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17 ago 2007Sisma in Perù: oltre 500 le vittime, 2 italiani feriti

 
Servizio di Carmine Ragucci
 
 
LIMA, 17 AGO. (Italia Estera) -   Due italiani sono rimasti feriti nel forte terremoto che in Perù ha fatto più di 500 morti. Ne dà notizia la Farnesina, che sin dall'inizio attraverso l'Unità di crisi ha seguito la situazione post-sisma.   
I connazionali feriti, un uomo e una donna, sono stati assistiti dalla rete diplomatico-consolare italiana sul posto. La connazionale - spiega la Farnesina - sta rientrando in Italia mentre l'uomo si trova in albergo a Lima, assistito dalle nostre autorità. Al momento del sisma, entrambi si trovavano nella zona di Ica.
 
Intanto continuano le operazioni di soccorso in Perù, nei centri più colpiti due giorni fa dal terremoto di magnitudo otto sulla scala Richter. L'ultimo bilancio fornito dalle autorità peruviane è di 510 morti e 1.500 feriti. La città più colpita è Pisco, che è rimasta gravemente danneggiata per il 70 per cento.
 
A Pisco gli sfollati hanno passato la seconda notte al buio. Manca l'elettricità. Gran parte della popolazione è stata radunata nello stadio della città, e si registrano ora numerosi furti nelle abitazioni disastrate da parte di sciacalli che operano nel cuore della notte.
 
A Pisco, Ica e Chincha, le lamentele e le proteste della gente che ha perso tutto sono costanti, e le emittenti radio- televisive hanno proposto strazianti testimonianze di famiglie intere, di bambini abbandonati e di anziani che chiedono acqua, cibo e tende e che sostengono di non avere ancora ricevuto assistenza alcuna. L'emittente Rpp, in particolare, ha lanciato un appello a quanti possiedano autocarri di collaborare con la popolazione di Pisco per trasferire i feretri con i cadaveri al cimitero. In più, è vivo anche il timore che la lentezza del recupero dei cadaveri che ancora si trovano sotto le macerie possa scatenare qualche epidemia, difficilmente controllabile in una zona di alta povertà e composta di numerosi piccoli centri.
 
Di fronte alle necessità di molte decine di migliaia di persone, la Protezione civile peruviana ha organizzato un ponte aereo da Lima a Pisco, ma molta gente non sa dove andare per ricevere gli aiuti e vaga disperata vicino ai resti di quelle che erano povere case di legno o pietre e fango. Gli abitanti di Chincha, in particolare, sono terrorizzati dalle bande che durante la notte attaccano le case diroccate, rubando tutto quello che trovano. Ma queste bande attaccano anche i camion con gli aiuti destinati alla zona terremotata.  Il governo ha convocato per oggi a Lima una Conferenza degli organismi di cooperazione internazionale, mentre in mattinata apriranno le porte dello Stadio nazionale della capitale peruviana per raccogliere gli aiuti, soprattutto in generi di prima necessità, dei cittadini.
 
Il premier peruviano, Jorge del Castillo, ha comunque assicurato che l'esercito è stato dispiegato per le strade per prevenire "atti di vandalismo". Il ministro degli Interni, Luis Alva Castro, ha organizzato un ponte aereo per trasportare i feriti più gravi, circa un centinaio, dall'area colpita a Lima. La situazione a Pisco è ancora di massima allerta, mentre squadre di vigili del fuoco e unità cinofile stanno cercando di recuperare i corpi delle vittime da sotto le macerie ed eventuali superstiti. I dipartimenti più toccati, quelli di Ica e Canete, sono stati dichiarati zone di emergenza dal governo. Le autorità di Lima hanno anche inviato 28 tonnellate di aiuti umanitari, la cui distribuzione sarà gestita sul posto direttamente dal ministro Alva Castro. Seguono le operazioni di soccorso anche il presidente della Repubblica, Alan Garcia, e altri ministri. L'ultimo bilancio provvisorio del sisma è di 510 morti e circa 1.500 feriti, stando alle cifre fornite dal vice comandante dei vigili del fuoco, Roberto Ognio che ha anche detto che il bilancio potrebbe aggravarsi con il trascorrere delle ore, precisando tra l'altro che è molto difficile che ci siano dei superstiti. L'epicentro del sisma è stato localizzato in mare, a 47 chilometri di profondità, a circa 169 chilometri da Lima. Le città più colpite, Chincha, Pisco e Ica, vicine l'una all'altra, si trovano a circa 300 chilometri a sud della capitale.
Il terremoto di mercoledì ha causato gravissimi danni nella provincia di Pisco, ed in particolare nella penisola di Paracas, dove la forza del mare scosso dal sisma ha fatto crollare due famose formazioni rocciose conosciute come La Catedral e El Fraile, da sempre tra le maggiori attrazioni per i turisti. Lo riferiscono i media peruviani. Oscar Garcia Tello, responsabile della Riserva naturale di Paracas, ha spiegato che nel caso della Catedral, una formazione rocciosa erosa da acqua e vento, al cui interno vivono diverse specie animali in via di estinzione, sono crollati in mare parte dell'arco e il tetto. Fonti dell'agenzia Andina hanno segnalato che anche la struttura del Fraile (Frate) ha subito grossi danni e che il mare ha trascinato con sé circa 400 metri di passerelle panoramiche e infrastrutture per l'osservazione di animali. Anche il centro ecologico utilizzato per studi sulla biodiversità e sui pericoli che corrono le specie marine della zona è stato colpito, con il crollo di parte dei muri e del tetto. I danni si aggiungono a quelli subiti dai numerosi reperti archeologici e dalle mummie dei musei di Ica e Paracas che dal terremoto hanno sofferto "danni irreparabili".
Carmine Ragucci/Italia Estera
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GLI AIUTI DALL'ITALIA
ROMA, 17 AGO (Italia Estera) - Un aereo con gli aiuti umanitari italiani è partito per Pisco, in Perù, l'area più colpita dal violento terremoto  L'intervento di soccorso del Governo italiano, voluto dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, d'intesa con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, vede operare congiuntamente la Protezione civile ed il ministero degli Esteri - Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo. Gli aiuti rispondono alle richieste pervenute questa mattina al Governo tramite l'ambasciata del Perù e i canali delle Nazioni Unite. Si tratta di tende, coperte, materiale sanitario, barelle, kit di potabilizzazione e distribuzione dell'acqua, che sono stati imbarcati all'aeroporto di Brindisi. Esperti della Farnesina e del Dipartimento, partiti con volo di linea, collaboreranno per la corretta distribuzione del materiale inviato con l'ambasciata italiana in Perù.  L'invio degli aiuti segue l'intervento di emergenza in favore della popolazione peruviana colpita dal terremoto, promosso ieri dalla Cooperazione allo sviluppo attraverso la Federazione della Croce Rossa Internazionale.(Italia Estera) -
 



 
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