12 nov 2006 | D'Alema a Kabul, "Karzai é d'accordo sulla conferenza" |
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La missione del ministro degli Esteri ha l'obiettivo di ribadire il sostegno italiano al paese e di "rilanciare una strategia efficace in una situazione di crescente insicurezza"
Servizio di Luciano Lombardini
KABUL, 11 NOV. Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema è giunto a Kabul, dove ha incontrato il presidente afghano Hamid Karzai che si è detto d'accordo con l'idea della conferenza internazionale lanciata nei giorni scorsi dal capo della Farnesina. Al termine del colloquio D'Alema (nella foto), rispondendo a una domanda di un cronista se Karzai fosse d'accordo o meno con l'idea della conferenza, ha affermato: ''Sì, abbiamo discusso di cosa deve essere, certamente''. Ed ha aggiunto: ''Abbiamo esaminato e soprattutto ascoltato l'analisi del presidente sulla situazione, sulle difficoltà, sull'opera del suo governo, un incontro molto utile''.
Il ministro degli esteri italiano ha riferito anche di aver espresso a Karzai, ''la volontà dell'Italia di aiutare questo Paese e che consideriamo questa prova, l'Afghanistan, come una prova per tutta la comunità internazionale''.
''E' stato un incontro amichevole e approfondito - ha spiegato D'Alema - abbiamo illustrato soprattutto al presidente Karzai le ragioni per le quali proponiamo che si arrivi a una conferenza internazionale sull'Afghanistan''. Le ragioni, ha continuato D'Alema, ''sono soprattutto quelle di rilanciare un impegno della comunità internazionale che non soltanto a livello militare, ma a livello politico sia in grado effettivamente di contribuire alla stabilizzazione del Paese al consolidamento della democrazia e alla pacificazione dell'Afghanistan''.
Dopo l'incontro con il presidente afghano, D'Alema ha incontrato il suo omologo Rangin Dafar Spanta. Nella conferenza stampa congiunta il titolare della Farnesina ha affermato che '''la comunità internazionale non solo non può abbandonare l'Afghanistan ma che una sconfitta della democrazia in Afghanistan sarebbe un colpo molto grave per tutta la comunità internazionale''.
Poi il ministro ha espresso la convinzione che occorre coordinare meglio gli sforzi perché, ''è evidente che un'azione che si svolge su un piano prevalentemente militare è del tutto insufficiente se non c'è un'azione in grado di allargare il consenso e di mostrare a tutti i cittadini i risultati dello sforzo internazionale''.
Tornando sulla conferenza internazionale, anche il ministro degli Esteri afghano si trova d'accordo sull'impostazione di base illustrata da D'Alema. Vale a dire l'assunzione di un nuovo approccio omnicomprensivo ai problemi che comprenda non solo un'azione militare e di lotta al terrorismo, ma anche un rilancio degli aiuti umanitari e dei processi di rafforzamento delle istituzioni afghane.
Quanto ai tempi della conferenza il nostro ministro ha detto che si lavorerà insieme al progetto, ''nei prossimi mesi''. Il ministro degli Esteri ha poi aggiuntto che intende coinvolgere nell'ambito della conferenza anche, ''tutti i vicini dell'Afghanistan per chiedere loro un impegno serio e coerente per la stabilità e contro il terrorismo''. Alla domanda se avesse già avuto contatti con altri paesi europei D'Alema ha risposto: ''sì, con spagnoli e francesi''.
Riguardo alle preoccupazioni che suscita attualmente la situazione in Afghanistan, D'Alema ha infine affermato: ''Noi crediamo fortemente che le preoccupazioni non devono spingere gli europei a lasciare il paese, ma vogliamo lavorare meglio''.
D'Alema chiude la missione in Afghanistan con la visita a Camp Invicta, base del contingente militare italiano a Kabul. Ora il ministro si recherà in Cina per una missione che lo porterà a Pechino e a Shangai.
Luciano Lombardini/Italia Estera
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