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11 gen 2007E’ morto Carlo Ponti, “un Italiano che viveva all’estero”

Lo storico produttore cinematografico, marito di Sophia Loren, si è spento all'età di 94 anni a Ginevra. Funerali in forma "molto ristretta"
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Servizio di Beppe Nisa
ROMA, 11 GEN. (Italia Estera) -  E’ morto Carlo Ponti, lo storico produttore cinematografico, marito di Sophia Loren, “un Italiano che viveva all’estero” come lui stesso si definì. ''Si è spento serenamente - si legge in un comunicato della famiglia - circondato dal nostro affetto'' all'età di 94 anni nell'ospedale cantonale di Ginevra, dove era entrato circa dieci giorni fa per una complicazione polmonare.
Nella sua lunga carriera, iniziata negli anni '40, ha prodotto oltre 140 film. Titoli che vanno dalla 'Strada' di Federico Fellini a 'Blow up' di Michelangelo Antonioni ma anche il 'Dottor Zivago' di David Lean.
 
Dal matrimonio con la Loren, sposata in seconde nozze, ebbe due figli: Carlo Jr. nel 1968 e Edoardo nel 1973. I funerali si terranno  in forma "molto ristretta" nella cappella privata della famiglia Ponti a Magenta (provincia di Milano) dove è nato il produttore  l'11 dicembre 1912.
 
Fu Ponti ad aprire le porte del grande schermo a quella che allora era solo Sofia Lazzaro. I due si sposarono nel 1957 in Messico: un matrimonio, tra il produttore e l'attrice di 22 anni più giovane, che creò un piccolo scandalo nel mondo cattolico, a causa del precedente matrimonio di Ponti. Le nozze furono replicate in Italia solo quasi dieci anni dopo, il 9 aprile del 1966. Ma la cosa infastidì i benpensanti, al punto che alcune riviste del settore tentarono una sorta di boicottaggio contro i film interpretati dall'attrice.
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Manuel De Sica, il figlio di Vittorio, ricorda il sodalizio degli anni '50 Ponti-De Laurentis, così ''diversi'' nel carattere e nel modo di vedere il cinema. ''Carlo era un settentrionale lucido, determinato, puntava su film di sicuro successo internazionale. Dino, napoletano di Torre Annunziata, era l'uomo delle grandi imprese, dei progetti colossali, come la realizzazione di 'Dino città'. Forse per questo il loro tandem non funzionò''. Manuel torna poi con la memoria alla ''sfida'' de 'La Ciociara', il film diretto da De Sica e con la Loren nei panni di Cesira, per la cui interpretazione vinse l'Oscar nel 1962. ''Con papà è sempre andato d'accordo. Carlo lo considerava uno dei più grandi registi, soprattutto dopo aver diretto la prima volta Sophia Loren, a 19 anni, ne 'L'oro di Napoli'. Fu proprio lui a spingerlo ad accettare la sfida della 'Ciociara', convinto che sarebbe stata vincente. E così' fu. Mio padre infatti regalò a Carlo Ponti un Oscar''.
"Scompare con Carlo Ponti uno dei maggiori rappresentanti dell'imprenditoria cinematografica italiana ed internazionale un uomo sensibile, coraggioso e innovativo, come ha mostrato la sua lunga e brillante carriera", scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato alla signora Sophia Loren Ponti. "Negli oltre sessant'anni di attività - aggiunge il capo dello Stato - Carlo Ponti ha firmato importanti produzioni cinematografiche: un percorso di eccellenza iniziato con pellicole di origine letteraria, fino ai grandi successi internazionali, con cui ha onorato la storia del cinema". "La scomparsa di Carlo Ponti - conclude Napolitano - rappresenta una grave perdita per la cinematografia italiana. In questo momento di grande dolore, sono vicino alla signora Loren, ai suoi figli e a tutti i familiari, ai quali esprimo, insieme a mia moglie Clio, sentimenti di tristezza e partecipe cordoglio".
 
Il vicepresidente del consiglio e ministro dei beni culturali Francesco Rutelli dice che Ponti "ha rappresentato la grande coraggiosa spinta di innovazione, ha promosso talenti indimenticabili e raccolto successi straordinari" . Aggiunge : "Vorrei esporre la bandiera del cinema italiano abbrunata perché la scomparsa di Ponti rappresenta sicuramente un momento triste, anche se nuove leve avanzano. In fondo, il lascito delle grandi personalità consiste sempre nel sapere che segue qualcuno dopo di loro -ha concluso il ministro- e il cinema italiano ha dimostrato da tempo di avere questa capacità''.
Dal canto suo il presidente della Camera Fausto Bertinotti esprime "sincera commozione" alla vedova Sofia Loren per la scomparsa di un produttore che è stato "a lungo protagonista del cinema italiano" e il sindaco di Roma Walter Veltroni lo definisce "uno dei più grandi produttori italiani, un uomo colto e innovatore che ha legato al suo nome a capolavori indimenticabili".
 
