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02 dic 2006Berlusconi: ''Siamo qui per mandare a casa Prodi''

Il leader di Forza Italia acclamato in piazza San Giovanni: ''Noi siamo qui contro l'oppressione fiscale e giudiziaria di un governo di minoranza. Noi diciamo no a questo governo che ha impoverito l'Italia''

ROMA, 2 DIC. (Italia Estera) - "Vogliamo mandare a casa un governo che distrugge la fiducia dei cittadini nello stato, che spreca le risorse e riduce la libertà di ciascuno di noi".  Lo ha detto Silvio Berlusconi nel suo intervento in piazza San Giovanni, tra gli applausi della folla.

"Sono tra voi perché volevo e dovevo esserci - ha continuato Silvio Berlusconi - Quando ho inciampato nella fatica siete stati tutti con me, fiduciosi e ottimisti come piace a me e pieni di voglia di vivere e di tenere duro". Berlusconi poi si rivolge alla piazza parlando del malore che lo ha colpito domenica scorsa a Montecatini. ''E' una cosa che capita a chi lavora troppo'' dice.
Poi un lungo discorso contro il governo e la Finanziaria. ''Noi siamo qui contro l'oppressione fiscale e giudiziaria di un governo di minoranza - afferma l'ex premier nel suo intervento -. Noi diciamo no a questo governo che ha impoverito l'Italia materialmente e moralmente''.

''Questo governo tassa i cittadini ma non li rappresenta più'' è l'affondo del Cavaliere alla Manovra e all'esecutivo. ''Noi oggi siamo qui per protestare contro un governo che vuole saccheggiare i nostri redditi e i nostri risparmi'', scandisce Berlusconi, che porta come esempio dell'attuale situazione un episodio della rivoluzione americana: ''A Boston gli americani si ribellarono alle tasse decise dal governo di Londra'', dando avvio alla rivoluzione americana ''con lo slogan 'No taxation without representation'. Ecco, da noi oggi c'è la stessa situazione''.

Il Cavaliere non usa mezzi termini: ''Noi ci opponiamo oggi al governo della sinistra. Ci opponiamo alla peggiore legge Finanziaria della storia della Repubblica''. ''Siamo qui - aggiunge - anche per dire no alla mostruosa macchina fiscale messa su da questo governo, con cui si vogliono schedare tutti i cittadini italiani invitandoli perfino alla delazione fiscale''.

''Questa piazza felice e gioiosa rappresenta l'Italia operosa e onesta - insiste - che lavora e produce, che vuole unire e non dividere. Questa è l'Italia che noi vogliamo''. Invece ''la sinistra sta preparando un futuro di incertezze e divisioni. Vuole dividere gli uomini dalle donne, la gente del Sud da quella del Nord''.

Inevitabile poi il riferimento alla vicenda dei presunti brogli elettorali. ''Oggi qui voglio riaffermare che la sinistra ha rifiutato fino ad ora di ricontare le schede elettorali ed ha l'impudenza inaccettabile di accusarci di colpo di Stato'' dice Berlusconi che contrattacca: ''Se ci sono stati brogli sono stati fatti dalla sinistra che storicamente ha insegnato a farli ai suoi militanti''.

''Oggi - rimarca - dopo le ultime accuse ignobili, false e grottesche che ci ha fatto la sinistra, noi vogliamo, anzi pretendiamo, il riconteggio delle schede''.

Nel suo discorso anche la rivendicazione delle prerogative della Cdl. ''Noi - incalza - abbiamo mantenuto tutte le nostre promesse. L'abbiamo fatto con serietà ed equilibrio. Abbiamo dato vita al primo governo liberale che abbia avuto il Paese. Il nostro esecutivo è durato più degli altri, è stato un record''.

''La Cdl è una casa libera e aperta con le proprie identità e idee. Per questo Roma e questa piazza ci hanno accolto con affetto e gioia'' dice il Cavaliere cogliendo l'occasione per rilanciare il partito unitario del centrodestra che sarà la priorità. ''Noi qui oggi siamo già un partito unitario della Cdl - assicura -. Siamo già il partito della libertà. Io sono convinto che il cammino del popolo della libertà ha un percorso già segnato. Siete voi l'anima di questo grande partito della libertà''.

Da qui la dichiarazione di intenti: ''Noi tentiamo di tornare al più presto al governo dell'Italia. Tentiamo di tornare al governo per finire il lavoro che abbiamo fatto per 5 anni e che abbiamo fatto bene''. ''Noi rappresentiamo - dice tra gli applausi della platea - l'Italia vera giusta e profonda, l'Italia della sobrietà e della tolleranza e dell'amore. Rappresentiamo, in una sola parola, l'Italia della libertà. Grazie di cuore a tutti voi, grazie del sacrificio che avete fatto per venire qui a sostenere la nostra fatica e il nostro lavoro. Un abbraccio affettuosissimo a tutti'', conclude il Cavaliere che dopo venti minuti di discorso saluta la folla: ''Viva l'Italia e viva la libertà''.

Poi però riprende la parola dopo l'intervento di Umberto Bossi. Il leader di Forza Italia chiama per nome tutti gli alleati presenti e li invita a marciare uniti in questo momento. ''Questo è il momento dell'unità e non delle divisioni'' dice, e riferisce le cifre del comitato organizzatore: ''Siamo più di due milioni" (Italia Estera) -

 

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