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10 mar 2006Faccia a faccia Belusconi-Diliberto a Matrix

Il leader del Pdci: ''Un vero comunista come me è un uomo di governo'' - Berlusconi: ''Sono terrorizzati, e hanno costruito un meccanismo per far sì che io non possa andare in tv''
ROMA 10 MAR.  – (Italia Estera) -  Un dibattito serrato, accompagnato qua e là da battute e stilettate, ma senza affondi duri sui temi di maggior contrasto, come ad esempio l'Iraq e la politica estera. Questo il confronto televisivo fra Silvio Berlusconi e Oliviero Diliberto nel salotto di Enrico Mentana a 'Matrix'. Un duello che forse ha perso mordente  da  quando  si è saputo che  il leader dell'opposizione Romano Prodi Prodi ha accettato la sfida con il presidente del Consiglio.. Al premier e al segretario dei Comunisti Italiani non è restato che confrontarsi, a colpi di dati e citazioni, sui temi del comunismo, della giustizia e del lavoro.
''Tutti gli elettori del partito dell'onorevole Diliberto sono qui dentro questo studio''. E' di Silvio Berlusconi la prima battuta del confronto con il segretario del Pdci Oliviero Diliberto a Matrix,
. La prima parte della trasmissione è tutta sull'ironia e sulle punzecchiature fra i contendenti. E' sempre il Cavaliere che, guardando le immagini del confronto di 10 anni fa con Prodi, dice: ''Sono alto come Prodi, che invece ha detto che per essere alla sua altezza dovrei salire su una sedia''. Poi è Mentana a offrire il destro ai contendenti: ''Dopo 10 anni sono l'unico con i capelli bianchi''. Al conduttore replica il premier: ''Le do io un indirizzo sicuro, anche perché ha il dovere di fare qualcosa''. Diliberto chiosa: ''Se dobbiamo parlare di capelli ...''

