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05 ago 2007L’ultima idea di Casini: un governo di unita' nazionale per mandare a casa Romano Prodi.

ROMA, 5 AGO.  (Italia Estera) - L’ultima idea di Pier Ferdinando Casini è un governo di unita' nazionale per mandare a casa Romano Prodi. Il Presidente dell’UDC, intervistato da Repubblica, spiega: "Il punto e' che questo governo e' ostaggio della sinistra radicale. E allora quando Prodi lancia il suo messaggio per dire che non ci vuole - intanto fa come la volpe con l'uva - in realta' vuole brutalmente respingere quelle parti della sua maggioranza che si sentono logorate proprio dalla sua presidenza. E allora Romano si attacca con la colla proprio alla sinistra radicale".
 
Casini si dice sicuro che questo esecutivo istituzionale o tecnico "due secondi dopo la caduta di Prodi lo vorranno tutti. Il problema vero e' chi stacca la spina. Ed evocare continuamente le elezioni, come fa Berlusconi, impedisce proprio che qualcuno prenda il coraggio a due mani e licenzi il premier". "Nel momento in cui la sinistra antagonista dichiara che in parlamento si opporra' ad alcune parti del Protocollo e ne chiedera' la modifica sostanziale - prosegue Casini - l'opposizione non puo' rispondere facendo la bella statuina". Nell'intervista a Repubblica Casini conferma la disponibilita' a sostenere alcune parti del Protocollo sul welfare. "Ma non ci sara' alcun appoggio a Prodi che cadra' solo se non si grida continuamente 'al lupo al lupo', come fanno Berlusconi e Fini. E vedrete che due secondi dopo la caduta del Professore, tutti ci chiederanno un governo di larghe intese".
 
Destra e sinistra bocciano  l’ultima idea di Casini. La Cdl non apprezza le aperture del leader dell'Udc sul Protocollo che ridisegna il welfare, mentre nell'Unione la sinistra radicale attacca l'ipotesi di un governo di unità nazionale e teme le polpette avvelenate che possono allettare i moderati del Partito democratico: ci vuole fare fuori, ma si rassegni perché noi, con la mobilitazione di piazza, rafforzeremo Romano Prodi e il governo durerà cinque anni. I riformisti del Pd, Enrico Letta e Beppe Fioroni su tutti, non chiudono la porta ai voti centristi sul Protocollo, ma non vogliono sentir parlare di cambi di maggioranze: ce la facciamo da soli e il governo non cade.
 
Il leader della Lega Umberto Bossi, impegnato a Camogli nel 'Raduno nautico padano', commenta:
Per un governo di quel tipo "é tardi", e poi attacca Casini "che rischia di annegare con Prodi”, “prepariamoci a governare, aggiunge, presto ci saranno elezioni anticipate” ed è d’accordo con Berlusconi che ha affidato a Tremonti  il nuovo piano per il futuro esecutivo che al primo punto ci sono i costi dello Stato, poi il calo delle tasse e la sicurezza.
 
 Fi non ha nessuna voglia di votare un Protocollo che giudica pessimo e così An, che con Maurizio Gasparri avverte: "Sia chiaro che da tutto il centrodestra non deve venire nessuna forma di aiuto". Si accoda Gianfranco Rotondi (Dca) che boccia in toto la proposta di Casini: no al governo di unità nazionale, al soccorso bianco sul welfare e al modello tedesco. C'é forse, in queste prese di posizione così nette, anche la volontà di forzare la mano da parte della Cdl, che vede Casini in difficoltà dopo il no secco di Prodi a una maggioranza con l'Udc.
 
Un discorso più articolato quello che va fatto per il centrosinistra. Se infatti tutti, ma proprio tutti, buttano nel cestino l'idea delle larghe intese, per quel che riguarda le possibili convergenze dell'Udc in Parlamento sul Protocollo gli accenti sono differenti. Letta (Margherita), sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si augura che "ci siano voti aggiuntivi", ma aggiunge: "Il Protocollo deve essere approvato da questa maggioranza". Insomma, l'Unione deve essere autosufficiente. Il ministro dell'Istruzione Fioroni è contento che Casini si renda conto che l'accordo è positivo, ringrazia, ma taglia corto: "Ce la faremo da soli". Quindi, come dice il rutelliano Renzo Lusetti, niente governi di unità nazionale, perché Prodi dura cinque anni. La sinistra radicale non vede per nulla di buon occhio la disponibilità dell'Udc.



 
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