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09 giu 2006Esequie solenni nella Basilica di San Paolo per il militare italiano ucciso lunedì scorso a Nassirya.

Il telegramma del Papa: ''Caduto nella difesa pacifica della popolazione'' . Napolitano: ''Le nostre missioni sono militari , non di guerra''

ROMA, 9 giu. - (Italia Estera) - Esequie solenni nella Basilica di San Paolo fuori le mura per il militare italiano ucciso lunedì scorso a Nassirya.
Portata a spalla da sei commilitoni del 152esimo Reggimento della Brigata Sassari, la bara di Alessandro Pibiri è stata accolta dall'applauso della piccola folla assiepata all'esterno della Basilica. Dietro al feretro un commilitone reca un cuscino di velluto bordeaux sul quale è stato adagiato il berretto d'ordinanza del sottufficiale. Un picchetto di militari ha intonato la prima strofa di 'Forza Paris', inno della Brigata Sassari, mentre all'interno della chiesa si elevava il canto 'Chi ci separerà dal tuo amore?', lode tradizionalmente rivolta al Signore.
Presenti alla funzione i familiari del caporalmaggiore: il padre Marco Pibiri, la madre Luisella Ambu e la fidanzata del sottufficiale della Brigata Sassari, Valentina. A loro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto un commovente saluto e alcune parole di conforto. Quindi il Capo dello Stato ha preso posto in prima fila davanti all'altare maggiore, affiancato dal presidente della Camera Fausto Bertinotti, dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dai vicepremier Massimo D'Alema e Francesco Rutelli e dal ministro della Difesa Arturo Parisi.

Nelle altre file, diversi ministri del governo e leader politici di maggioranza e opposizione come il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, il segretario dei Ds Piero Fassino e il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, oltre al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, al sindaco di Roma Walter Veltroni, nonché i vertici di tutte le Forze armate.
Monsignor Angelo Bagnasco che è l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia ha officiato le esequie solenni: ''Tutti, con un unico cuore, ci sentiamo percossi, ma anche per questo più decisamente uniti'', ha detto il presule nell'omelia. ''Il sangue della sua giovane vita - ha rimarcato- non è sparso invano, così come quello di tutti i caduti nel compimento del proprio dovere a servizio degli altri in Italia e all'estero; come il sacrificio dei feriti ai quali auguriamo la pronta e totale ripresa. Nella luce di Cristo - fa osservare l'arcivescovo - ogni lembo di terra irrorato dalla bontà e dal sacrificio di un uomo diventa fertile: prima o dopo germoglia il bene''.

Alessandro Pibiri ''non ci ha lasciati - ha poi sottolineato monsignor Bagnasco - ma continuerà a essere insieme a noi, alla sua famiglia, ai suoi compagni di lavoro e di vita, alla patria che ha servito con fierezza e dedizione. Alessandro è e resterà insieme a noi e noi sentiremo la sua spirituale presenza, il calore del suo sorriso, la forza del suo esempio''.

Prima dell'inizio del rito è stato letto anche un telegramma del Papa. ''Un'intera nazione che ancora una volta piange un figlio caduto nel compimento generoso del proprio dovere'', si legge nel testo che sottolinea l'impegno del militare italiano ''al servizio dell'ordine, della sicurezza, della giustizia e della difesa pacifica delle popolazioni irachene''. Benedetto XVI assicura ''fervide preghiere di suffragio per la giovane vita barbaramente stroncata'' e invia ''a coloro che sono nel dolore confortatrice benedizione apostolica''.

A conclusione del solenne funerale il feretro sempre avvolto nel Tricolore, è stato collocato sul carro funebre e ha lasciato tra gli applausi la basilica romana. L'auto, scortata dai motociclisti, si è quindi diretta all'aeroporto militare di Roma Ciampino. Da lì, decollerà il C130 dell'Aeronautica militare, con a bordo anche i familiari del militare italiano e i commilitoni della Brigata Sassari, per il volo diretto all'aeroporto cagliaritano di Elmas. Il feretro raggiungerà quindi Selargius, la cittadina originaria di Alessandro Pibiri, dove sarà allestita la camera ardente e dove si svolgeranno domani i funerali privati.

Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando, questa mattina al Quirinale, il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Paolo La Rosa, con una delegazione di ufficiali, sottufficiali e marinai, in occasione dell'anniversario dell'impresa di Premuda ha affermato che Le nostre forze armate sono impegnate in ''missioni militari, ma non di guerra''.
 
''La Marina militare italiana è impegnata in una molteplicità e varietà di missioni all'estero che fanno capo all'Unione europea, alla Nato, all'Onu. Si tratta - ha sottolineato Napolitano - di missioni che richiedono un alto grado di specializzazione e professionalità e che sono rivolte a tutelare essenziali beni comuni, dalla lotta contro il traffico di esseri umani alla libertà di navigazione, dalla protezione civile alla salvaguardia dell'ambiente''. ''Si tratta di missioni militari, ma non di guerra. L'Italia ha bisogno dell'insieme delle Forze Armate, al più alto livello di modernità ed efficienza, per adempiere i suoi doveri di partecipazione a quelle organizzazioni internazionali che, come recita l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, sono impegnate ad assicurare - ha ricordato il presidente della Repubblica - la pace e la giustizia fra le nazioni''.(Italia Estera) -
 
 




 
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