Poi si parla del confronto tv. ''Sono terrorizzati, e hanno costruito un meccanismo per far sì che io non possa andare in tv'', afferma Berlusconi. ''La sinistra non vuole che i cittadini conoscano la realtà. Hanno visto che da quando sono andato in tv per quella che ho definito operazione verità sono arrivato a superare la sinistra. Per questo sono stato contento di accettare l'invito che mi ha fatto l'onorevole Diliberto per un confronto''. E poi, il leader del Pdci ''non è scappato, quindi onore al merito... ''. Da parte sua Diliberto spiega di aver ''accettato di incontrare Berlusconi per dimostrare che un vero comunista come me è un uomo di governo e ha l'ambizione di tornare alla guida del Paese''.
Il premier lancia quindi il suo attacco ai mezzi di informazione, ribattezzando il "Corriere della Sera" "Corriere della sinistra" dopo il fondo firmato dal suo direttore Paolo Mieli: finalmente ha tolto la maschera. Questo dimostra che i più grandi giornali italiani sono della sinistra''. Poi ringrazia Diliberto per avergli permesso di "infrangere il silenzio" a cui è stato costretto dai media. "A dire la verità - replica il leader del Pdci - ho visto Berlusconi in tutte le tv in questi giorni".
Poi il duello si infiamma. Si passa  al tema del mercato del lavoro. e il leader del Pdci attacca: ''Proviamo almeno per una volta a dire la verità agli italiani''. Lo interrompe il Cavaliere: ''C'è una regola sempre valida della scuola comunista: la verità è sempre quella che conviene al partito ...''. Pronta la replica di Diliberto: ''Per Berlusconi invece la verità è quella che fa comodo a lui...''. Per Berlusconi, grazie alla "riforma Biagi", ora è "più flessibile" e con più opportunità per donne e giovani. "Lui la chiama flessibilità, io la chiamo precarieta", afferma il leader di Pdci. ''Berlusconi parla del Paese del bengodi... '', così Oliviero Diliberto critica la politica del lavoro del governo.
Il segretario del Pdci non usa mezzi termini neanche quando parla della riforma della Moratti sulla scuola: ''E' una profonda nefandezza''  "che introduce una scuola di classe". Un ammodernamento, gli risponde il premier, "indispensabile" e grazie al quale sono aumentati i fondi "da 35 a 40 miliardi di euro". Dopo l'uno due di Diliberto arriva la replica del Cavaliere che sottolinea: ''Diliberto è un vero, autentico e integrale comunista, ribalta sistematicamente la realtà''.
Botta e risposta anche sulla giustizia. La prima stoccata è del presidente del Consiglio che accusa la sinistra di aver sempre tentato nei cinque anni di governo di "eliminare il leader dell' opposizione usando quei magistrati a loro organici". Pronta la replica del leader del Pdci: ''Qui Berlusconi rappresenta anche le istituzioni come presidente del Consiglio: questo è il segno di una sua totale mancanza di senso dello Stato''. Lo interrompe il premier: ''Il senso dello Stato di Diliberto è il senso di uno Stato di polizia, quello dell'Urss... Quando un ordine indipendente come la magistratura viene stimato solo da 12 cittadini su 100, c'è qualcosa che non va... ''. Diliberto parte al contrattacco ed è scontro sulle toghe rosse: ''Non capisco questa ossessione di vedere dappertutto magistrati della sinistra. E' vero ci sono state le toghe rosse: mi riferisco a quei magistrati che hanno sacrificato la vita versando il loro sangue per il bene dello Stato. Parlo di Falcone, Borsellino, il giovane Livatino, Chinnici... ''. Berlusconi lo interrompe di nuovo: ''Guarda caso non erano toghe rosse, sono state insanguinate ma non apparteneva nessuno di loro alla sinistra''.
Tra Berlusconi e Diliberto regge il bon ton, almeno fino a quando il leader dei Comunisti Italiani sottolinea di essere sempre stato "fermo ma pacato". Il Cavaliere, per contraddirlo, cita il libro 'Berlusconi ti odio' ed elenca "tutti gli insulti" dello stesso Diliberto: "E' di una inettitudine clamorosa, è una vergogna averlo come presidente del Consiglio, vuole un colpo di Stato...". ''Berlusconi è un pazzo, un pericolo per la democrazia, un fascista''. "Evviva la pacatezza", sottolinea il premier. Per nulla turbato il segretario dei Comunisti lo incalza subito: ''Potevi curarmi la campagna elettorale...
Poi, la discussione è proseguita e Diliberto ha chiarito: ''Berlusconi dipinge il centrosinistra come l'impero dal male e insulta Prodi continuamente. Che qualcuno gli risponda di santa ragione non è un male. Grazie di aver letto quelle cose''. Il premier replica deciso: ''Mai insultato nessuno, ho solo usato l'ironia''.
Il Cavaliere regala a Diliberto il 'Libro nero del comunismo'. Per rispondergli, l'esponente dell' opposizione cita un vecchio comunicato stampa in cui Berlusconi loda Armando Cossutta e ricorda le migliaia di vittime del fascismo. Il premier risponde con un grafico in cui mostra che "le vittime del comunismo sono ben superiori a quelle di tutti gli altri totalitarismi". Diliberto cerca di "non farsi dettare l'agenda" dall'avversario e punta sui dati dell' economia chiedendo di non agitare "spauracchi del passato". Numeri che, per Diliberto, mostrano che l'Italia va peggio degli altri paesi europei. "Colpa della situazione disastrosa ereditata dai vecchi governi", replica il premier. Il governo, aggiunge, ha "ammodernato il Paese".
"Ma se ci sono le pulci sui treni", risponde Diliberto. "Evidentemente sono figlie delle vostre pulci", controreplica Berlusconi.
Anche il programma del centrosinistra è un terreno di scontro. "Vuol dire più Stato e quindi più tasse", attacca Berlusconi. "L'ho sottoscritto, e lo rispetterò", taglia corto Diliberto. Persino il latino, usato dal premier per difendere le norme sulla legittima difesa, è terreno di polemica con Diliberto che corregge Berlusconi.
Al centro del confronto anche le origini familiari. Parlando della scuola, Silvio Berlusconi racconta: ''Io, figlio di famiglia povera... ''. Il premier non riesce a terminare la frase per il rumoreggiare della parte dello studio che supporta Diliberto: ''Che fate negate la storia?'', si difende il premier. Diliberto, intanto, incalza il presidente del Consiglio: ''Ma suo padre non lavorava in banca?''. Perso il filo, Berlusconi non si dà per vinto ed ha attaccato con un'altra storiella: ''Mio zio mi diceva, studia il latino e riuscirai nel commercio. Io ho studiato il latino e lui ha avuto ragione''.
Poi, un altro siparietto sulle inquadrature delle zone sei supporter nello studio. Mentana assicura che non ci sono discriminazioni nelle inquadrature. ''Semplicemente i nostri sono più belli'', incalzato il premier per giustificare forse qualche primo piano in più tra gli spettatori azzurri.
 L'ultimo scontro è sulle norme per il falso in bilancio che per Diliberto è stato depenalizzato, mentre per Berlusconi è rimasto sostanzialmente "come prima". Questa, replica il leader di Pdci, "dovendo scegliere la balla dell'anno, è colossale".
Il dibattito termina con due minuti di arringa finale ciascuno e poi i due si stringono la mano. Berlusconi al termine, forse non proprio soddisfatto, dirà fuori dallo studio: "Si lavora troppo e non si ha mai tempo di prepararsi".
AgP/Italia Estera



 
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