Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
08 mar 20078 MARZO, Napolitano: ''Pari opportunità questione di democrazia''

Il capo dello Stato in occasione della festa delle donne: ''Non si può continuare a privare il Paese delle formidabili risorse rappresentate dalle energie femminili" . 'In Parlamento le donne elette sono solo pattuglie''
 
ROMA, 8 MAR  (Italia Estera) -  "Sono in gioco questioni di libertà e di democrazia, di crescita e di progresso della società italiana". E' quanto avverte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadendo, proprio nel giorno in cui si celebra la festa della donna, la necessità di "propugnare e promuovere le pari opportunità di genere" perché "non si può continuare a privare il nostro paese, in così larga misura, delle formidabili risorse rappresentate dalle energie femminili non mobilitate e non valorizzate".
A proposito della scarsa presenza di donne nel nostro Parlamento, il presidente della Repubblica sottolinea ''Pattuglie, solo pattuglie''. ''Dalle imprese private alla pubblica amministrazione e alla politica, la barriera che blocca l'accesso delle donne agli alti gradi, in Italia, è -insiste- ancora particolarmente robusta".
Esorta quindi tutte le italiane a lavorare ''per la causa delle donne: per i loro diritti, per i loro progetti". Il capo dello Stato ricorda con soddisfazione che non mancano "donne che si sono affermate per la loro forza, per la loro qualità e per i loro meriti, superando condizioni di partenza sfavorevoli, resistenze e inerzie pesanti". Ma al tempo stesso afferma che "dobbiamo rendere possibile per tutte le donne fare la loro strada, conquistare ed esercitare i loro diritti".

"E' vero che il tasso di occupazione delle donne italiane sta crescendo un po' più rapidamente di quello degli uomini, ma lo squilibrio -osserva il presidente della Repubblica- è ancora altissimo, uno dei più alti in Europa". Il capo dello Stato lamenta che "l'occupazione femminile italiana è ancora ben lontana dall'obiettivo del 60% previsto dal Consiglio Ue di Lisbona del 2000 per il 2010. Le donne italiane sono troppo poco occupate e, quando lo sono, fanno assai più fatica degli uomini ad avanzare in tutte le sfere di attività''.
Per il capo dello Stato "è indispensabile un impegno collettivo, un impegno fortissimo di educazione, sin dai primi gradi del sistema d'istruzione, al rispetto della donna, alla cultura della non violenza, al principio della parità". "Dobbiamo attrezzarci a combattere discriminazioni piccole e gravi, violenze minori e maggiori -continua- affinché la situazione cambi e le donne godano davvero di pari opportunità e cessino sfruttamenti e violenze, è necessario un robusto tessuto normativo. Tuttavia -avverte Napolitano- le leggi sono essenziali ma non bastano".

Se da un lato "è bene -osserva- che le donne occupino ruoli e mansioni tradizionalmente maschili", d'altro canto "è bene pure che gli uomini occupino ruoli e mansioni tradizionalmente femminili. Ed è una buona cosa che più padri e più nonni si occupino dei figli e dei nipoti". Napolitano parla infine anche del fenomeno della violenza sulle donne. Il capo dello Stato non manca di osservare che "spesso, autori dei soprusi sono partner o persone conosciute dalle vittime. Di conseguenza, accade che molte volte le donne colpite non sporgano denuncia: un errore fatale", conclude.
lI ministro dei diritti e delle pari opportunità, Barbara Pollastrini, nel suo discorso al Quirinale in occasione della cerimonia ufficiale per la Festa della donna ha detto che le donne, ed anche tanti uomini "onesti e lungimiranti", sono stanchi "di classi dirigenti nella politica e nella società molto maschili, con poche donne e pochi giovani". Rivolgendosi al Capo dello stato, in relazione alla nuova legge elettorale, il ministro ha affermato: "io chiedo a tutti una scelta. In coerenza con l'articolo 51 della costituzione qualunque riforma deve darsi norme perché sia rispettata l'uguaglianza di possibilità, perché le donne siano candidate ed elette in numero adeguato".
 