A piangerlo, oltre che l’Italia del cinema anche quella dei politici e di quelli che contano che lo costrinsero a fuggire. Abbandonò il suo paese, l’Italia, quando ancora avrebbe avuto molto cammino da fare, lasciando un vuoto che nessuno è più riuscito a colmare.
 
Dopo aver prodotto uno dei capolavori di Ettore Scola, 'Una giornata particolare' con Marcello Mastroianni e Sofia Loren, Ponti chiuse il suo ufficio romano all' Ara Coeli e trasferì buona parte dei suoi interessi negli Stati Uniti. Lo ricorda Giovanna Cau, amica sua carissima, che ha difeso insieme ad Adolfo Gatti, Ponti per anni. L’avvocatessa che si dice "addolorata e malinconica" per la scomparsa "un grandissimo produttore" e come una persona "viva, intelligente, partecipe, attenta alle vicende italiane ed estremamente generosa: quando qualcuno, attore, regista o sceneggiatore che fosse - ricorda - si trovava in difficoltà lui era sempre pronto ad aiutarlo, era come una banca". A Giovanna Cau, che dice di aver passato con Ponti i momenti più belli della sua vita, sarebbe piaciuto che Ponti, anziché trasferirsi in Francia e poi in America, fosse rimasto a Roma, nel suo ufficio all' Ara Coeli ed è sicura che in Italia, dopo il suo ultimo capolavoro 'Una giornata particolare' di Ettore Scola, avrebbe fatto ancora grandi cose.
Siamo nel 1977 ma la mossa fu indovinata. Infatti due anni dopo, nel '79, Ponti viene condannato a quattro anni di reclusione e 22 miliardi di lire di multa per esportazione di valuta. Non e' il solo reato contestato al produttore. Furono almeno dieci i procedimenti giudiziari che Ponti dovette affrontare, tra l’altro fu imputato anche di truffa ai danni dello stato e evasione fiscale. Da tutti sarebbe alla fine uscito assolto. Per l'evasione fiscale pagò invece sua moglie Sofia Loren che fu rinchiusa per 15 giorni nel carcere di Caserta dopo essersi presentata volontariamente davanti ai giudici nel maggio del 1982.

Nonostante le assoluzioni il rapporto di Ponti con l' Italia era ormai definitivamente incrinato e, pur tornando di tanto in tanto nel suo paese, il produttore continuò a gestire i suoi interessi dagli uffici di Los Angeles e New York, dalla villa nella Hidden Valley in California, e talvolta dalla villa di Ginevra, la città svizzera dove ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita.
 
Una delle ultime uscite di Ponti in Italia fu nel ‘98 alla Mostra del cinema di Venezia. Venne con i figli Carlo jr e Edoardo a ritirare al suo posto, perche' in convalescenza, il Leone alla carriera. Ponti si commosse alle lacrime quel 3 settembre '98 con tutto il Palazzo del cinema in piedi a suggellare con gli applausi quel simbolico abbraccio tra lui e il maestro Michelangelo Antonioni che la stessa Loren aveva voluto per consegnarle il premio. La stessa edizione della Mostra in cui furono omaggiati con la retrospettiva di Venezia 60 i grandi produttori della storia del cinema, dando poi il leone alla carriera all'eterno amico-rivale Dino De Laurentiis, che oggi con la scomparsa di Ponti resta l'ultimo grande. E da Los Angeles ricorda le “loro avventure insieme con grande affetto”e si dice:"fortemente colpito dalla scomparsa di un grande produttore e soprattutto di un caro amico".

Nell’intervista esclusiva concessa a Venezia a Gigi Marzullo in occasione dei suoi 90 anni, e ritrasmessa dalla RAI ieri sera Carlo Ponti si definisce un “italiano che vive all’estero”, che vorrebbe un’Italia governata da Italiani che vivono all’estero perché sono quelli che amano immensamente l’Italia. Anche lui, dice, che deve fare delle reprimende a Rai International. Ma la cosa più interessante è la definizione del Napoletano. “Il napoletano è l’unico popolo che non è italiano perché è napoletano. I napoletani non sono degli attori ma degli artisti”, spiegando così le origini napoletane, anzi puteolane (Pozzuoli) di Sofia Loren.
 
Beppe Nisa /Italia Estera
 
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