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15 mar 2007Anche l'0n. Ferrigno denuncia la grave situazione di 100 famiglie negli Stati Unitti

ROMA, 15 MAR  (Italia Estera) - Ancora allarme per gli italiani all’estero. L’on. Salvatore Ferrigno denuncia una situazione grave che riguarda cento famiglie italiane che vivono negli stati uniti  con contratto di lavoro nelle rappresentanze diplomatiche-consolari e negli istituti italiani di cultura che corrono il rischio di essere, tra l'altro, incriminati per evasione fiscale. La  drammatica situazione è stata già denunciata da Italia Estera in un servizio di Alfonso Maffettone (vedi Italia Estera del 20 febbraio) Ma oggi l'on. Ferrigno, deputato eletto appunto nel collegio che comprende gli Stati Uniti , rilancia l'allarme in questa intervista 
di Salvatore Viglia 
 
Ai nostri microfoni, l’on. Salvatore Ferrigno, parla a ruota libera e tutto d’un fiato. Il tempo di una denuncia.
 
Che succede onorevole? 
E’ una situazione incresciosa alla quale bisogna porre rimedio subito e qui, il governo, i colleghi della maggioranza, non  se ne occupano. Tutti fanno finta di niente.
 
Ma di che si tratta, spieghi con calma per favore quale è il problema. 
In America, ci sono circa cento famiglie che rischiano di vedersi confiscare chi la casa, la macchina, persino i soldi frutto del risparmio di una vita per far studiare i figli al College. I quarantanove  da un esame più attento sono diventati addirittura cento.
Cento lavoratori italiani e con doppia cittadinanza, contrattisti presso le sedi consolari e diplomatiche italiane, hanno sempre pagato le tasse allo Stato italiano. E questo, da oltre 23 anni. Nessuna autorità, però, aveva avvisato che, in virtù del trattato di Vienna, le tasse dovute da questi lavoratori andavano versate allo Stato nel quale effettivamente l’attività lavorativa si svolgeva.
Tempo un mese scarso, quando scadrà l’ulteriore proroga, e questi lavoratori si troveranno a dover pagare arretrati di tasse pari a tutti gli anni di servizio. L’atteggiamento del governo americano, in tema di tasse, si sa essere implacabile.
 
L’Italia è la patria del diritto e queste cose non le deve poter permettere. Qui stiamo parlando di lavoratori che, onestamente, hanno dato a Cesare quello che era di Caio.
 
Cosa propone di fare allora? 
Intervenire. Intervenire subito attraverso il nostro ministro degli esteri che martedì 20 marzo si recherà negli USA. Che affronti questa questione con la Rice e blocchi quella che oltre ad una beffa, sarà un danno irreparabile che metterà 100 famiglie a durissima prova.
E’ lo Stato italiano che ha indebitamente incassato questi oneri ed allora provveda a restituire il mal tolto al governo americano ed impedisca che si mettano le mani nelle tasche dei nostri concittadini. Cosa facciamo, li lasciamo pagare due volte le stesse tasse? In fondo, parliamo di qualche milione di euro, non di una finanziaria.
E’ giusto che le nostre unità di crisi si attivino anche in casi come questo oltre che in casi di rapimenti e simili.
E’ ora anche che ci occupiamo, oltre che dei diritti degli extracomunitari, anche dei diritti degli italiani d’origine e di nascita.
Lo Stato italiano, in questo caso, è datore di lavoro, nei confronti di questa gente ha dei doveri. Ha commesso una negligenza ed ora ripari ed allontani lo spettro della rovina economica da queste famiglie oneste.
 
Salvatore Viglia/ItaliaEstera



 
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