"Le parole pronunciate sulle donne dal Presidente Napolitano sono estremamente importanti e non possono essere lasciate cadere". Lo dichiara Silvana Mura, deputata di Idv. " Quando il capo dello stato parla di pattuglie di donne presenti in parlamento e di problema istituzionale e costituzionale aperto - spiega - si impone una riflessione da parte di tutte le forze politiche, alla quale debbono seguire immediate misure per modificare questa situazione che è ormai insostenibile. L'unico strumento in grado di assicurare un immediato riequilibrio senza se e senza ma nella rappresentanza politica sono le quote rosa. Dal momento che sono più di sessanta anni che la politica italiana è declinata esclusivamente al maschile e alle poche donne che vi accedono i colleghi uomini riconoscono un ruolo più o meno ornamentale, serve un iniziativa forte e trasversale di tutte le donne, da destra a sinistra, per chiedere ai partiti di risolvere finalmente il problema costituzionale segnalato dal Presidente della Repubblica, che della costituzione è garante. Solo con più donne in politica - conclude Mura - sarà possibile realizzare gli interventi necessari per dar vita ad una reale parità di opportunità nella società".
 
Il segretario dei Ds Piero Fassino,  intervenendo ad un'iniziativa promossa sul ruolo della donna dalla Quercia, ribadisce l'impegno affinché nella modifica della legge elettorale "sia data attuazione all'articolo 51 della Costituzione sulla rappresentanza di genere. "Abbiamo promosso iniziative in tutta l'Italia per celebrare l'otto marzo mettendo al centro questioni rilevanti per la parità di uomini e donne nel lavoro e nelle Istituzioni". Questa - spiega - sarà una questione dirimente per la nuova legge elettorale". Dati alla mano e nonostante la differenza generale tra la presenza di donne e uomini nei diversi livelli di amministrazione, i Ds risultano in assoluto, "il partito che ha investito di più sulle donne. Gli unici due presidenti di regione - ricorda - appartengono infatti al nostro partito". Nella giornata della festa della donna, Fassino coglie l'occasione per porre all'attenzione 5 obiettivi per favorire la parità di genere.
 
 
Isabella Bertolini, vicepresidente dei Deputati di Forza Italia, è intervenuta in occasione della Celebrazione della 'Festa della Donna' al Quirinale.  "Le donne non siano più considerate figlie di un Dio minore. Ancora oggi, sul posto di lavoro, all'interno dei nuclei familiari, troppo spesso sono vittime di discriminazioni, violenze, prevaricazioni, ingiustizie, maltrattamenti". "Certamente molta strada è stata percorsa ma ancora molta ve ne è da fare per assicurare un pieno rispetto dei diritti umani e civili delle donne italiane. La Festa della donna sia quindi occasione di riflessione approfondita, per comprendere che per assicurare pari opportunità tra uomini e donne serve un impegno più deciso e concreto delle istituzioni, del mondo del lavoro, della società civile tutta". "L'esigua presenza delle donne in Parlamento costituisce un triste corollario di tale situazione di discriminazione. Le donne italiane occupano soltanto il 17 % dei posti a disposizione in Parlamento. Siamo dietro Rwanda e Afghanistan per numero di donne parlamentari. Una situazione questa non più sostenibile". "Io ritengo che l'adozione delle cosiddette quote rosa rimanga l'unica strada percorribile. Dove sono state introdotte, i risultati sono stati molto positivi. Una maggiore rappresentazione delle donne nelle istituzioni consentirebbe, senza alcun dubbio, di migliorare la condizione di tutte le donne italiane".
 
