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19 mar 2006Il Papa celebra la festa di San Giuseppe Lavoratore

CITTA' DEL VATICANO, 19 MAR. - (Italia Estera) - Il Papa ha celebrato oggi in una Basilica di San Pietro affollata la festa di San Giuseppe Lavoratore che è il patrono, appunto, dei lavoratori. Hanno concelebrato con il Papa, tra gli altri, il cardinale Camillo Ruini, vicario per la diocesi di Roma e presidente della Cei, monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, e monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace. Quest'ultimo, all'inizio del rito, ha rivolto al Papa un indirizzo di omaggio, con gli auguri per il suo onomastico.
Presenti nella Basilica, rappresentanze delle associazioni dei lavoratori, non solo di matrice cattolica. Uno dei lettori il vicepresidente del Movimento Cristiano dei Lavoratori (Mcl) Antonio Inchingoli (nella foto)
Tra i sindacati e le associazioni rappresentati alla messa in San Pietro, la Cisl - presente con il segretario generale Savino Pezzotta -, la Coldiretti, il Movimento Cristiano dei Lavoratori (Mcl), la Compagnia delle Opere, il Mlac, la Confartigianato, la Confcooperative, l'Ucid, l'Acai, le Acli - nella navata anche l'ex presidente Luigi Bobba -, l'Api-Colf, la Confap, l'Economia di Comunione, l'Icra, il Mrc, l'Ucit. 
 
 
Durante l'omelia della solenne messa , commentando la pagina dell'Esodo in cui viene narrata la consegna a Israele del Decalogo da parte di Dio, papa Benedetto XVI ha affermato che "I comandamenti sono il mezzo che il Signore ci dona per difendere la nostra libertà". Secondo il Pontefice, la libertà tutelata dal rispetto dei dieci comandamenti è "sia dai condizionamenti interni delle passioni che dai soprusi esterni dei malintenzionati". "Il Decalogo - ha spiegato - vuole essere una conferma della libertà conquistata". Sempre secondo il Papa, "i 'no' dei comandamenti sono altrettanti 'si'' alla crescita di un'autentica libertà". 
Papa Benedetto XVI  ha anche raccomandato che Il lavoro dev'essere "sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell'umana dignità e al servizio del bene comune". Ha affermato che "il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell'uomo e per lo sviluppo della società". "Al tempo stesso - ha aggiunto -, è indispensabile che l'uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita".
 
 
Dopo aver ricordato l'importanza del "comandamento del riposo" quale "coronamento dell'insegnamento biblico del lavoro", il Papa ha richiamato la costituzione pastorale "Gaudium et spes" per sottolineare che "l'attività lavorativa deve servire al vero bene dell' umanità", permettendo "all'uomo come singolo o come membro della società di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione". "Perché ciò avvenga - ha proseguito - non basta la pur necessaria qualificazione tecnica e professionale; non è sufficiente nemmeno la creazione di un ordine sociale giusto e attento al bene di tutti. Occorre vivere una spiritualità che aiuti i credenti a santificarsi attraverso il proprio lavoro, imitando San Giuseppe, che ogni giorno ha dovuto provvedere alle necessità della Santa Famiglia con le sue mani e che per questo la Chiesa addita quale patrono dei lavoratori".
Nel corso dell’omelia Benedetto XVI ha rivolto un pensiero ai disoccupati e ai giovani in cerca di lavoro. La testimonianza di San Giuseppe, patrono dei lavoratori - ha affermato - "mostra che l'uomo è soggetto e protagonista del lavoro". "Vorrei affidare a lui - ha aggiunto - i giovani che a fatica riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi dovuti alla diffusa crisi occupazionale".
 Beppe Nisa/Italia Estera
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le foto sono fermo immagini del TG3



 
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