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17 ott 2006ONU: Italia, un plebiscito!

Torneremo per due anni il primo gennaio 2007 in Consiglio di Sicurezza dopo un decennio di assenza. La candidatura italiana ha raccolto 186 voti su 189
NEW YORK, 17 OTT. (Italia Estera) - Con quello che il presidente del Consiglio Romano Prodi ha definito “un risultato plebiscitario” e Massimo D’Alema un “voto straordinario” l’Italia tornerà per due anni il primo gennaio 2007 in Consiglio di Sicurezza dopo un decennio di assenza. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato ieri per il rinnovo di cinque dei suoi dieci membri non permanenti e il risultato non avrebbe potuto essere più lusinghiero. La candidatura italiana ha raccolto 186 voti su 189 (tre nazioni si sono astenute) a fianco dei 180 del Belgio, l’altra nazione eletta per i due seggi in palio per il Gruppo Europa Occidentale e altri paesi.
“È qualcosa di unico, una votazione plebiscitaria”, ha commentato Prodi a Madrid mentre il ministro degli Esteri Massimo D’Alema raccoglieva “la stima, la considerazione e la simpatia di cui godiamo in seno alle Nazioni Unite e sulla scena internazionale”. Al Palazzo di Vetro l’ambasciatore italiano Marcello Spatafora, che ha pilotato la campagna elettorale italiana fin dall’inizio, non ha nascosto la soddisfazione: “Non è successo, è un trionfo, per noi senza precedenti”, che l’Italia accoglie nella consapevolezza delle sue responsabilità, di essere stata eletta cioé, “come dice la Carta delle Nazioni Unite, per rappresentare tutti gli stati membri”.
Meglio che nel 1994 - Inevitabilmente, come ad ogni elezione, la conta dei voti, soprattutto per le nazioni per cui il risultato è scontato, si trasforma in un concorso di bellezza, in una gara di popolarità sulla scena internazionale riflessa nei numeri del Palazzo di Vetro. In questo senso l’Italia ha confermato al meglio il risultato record raggiunto nel 1994 quando il nostro paese venne eletto per il biennio 1995-1996 con 167 preferenze su 170, pari al 98,2 per cento dei voti espressi. Stavolta la percentuale è stata ancora più alta, del 98,4 per cento, un dato che ha cancellato l’infortunio dell’ottobre 2000 quando gli italiani vennero battuti in una corsa a tre con Irlanda e Norvegia.
L’elezione dei nuovi membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza è un rituale d’autunno per l’Assemblea Generale: ogni anno ne scadono cinque che vengono rinnovati secondo una distribuzione dei seggi per aree regionali. Stavolta sono risultati eletti al primo scrutinio Italia, Belgio e Sudafrica che non avevano oppositori all’interno dei rispettivi gruppi regionali mentre per il gruppo Asiatico l’Indonesia, maggior paese musulmano del mondo, ha battuto con 158 voti a 28 il Nepal, forte per il contributo al peacekeeping ma azzoppato da problemi politici interni, conquistando il posto oggi occupato dal Giappone.
Il Sudafrica, che sostituisce la Tanzania, ha ottenuto 186 voti. Il ballottaggio tra Venezuela, osteggiato dagli Stati Uniti, e Guatemala per il seggio dell’America Latina lasciato libero a fine anno dall’Argentina non ha invece portato a una elezione dopo una raffica di votazioni con fumata nera e la minaccia delle parti di proseguire a oltranza.
Candidatura nasce in Onu divisa da frattura Iraq - La candidatura italiana al seggio non permanente per il biennio 2007-2008 nasce alla fine del 2003 in una Onu in profonda crisi dopo la radicale spaccatura del Consiglio di Sicurezza sull’Iraq e gli attacchi dell’amministrazione Bush al Palazzo di Vetro, un edificio che “se ne crollassero dieci piani - ebbe a dire il futuro ambasciatore John Bolton - non piangerebbe nessuno”.
Nel 2003 le Nazioni Unite venivano considerate da più parti un ferro vecchio da buttare. Diverso il clima in cui matura in gennaio il ritorno dell’Italia nel Consiglio: nessun paese - ha osservato un mese fa il presidente del Consiglio Romano Prodi nel discorso dalla tribuna dell’Assemblea Generale - può affrontare da solo le sfide del nuovo millennio perché le minacce globali richiedono risposte globali.
Iniezione di Europa in Consiglio - Ed è dunque con la fiducia di una maggioranza così ampia dell’Assemblea Generale che l’Italia “si sente impegnata a proseguire l’azione per un ruolo sempre più efficace delle Nazioni Unite e degli organismi multilaterali”, ha detto D’Alema commentando il voto. L’en plein italiano è da una parte un riconoscimento dell’alto profilo del nostro paese sulla scena internazionale, convalidato dall’impegno di diecimila soldati della pace impegnati nel mondo tra cui gli oltre 2.500 della missione Unifil, ma è anche il risultato della compattezza con cui l’Europa si è presentata negli ultimi anni all’appuntamento con il rinnovo dei seggi che le spettano in Consiglio di Sicurezza. “Sarà un veicolo per iniettare più spirito europeo unitario tra i Quindici, nella direzione di una sola politica estera e di sicurezza europea, in modo cioé da portare più Europa nel Consiglio”, si è ripromesso Spatafora.(Italia Estera) -



 
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