origini.
"L’impegno delle regioni crescerà all’interno di un sistema, già sperimentato, composto anche da progetti interregionali ma che in futuro dovrà coinvolgere necessariamente anche lo Stato per ottimizzare le risorse disponibili all’interno di una rete discussa e condivisa". Questo perché, ha concluso Errani, "come scrisse Papa Giovanni XXIII nel lontano 1963 nell’enciclica Pacem in terris "Il mondo cambia e nessuno può fare per sé"".
Per questo c’è bisogno di incentivare la formazione culturale dei giovani che, ambasciatori di un Paese moderno che sa guardare avanti, potranno così contribuire allo sviluppo del Paese dove risiedono mantenendo, però, salde le proprie origini.
"L’impegno delle regioni crescerà all’interno di un sistema, già sperimentato, composto anche da progetti interregionali ma che in futuro dovrà coinvolgere necessariamente anche lo Stato per ottimizzare le risorse disponibili all’interno di una rete discussa e condivisa". Questo perché, ha concluso Errani, "come scrisse Papa Giovanni XXIII nel lontano 1963 nell’enciclica Pacem in terris "Il mondo cambia e nessuno può fare per sé".(Italia Estera) -