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24 gen 2006Papa: ''I media promuovano matrimonio e famiglia''- Siddi(FSNI):"un’ azione coraggiosa della Chiesa"

 Benedetto XVI nel suo messaggio per la 40esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: ''Insieme ai genitori, possono essere di sostegno nell'educazione dei bambini''
 
Papa Ratzinger (Infophoto)CITTA' DEL VATICANO, 24 gen. (Italia Estera) - Nel messaggio per la 40esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali diffuso nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Ratzinger si concentra sul ruolo che spetta al settore: "illuminare le coscienze degli individui e aiutarli a sviluppare il proprio pensiero non è mai un impegno neutrale".  Benedetto XVI rivolge pertanto un appello ai mass media ad "essere responsabilì, "protagonisti della verità" e "promotori della pace". L'industria dei media, sottolinea Benedetto XVI, non può "essere rivolta unicamente al guadagno" perdendo così di vista il senso di responsabilità nel servizio al bene comune. "Pertanto, occorre sempre - scrive il Papa nel Messaggio - garantire una accurata cronaca degli eventi, una esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, una onesta presentazione dei diversi punti di vista". E ancora: "la comunicazione autentica esige coraggio e risolutezza". E' una grande sfida educativa quella che spetta ai mass media ma anche ai giornalisti i quali con "determinazione" dovranno evitare nell'esercizio del loro lavoro di "indebolirsi sotto il peso di tanta informazione" o di "adeguarsi a verità parziali o provvisorie". Piuttosto, invece, il ruolo di illuminare le coscienze e formare la pubblica opinione esige "la diffusione di quello che è il senso ultimo dell'esistenza umana, personale e sociale".
Fra le priorità che dovrebbero occupare l'attività dei media  c'è quella di promuovere la vita matrimoniale e familiare.  . ''La necessità di sostenere ed incoraggiare la vita matrimoniale e familiare - scrive infatti il Pontefice - è di particolare importanza, proprio perché si fa riferimento al fondamento di ogni cultura e società. In collaborazione con i genitori, i mezzi della comunicazione sociale e le industrie dello spettacolo possono essere di sostegno nella difficile ma altamente soddisfacente vocazione di educare i bambini, presentando modelli edificanti di vita e di amore umano''. ''Come ci sentiamo scoraggiati e avviliti tutti noi - ha aggiunto Ratzinger - quando si verifica il contrario!''.

Le ''degenerazioni si verificano - ha spiegato il Papa - quando l'industria dei media diventa fine a se stessa, rivolta unicamente al guadagno, perdendo di vista il senso di responsabilità nel servizio al bene comune''. ''Pertanto - continua il testo del Pontefice - occorre sempre garantire un'accurata cronaca degli eventi, un'esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, un'onesta presentazione dei diversi punti di vista''.
Benedetto XVI questa mattina ha poi sottolineato l'importanza che i nuovi media hanno nel generare nuovi linguaggi ma ha anche messo in guardia dal rischio di manipolazione che questo fenomeno comporta. ''L'impatto incisivo che i media elettronici in particolare esercitano nel generare un nuovo vocabolario e immagini - ha spiegato Benedetto XVI - che introducono così facilmente nella società, non sono da sottovalutare. Proprio perché i media contemporanei configurano la cultura popolare, essi devono vincere qualsiasi tentazione di manipolare, soprattutto i giovani, cercando invece di educare e servire. In tal modo, i media potranno garantire la realizzazione di una società civile degna della persona umana, piuttosto che il suo disgregamento''.
Il Papa sostiene che ''la formazione ad un uso responsabile e critico dei media aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata''. E ancora. ''La partecipazione ai media nasce dalla loro stessa natura, come bene destinato a tutte le genti''. ''In quanto servizio pubblico - ha infatti affermato il Papa - la comunicazione sociale esige uno spirito di cooperazione e corresponsabilità, con una scrupolosa attenzione all'uso delle risorse pubbliche e all'adempimento delle cariche pubbliche, compreso il ricorso a norme di regolazione e ad altri provvedimenti o strutture designate a tal scopo''.
Per il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi “L’informazione è un bene essenziale per qualsiasi persona che si voglia titolare dei diritti di cittadinanza, tanto che nella società contemporanea o si è cittadini informati o non si è cittadini. Alcuni spunti del messaggio del Papa Benedetto XVI per la quarantesima giornata mondiale per le comunicazioni sociali incoraggiano quanti, professionalmente da operatori o socialmente da persone impegnate, considerano il ruolo sociale dell’informazione molto più che un assunto giuridico normativo.
L’informazione è certamente cosa ben diversa da una qualsiasi merce da manipolare per soli scopi di profitto o per coltivare interessi estranei alle necessarie autonomie del suo contenuto e alla finalità di rendere le persone veramente libere, grazie alla conoscenza, nelle proprie valutazioni.
Il nuovo richiamo alla cooperazione e alla corresponsabilità di Papa Benedetto XVI, che segue a un anno di distanza quello analogo del suo predecessore Giovanni Paolo II, assume il significato di un’ azione permanente, particolare e coraggiosa della Chiesa Cattolica. Si dà un senso profondo alla media education, ossia alla “formazione ad un uso responsabile e critico dei media”, che “ aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata”. Ma, in questa operazione, viene riconosciuta fondamentale l’attenzione che dev’essere posta a una scrupolosa attenzione all’uso delle risorse pubbliche e all’adempimento delle cariche pubbliche”.
La buona informazione può e dev’essere scomoda, aderente alla verità, proposta con i criteri della lealtà, della correttezza, della trasparenza. Non bastano le risorse tecnologiche. Esse hanno sempre bisogno di mani intelligenti azionate da professionalità adeguate.
I giornalisti hanno un ruolo importante e hanno anche bisogno di essere messi in condizione di svolgere al meglio la missione sociale e culturale dell’informazione libera. Censure, divieti di accesso alle fonti di informazione, precarietà del lavoro sono nemiche della verità e della libertà.
Il messaggio del Papa, - conclude Siddi -  certo destinato in primo luogo al mondo cattolico perché assuma ogni media come rete di comunicazione, comunione e cooperazione, si apre alla riflessione di tutti gli operatori del sistema, di cui può e deve essere valorizzata la ricchezza del pluralismo”.






 
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