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20 gen 2006BIN LADEN HA CHIESTO LA RESA DI BUSH

HOUSTON, TEXAS-Il raid dell’aereo-robot telecomandato in Pakistan col quale gli Americani hanno eliminato alcuni stretti collaboratori di Osama Bin Laden ha costretto la primula rossa araba a venire fuori dal buco in cui si nasconde per mostrare all’America ma specialmente agli uomini della sua rete di terroristi pazientemente tessuta e stesa in tutto il mondo che e’ ancora vivo e vegeto e che e’ ancora in grado di dirigere il gioco prendendo l’iniziativa.
Sebbene dunque lo sceicco sia malato, braccato, spiato, costretto a muoversi ed a cambiare di continuo il suo nascondiglio, obbligato a stare quasi sempre solo, a girare in moto ed a non poter usare piu’ un telefono che gli farebbe puntare addosso i satelliti americani; utilizzando una staffetta di fedelissimi portaordini e’ riuscito a far recapitare alla stazione televisiva Al Jazeera il suo nuovo messaggio col quale in essenza vuole dire una cosa ben precisa: avete fatto fuori i miei amici e potate stare sicuri che dovrete pagare. Il messaggio che in questo momento viene studiato ed analizzato in America per poterne ricavare tutto cio’ che e‘ ricavabile e che possa servire specialmente a sapere da dove proviene, questa volta include, pero’, qualcosa di nuovo.
Molti hanno definito quest’offerta di Bin Laden una tregua. Se si analizza attentamente il contenuto del nastro ci si accorge che si tratta invece di una resa incondizionata che viene consegnata ora al Presidente americano Bush su di un piatto d’argento.
Col suo solito stile ricattatorio da autentico gangster della vecchia Chicago Bin Laden vuol far sapere, infatti, senza tanti preamboli e perdite di tempo che l’America ha un modo preciso per pagare il suo debito: lo puo’ fare lasciando subito l’Afganistan e l’Iraq che adesso sono contaminati dalla presenza dagli infedeli Americani e che non sono piu’ sotto la sua influenza diretta.
E’ proprio esaminando queste condizioni che ci si accorge dunque che con tracotanza inaudita Bin Laden non s’ accontenta di proporre solo una semplice tregua ma che quelle egli fa recapitare adesso tramite la solita stazione araba sono le sue vere e proprie condizioni di resa. Com’era pure prevedibile le stesse condizioni sono seguite anche da un “oppure…” tanto oscuro quanto minaccioso e che viene interpretato con sempre crescente ansieta’ dagli analisti dell’antiterrorismo americano. Si sa ormai da tempo ed e’ diventata una vera costante dello sceicco che ha siglato la catastrofe di New York dell’undici settembre d’ alzare sempre il tiro nel progettare e fare eseguire i suoi attacchi e c’e’ gia’ chi e’ piu’ che nervoso considerando che questa volta si potrebbe giungere all’uso di armi biologiche e persino alla detonazione di un ordigno nucleare sul territorio americano.
Alla conclusione della guerra che aveva portato alla liberazione dal regime oppressivo e fanatico dei Talibani in Afganistan il Segretario della Difesa americana Donald Rumsfeld aveva commentato col suo stile causticamente ironico e lapidario che adesso Bin Laden che una volta era in controllo dell’Afganistan era invece in controllo di una caverna nascosta tra le montagne al confine col Pakistan. Ebbene si deve constatare purtroppo che, a distanza di tempo, lo sceicco e’ ancora vivo nel suo buco in montagna e che e’ in grado di minacciare un’ecatombe dalle proporzioni bibliche la piu’ avanzata, la piu’ armata e la piu’ potente nazione del mondo.
 
RO PUCCI – HOUSTON, TEXAS  
 



 
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