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24 feb 2007Governo, Napolitano rinvia Prodi alle Camere

Il presidente della Repubblica: ''Allo stato non vi è una concreta alternativa nonostante il parere contrario dell'opposizione''
Servizio di Luciano Lombardini
ROMA, 24 FEB  (Italia Estera) -  Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha sciolto la riserva di ieri sera ed  ha rinviato il governo Prodi alle Camere al termine del colloquio di questa mattina con il presidente del Consiglio nello Studio alla Vetrata al Quirinale. 

Nella nota letta dal segretario generale del Quirinale Donato Marra si legge che il presidente della Repubblica ''ha respinto le dimissioni del governo e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al più presto al Parlamento, per verificare la sussistenza del rapporto fiduciario".

"E' apparso chiaro - spiega Napolitano - che non vi sia allo stato una concreta alternativa a un rinvio del governo dimissionario in Parlamento, per la verifica attraverso un voto di fiducia del sostegno, anche in Senato, della necessaria maggioranza politica". Questo, "nonostante il parere contrario, nel merito, dei gruppi di opposizione", tiene a precisare il capo dello Stato.

Il presidente della Repubblica, dopo aver incontrato tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, ritiene infatti che "non ricorrano le condizioni per un immediato scioglimento delle Camere: sia alla luce di una costante prassi istituzionale, sia in considerazione di un giudizio largamente convergente, benché non unanime, sulla necessità prioritaria di una modificazione del sistema elettorale vigente".

Quanto al voto di fiducia alle Camere, "tale accertamento potrà essere compiuto in tempi brevissimi - aggiunge - in modo da consentire, in caso di superamento della prova di fiducia, un immediato ristabilimento della normalità dell'azione di governo e dell'attività parlamentare".

Riguardo alle dimissioni del governo, spiega il capo dello Stato, ''si erano rese necessarie non per obbligo costituzionale, ma per dovere di chiarezza politica, dopo gli esiti delle votazioni del 1 e del 21 febbraio al Senato e per le divergenze e tensioni manifestatesi già prima nella maggioranza di governo".

Napolitano osserva inoltre come la tornata delle consultazioni al Quirinale abbia "confermato la particolare complessità e difficoltà della crisi, apertasi con le dimissioni del governo presieduto da Prodi". Proprio nel corso delle consultazioni presidenziali, "tutte le componenti dell'Unione - dà atto il presidente - hanno riconosciuto la serietà dei problemi scaturiti sia dall'insufficiente coesione di posizioni e di comportamenti nello schieramento uscito vincente dalle elezioni del 9 aprile, sia dalla ristrettezza del suo margine di maggioranza in Senato".

Quanto poi alle ''ipotesi legittime e motivate di sperimentazione di una diversa e più larga intesa di maggioranza a sostegno di un governo impegnato ad affrontare le più urgenti scadenze politiche e in particolare la revisione della legge elettorale, ipotesi sostenute da alcune componenti della Casa delle Libertà, non sono risultate sufficientemente condivise, per poter essere assunte come base della soluzione della crisi del governo Prodi".

Al termine del colloquio con Napolitano  Prodi ha ringraziato ''il presidente della Repubblica per la fiducia manifestata nei miei confronti e nei confronti della maggioranza che mi sostiene. Mi presenterò alle Camere per il voto di fiducia nei tempi più rapidi possibili, con uno slancio rinnovato di una coalizione coesa e decisa ad aiutare il Paese in questo difficile passaggio e a spingerlo verso la ripresa economica che è in atto". L'incontro con il capo dello Stato è durato 40 minuti. Prodi ha poi incontrato il presidente del Senato, Franco Marini, e quello della Camera, Fausto Bertinotti.
Luciano Lombardini/Italia Estera



 
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