19 feb 2007 | Celebrato a villa Borromeo l’anniversario dei patti lateranensi con l'intervento di Napolitano |
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Colloquio di Prodi col Cardinale Bertone – Il comunicato di Palazzo Chigi e le dichiarazioni del Segretario di stato vaticano
Servizio di Luciano Lombardini
ROMA, 18 FEB. – a Villa Borromeo, gioiello seicentesco ora sede dell'ambasciata italiana presso la Santa Sede, ricevimento commemorativo in occasione dell'annuale ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi.
L'evento - a metà strada tra il protocollare ed il mondano - è da sempre considerato una specie di test per capire la distanza tra le due rive del Tevere. I vertici della Santa Sede e quelli italiani sono stati impegnati in due differenti momenti. Il primo incontro - di 30 minuti – ha visto da una parte Prodi, accompagnato dal ministro degli Esteri, Massimo d'Alema, dal vicepremier Francesco Rutelli, dall'ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua e dall'altra, invece, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato (capo delegazione) accompagnato da Ruini, da monsignor Giuseppe Betori, segretario della Cei, da monsignor Dominique Mamberti, ministro degli Esteri, dal Sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Leonardo Sandri, dal nuovo ambasciatore monsignor Giuseppe Bertello e dai sottosegretari Pietro Parolin e Gabriele Caccia. Dopo i convenevoli di rito ne è seguito un incontro di mezz’ora tra Prodi e Bertone. Ed al termine del ricevimento all'ambasciata italiana presso la Santa Sede, secondo una nota di Palazzo Chigi, dai colloqui di oggi "i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede sono usciti ulteriormente rafforzati".
Al termine di questo incontro tra le due delegazioni ne è seguito un secondo, più istituzionale e decisamente meno politico. Ai presenti si si sono uniti il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con la Signora Clia, per portare i saluti a nome di tutto il popolo italiano, i presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti assieme al Presidente della Consulta Franco Bile.
Una foto-opportunity ha chiuso il 'summit'.
Il programma reso noto qualche giorno fa dalla Farnesina informava che “le conversazioni verteranno sulle questioni politiche generali, sulle problematiche concordatarie e su temi bilaterali". Gli argomenti che hanno riempito questi trenta minuti non sono mancati, a cominciare dal fatto che sul tappeto da anni giacciono una serie di intese ancora da siglare (per l'assistenza spirituale nelle carceri, relativamente ai beni culturali, l'annosa vicenda di Radio Vaticana).
Il "cordiale e sereno colloquio" tra il Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone e il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha toccato diversi argomenti. Tra questi anche quello della famiglia, sul quale "si sono precisate e chiarite in modo costruttivo le rispettive posizioni". E’ quanto si afferma nella nota diffusa da Palazzo Chigi in cui si legge che "L'incontro odierno tra la delegazione dello Stato della Città del Vaticano e la delegazione italiana, svoltosi all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede in occasione delle celebrazioni per i Patti Lateranensi, ha costituito l'occasione per dialogare su numerosi questioni bilaterali, trovando particolare sintonia sui temi relativi alla politica internazionale e soprattutto sulla necessità di moltiplicare gli sforzi e la collaborazione al fine di alimentare le politiche per la pace, in particolare in sede Onu e Ue e per affrontare i problemi dei Paesi meno sviluppati".
Il card. Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, si mostra soddisfatto dei colloqui avuti con i vertici delle istituzioni italiane Il segretario di stato racconta ai giornalisti che i colloqui si sono svolti con "serietà e serenità" e si sono affrontati non solo problemi italiani perché "come sapete bisogna anche andare fuori dall'Italia".
"Si è parlato dell'applicazione del Concordato, delle famiglie che sono una priorità per l'Italia, delle provvidenze per le famiglie come dice l'articolo 31 della Costituzione". Lo ha riferito, parlando con i cronisti, il cardinal Tarcisio Bertone al termine della cerimonia per l'anniversario dei Patti Lateranensi. "Dei Dico - ha scherzato Bertone - preferirei dire non dico, ma naturalmente si è parlato anche di quello chiarendo le rispettive posizioni"
"L'Italia nei suoi rapporti con la Cina spinge ad un'apertura verso la Santa Sede. L'Italia sarebbe contenta che si affrettassero le relazioni diplomatiche ma la Cina come la Chiesa non dico che abbia tempi biblici ma sicuramente ha prospettive lunghe. Bertone ha voluto sottolineare "esplicitamente l'apprezzamento per l'impegno dell'Italia in Medio Oriente e per la tutela dei luoghi santi". Il cardinale ha fatto questa precisazione attraverso il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo aver conversato con giornalisti.
E il ministro della Difesa Arturo Parisi, lasciando la cerimonia, ha detto: "Ho riscontrato un clima disteso, come tutte le altre occasioni di questo genere". Al giornalista che lo informava delle riserve del leader dell'Udeur Clemente Mastella sull'eventuale inizio dalla Camera e non dal Senato dell'esame del provvedimento dei Dico, Parisi dice: "Mastella ha il carico di fare quelle dichiarazioni".
Diversi manifrestanti hanno sostato davanti a Villa Borromeo, con diversi manifesti in occasione dell'arrivo delle delegazioni italiana e vaticana per l'anniversario dei Patti Lateranensi del 1929 e della loro revisione dell'84.
Nonostante le dichiarazioni sull'ottimo stato delle relazioni tra Chiesa e Stato ("sono eccellenti grazie anche alla veste giuridica dei nostri rapporti bilaterali" ha affermato l'ambasciatore Balboni Acqua), le ultime polemiche legate al tanto temuto ddl Bindi-Pollastrini hanno lasciato sul terreno non poche incomprensioni e malumori. Non a caso la Radio Vaticana nei giorni scorsi ricordando l'approvazione - 60 anni fa esatti - dell'articolo 7 della Costituzione, sottolineava che in quell'articolo i Patti Lateranensi sono richiamati come strumento naturale e necessario per rendere effettivo e operante il principio dell'indipendenza: "Stato e Chiesa ognuno nel proprio ordine sono indipendenti e sovrani". E ieri mattina l'Avvenire, elogiando lo spirito del Concordato, in una nota, rilevava con fastidio le reiterate richieste di alcuni gruppi politici che dopo il referendum sulla procreazione e ora sui Dico chiedono con insistenza la revisione del Concordato per ridurre l'8 per mille. "Certi settori laici - si legge - vogliono mettere in crisi le relazioni tra Chiesa e Stato". Una ritorsione: "il Concordato non può comprare il silenzio della Chiesa".
Luciano Lombardini/Italia Estera
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