E Gian Luigi Ferretti (CGIE/AN) rivolge un pensiero particolare alle emigrate. Oggi è la Festa della donna. – scrive -  Sento il dovere, e il piacere, di rendere omaggio all’altra metà del cielo, a tutte le donne che ci sopportano e supportano quotidianamente.
Voglio rivolgere un pensiero particolare alle spose, alle madri e alle figlie della grande epopea dell’emigrazione italiana.
Alcuni storici affermano che si può iniziare a parlare di emigrazione solo dal momento in cui iniziano a partire le donne con le famiglie.
Per tutto quello che è avvenuto prima si può parlare di migranti singoli, di lavoratori che andavano all'estero, ma la vera storia dell'emigrazione si colloca in quel momento storico in cui nascono le comunità di italiani.
In questo senso le donne non sono state soltanto il cuore dell'emigrazione, ma anche il ponte più significativo tra il paese di appartenenza ed il paese di nuova residenza e soprattutto hanno avuto un ruolo fondamentale anche nell'integrazione sociale dell'intera famiglia.
Quasi sempre l'uomo era inserito a tempo pieno in un lavoro, all'inizio anche faticoso, difficile e pesante per cui le relazioni sociali, l'integrazione nella scuola, i rapporti con la società erano lasciati alla donna.
Spose eroiche, che spesso hanno aspettato per anni e anni che il marito lontano le chiamasse a sè, che hanno saputo tenere unite la loro famiglia malgrado tante difficoltà.
Madri tenerissime, che con tanto amore hanno cresciuto i figli. Figlie e nipoti, le tantissime donne di origine italiana, ormai perfettamente integrate nella terra d'accoglienza, che hanno conquistato posizioni di primo piano. Molte di loro sono delle grandi ambasciatrici del nostro Paese.
 
Trent’anni di cambiamenti: l’evoluzione è donna
Se negli anni Settanta la speranza di vita alla nascita delle donne era di 74,9 anni e quella degli uomini di 69, nel 2005 è salita a 83,2 anni per le donne e 77,6 anni per gli uomini.
E se a metà degli anni Settanta le donne si sposavano mediamente poco dopo i 24 anni e gli uomini poco dopo i 28, nel 2005 le donne si sposano in media a 29,5 anni e gli uomini a 32,2.
Sono alcuni dei dati che mostrano le trasformazioni della società italiana dagli anni Settanta ad oggi e che sono stati elaborati dall’Istat che ha messo a punto alcune statistiche di genere.
E così se nel 1970 i figli nati fuori dal matrimonio erano circa il 2% del totale dei nati ed erano riconosciuti perlopiù solo dalla madre, nel 2004 i figli nati fuori dal matrimonio sono il 13,7% dei neonati e se nel 1970 l’età media al parto delle donne italiane era di 28,3 anni, nel 2004 è salita a 20,8 anni. Il censimento del 1971 poi rilevò che il 13% delle famiglie erano unipersonali e che il 12% avevano 5 componenti. Al censimento del 2001 le famiglie unipersonali sono salite al 25% del totale, quelle con 5 persone rappresentavano solo il 6%.
E se trenta anni fa il numero medio di figli per donna era pari a 2,2, nel 2004 il tasso di fecondità è sceso a 1,3 figli per donna.
Nel 1970, poi, le ragazze che conseguivano il diploma di scuola media superiore erano il 43% dei licenziati in quest’ordine di scuola e le donne che si laureavano erano il 42% del totale.
Nell’anno scolastico 2005-2006 le ragazze costituiscono il 51,1% di tutti i diplomati e le donne laureate nel 2005 hanno rappresentato il 57% dei laureati nello stesso anno. Aumenta anche il lavoro: nel 1970 il tasso di occupazione delle donne era inferiore al 20%; nel 2005 sono occupate il 45,3% delle donne di 15-64 anni, contro il 69,7% degli uomini. Sempre nel 1970 il tasso di disoccupazione delle donne si attestava al 4% e quello degli uomini al 3%.
Nel 2005 il tasso di disoccupazione femminile è pari al 10,1% quello degli uomini é del 6,2%.
Nel 1972 le quote di parlamentari italiane elette nelle assemblee nazionali era dell’1,8% al Senato e del 3,8% alla Camera. Lo scorso anno la quota di parlamentari italiane elette nelle assemblee nazionali è salita al 14% degli eletti al Senato e al 17,1% alla Camera. All’inizio del 2006 le donne residenti in Italia sono 30.019.535, pari al 51,4% della popolazione, il 4,4% delle quali con cittadinanza straniera.
La popolazione femminile italiana presenta una struttura fortemente invecchiata se è vero che nel 2006 oltre il 22% delle donne hanno più di 65 anni e quasi il 7% più di 80. Le bambine tra 0 e 5 anni sono invece solo il 4,4% della popolazione. L’allungamento della vita, tuttavia, in Italia come in tutti i paesi occidentali, si accompagna spesso ad un crescente periodo vissuto in difficili condizioni di salute e non autosufficienza.  (Italia Estera) -



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati