Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
27 gen 2006Giustizia, inaugurato l’anno giudiziario della corte di Cassazione

ROMA, 27 gen. –(Italia Estera) - Alla presenza del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, (nella foto con Marvulli e Favara) del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e delle più alte cariche dello Stato  si è svolta nell' Aula magna della Cassazione la cerimonia di inaugurazione dell' Anno giudiziario. Per la prima volta, a leggere la relazione sullo stato dell' amministrazione della giustizia è il presidente della Cassazione, Nicola Marvulli. Dopo la riforma dell' ordinamento giudiziario, varata lo scorso luglio, questo compito spetta infatti al primo presidente e non al pg della Suprema Corte. Tra le altre novità di quest' anno c' è il mancato e tradizionale corteo degli 'ermellini': 40 rappresentanti dei magistrati di legittimità, 11 della procura ed i 9 avvocati sono infatti entrati nell' Aula Magna dalla parete di fondo che collega l' Aula con la Biblioteca. Tra le autorità presenti ad ascoltare la relazione di Marvulli  tra gli altri, il vice presidente del Senato, Francesco Grillo, il vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente della Corte Costituzionale Annibale Marini, il vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni ed il cardinale Camillo Ruini.
Nicola Marvulli (nella foto)                                                il Primo presidente non ha usato mezzi termini nel suo atteso discorso alla cerimonia d'apertura  per bocciare le riforme sulla giustizia varate dal governo e esplicitamente accusate di remare contro l'efficienza della magistratura. Con lui ha fatto muro compatto e fronte comune il procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara. A usare toni distensivi è stato, invece, il ministro Guardasigilli, Roberto Castelli
Marvulli ha detto che rispetto a tutti gli altri Paesi l' Italia ha due primati che forniscono le dimensione della crisi della giustizia: noi disponiamo del maggior numero di giudici e ciononostante conserviamo, sia pure con qualche lieve differenza rispetto al passato, il primato del maggior tempo nella definizione dei processi civili e penali". Ha anche sottolineato che la lentezza è una "vera e propria componente fisiologica dell' amministrazione della giustizia". "Non può certo suscitare meraviglia o sorpresa - ha aggiunto Marvulli - il recentissimo intervento del Consiglio d' Europa che ha denunciato come l' Italia continui ad essere autrice di numerose violazioni alle prescrizioni della Convenzione europea dei diritti dell' uomo, perché all' ingente numero di processi pendenti corrisponde una durata media della loro definizione che è pari a 35 mesi per il giudizio di primo grado e a 65 mesi per quello d' appello".
Quanto agli effetti delle recenti normative penali approvate dal centrodestra, Marvulli ha definito provvedimenti come la 'ex Cirielli' - che taglia i tempi di prescrizione - una sorta di "simulacri di generalizzati atti di clemenza". Praticamente una amnistia mascherata che, per di più, penalizza i "recidivi" i quali "molto spesso costituiscono l'anello più debole della delinquenza".
Sulla legge Pecorella che riduce il potere di ricorso dei pm contro le assoluzioni  Marvulli ha voluto dare pubblicamente atto a al Presidente della Repubblica di non averla firmata. Con la speranza che - nel rinvio alle Camere - "le nostre fondate preoccupazioni potranno formare oggetto di doverosa attenzione da parte del Parlamento".
Marvulli però non disdegna  di rimproverare ad alcuni  magistrati il "narcisismo esibizionista" in tv, affondando poi il coltello nella piaga dei "condizionamenti correntizi". Ai quali la sua Corte - tornata ad accumulare arretrato perché lavora a ranghi incompleti - deve, tuttora, la mancata nomina di nove presidenti di sezione e 55 giudici. Per il resto i dati passati in rassegna sono quelli, sconsolanti, di una giustizia lumaca e senza colpevoli e di un Paese sempre più in mano al crimine organizzato, anche straniero. Su un totale di due milioni e 855 mila reati denunciati, la metà rimane impunita. Il grosso è costituito dai furti - circa un milione e mezzo - per i quali gli autori rimangono sconosciuti. Marvulli registra, poi, la silenziosa invasione dei clan mafiosi anche in regioni finora rimaste immuni. Ricorda la sanguinosa faida camorrista di Scampia, il porto di Napoli crocevia del mercato dei falsi e i cinque consigli comunali sciolti per vicinanza con i boss. Anche l' espansione della 'ndrangheta - arrivata in Piemonte e Liguria - preoccupa il Primo presidente, insieme alle 329 intimidazioni subite  dagli amministratori calabresi. Uno dei quali Francesco Fortugno è stato  ucciso.  Della mafia in Sicilia, Marvulli non ha parlato: a questa regione ha fatto riferimento solo per gli sbarchi dei clandestini (15 mila gli extracomunitari fermati nel 2005 sull'isola). Sul fronte del terrorismo internazionale è stato segnalata la cooperazione fornita dall'Italia a Gran Bretagna e Spagna, mentre su quello 'interno' delle nuove br, Marvulli non ha dimenticato la condanna emessa per gli assassini del giuslavorista Massimo D'Antona. Anche l'ambito familiare non è rimasto estraneo alla relazione di Marvulli: aumentano i matrimoni in crisi, gli omicidi dei neonati, la violenza sessuale domestica. Un richiamo anche al sistema bancario perché in futuro - dopo le indagini su Antonveneta e Unipol - riacquisti trasparenza.
 Il ministro della Giustizia Roberto Castelli (nella foto) nel suo intervento, rivolgendosi al Capo dello Stato, ha sottolineato che nell'originaria stesura del testo di riforma dell'ordinamento giudiziario ''lei, signor presidente, ha ravvisato elementi di incostituzionalita'. Posso assicurarle in questa sede solenne che se cio' e' avvenuto non e' certo perche' il legislatore abbia tentato scientemente di forzare la Costituzione, bensi' perche' agendo sul terreno come lei stesso ebbe a dire 'di grande rilievo costituzionale e notevole complessita'', non essendo la scienza giuridica una scienza esatta, ci siamo trovati di fronte ad interpretazioni diverse''.
Castelli coglie l'occasione per ricordare ''come il Parlamento abbia voluto accogliere appieno i suoi rilievi, modificando o addirittura abrogando quelle parti da lei ritenute incostituzionali. Mi piace citare questo episodio, che va letto non come scontro tra istituzioni ma come occasione di esercizio di quelle garanzie che evitano la promulgazione di leggi incostituzionali che violino i principi fondamentali della nostra democrazia''.

In questa legislatura ''e' stata approvata dal Parlamento una serie di norme che non e' azzardato dichiarare senza precedenti rispetto a qualsiasi altra legislatura repubblicana'', dice ancora il ministro. La riforma dell'ordinamento giudiziario, la riforma del diritto societario, la riforma delle procedure concorsuali e la riforma di ''una parte significativa'' del Codice di procedura civile costituiscono infatti per Castelli ''un corpus di riforme che certamente contribuira' da un lato a ridurre la durata dei processi e dall'altro a incrementare la competitivita' del Sistema Italia''. ''Una domanda si impone inderogabile: si poteva fare di piu'? La risposta non puo' che essere affermativa- osserva Castelli- poiche' fa parte della natura dell'uomo, nel momento in cui sottopone alla visione critica il proprio operato, individuare i ritardi, gli errori, le previsioni sbagliate. Allora altri quesiti occorre porsi. Abbiamo fatto cio' che era necessario? Abbiamo dato risposte esaurienti ai cittadini? A queste domande -prosegue il Guardasigilli- si puo' rispondere guardando dentro di se ma cio' non e' importante. Importante sara' il giudizio che a breve dara' il popolo sovrano''.
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati