Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
15 nov 2007Finanziaria passa al Senato. Prodi: Berlusconi ammetta che ha sbagliato

Con 161 sì e 157 no, la Manovra è approvata.  Passa ora alla Camera. Via libera alla class action. Arriva un tetto per gli stipendi dei manager pubblici. Obbligo per la Rai di comunicare i compensi dei conduttori. Sì alla stabilizzazione dei precari. La maggioranza va sotto solo sull'emendamento all'articolo 93 del senatore forzista Izzo
 
ROMA, 15 NOV. (Italia Estera) - Il Senato approva la Finanziaria da 11,7 miliardi di euro. I voti favorevoli sono stati 161, i no 157. Il governo supera così un'altra prova difficilissima lungo il cammino della legislatura. Ora il provvedimento passa alla Camera.
 
Alla maggioranza è mancato il voto del senatore comunista Franco Turigliatto ma si sono aggiunti quelli di quattro senatori a vita: Ciampi, Scalfaro, Montalcini e Colombo. Ai 156 senatori della Cdl, tutti presenti, si è aggiunto il voto contrario del senatore a vita Francesco Cossiga. La presenza dei senatori a vita, dunque, non è stata determinate per l'approvazione.
Il disegno di legge supera la prova dell'aula di Palazzo Madama con la maggioranza che tiene, nonostante le imboscate dell'opposizione e i 'mal di pancia' interni alla coalizione di governo. Alla fine, anche gli esponenti Diniani e gli eletti all'estero non hanno fatto mancare il loro voto.
 
Soddisfatto il premier Romano Prodi. Non rinuncia ad una stoccata nei confronti del leader dell'opposizione: "Credo che ora il cavalier Berlusconi debba dire: 'Mi sono sbagliato' ". "Ritengo che ci sia una maggioranza parlamentare e politica identica a quella del giorno dopo le elezioni".
 
Per il neo segretario del Partito democratico Walter Veltroni "l'approvazione senza voto di fiducia della finanziaria al Senato è una grande sconfitta del centrodestra, che aveva caricato questo voto di particolari significati e attese".
 
L'opposizione ha utilizzato tutte le armi in suo possesso, incluso l'ostruzionismo che ieri ha paralizzato i lavori dell'aula e che oggi è tornato a rendere estenuante il dibattito, per rinviare il primo, e più significativo, giro di boa del provvedimento. Ma la spallata, più volte annunciata dal leader della Cdl Silvio Berlusconi, non è arrivata.
 
Nel tardo pomeriggio l'aula di Palazzo Madama ha dato vita alla class action nell'ordinamento giuridico italiano. L'aula del Senato infatti ha approvato l'articolo aggiuntivo 53 bis della Finanziaria, a firma dei senatori dell'Unione Democratica Roberto Manzione e Willer Bordon, con 158 voti favorevoli, 40 contrari e 116 astenuti. Il via libera è arrivato dopo oltre un'ora di ostruzionismo dell'opposizione, che ha sostenuto un duro confronto con il presidente del Senato, Franco Marini. La Cdl ha prima chiesto modifiche al testo, accolte dal proponente Manzione, e poi chiesto la possibilità di subemendare il provvedimento. Alla fine è stato messo in votazione il testo originario dell'emendamento, con l'astensione di Udc, An e Forza Italia.
 
L'aula del Senato ha dato il via libera all'emendamento per un errore del senatore di Forza italia, Roberto Antonione, che ha votato insieme alla maggioranza. Se il rappresentante di Forza Italia avesse votato no, il totale dei voti fra contrari e astenuti sarebbe stato pari ai consensi ottenuti dal provvedimento, causandone quindi la bocciatura, secondo il regolamento del Senato. La proposta sulla class action è infatti passata con 158 sì, 40 no e 116 astenuti. Quindi, se Antonione non avesse sbagliato pulsante, i sì sarebbero diventati 157 e la somma di no e astenuti avrebbe raggiunto la stessa soglia.
 
Arriva poi un tetto per gli stipendi dei manager pubblici, che dovranno essere inferiori ai 274mila euro cha percepisce il primo presidente di Corte di Cassazione. Ma la norma non si applicherà ai contratti in essere, quelli in corso al 28 settembre 2007. L'aula del Senato ha approvato un emendamento riformulato dal relatore, su cui è stata raggiunta faticosamente nei giorni scorsi l'intesa all'interno della maggioranza. Quella sui contratti in essere, è una restrizione che si aggiunge alle altre eccezioni già previste dalla precedente versione dell'emendamento: i contratti d'opera della Rai, le 25 unità in deroga corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità, i dirigenti della Banca d'Italia e delle autorità indipendenti.
 
Alla Commissione di vigilanza la Rai avrà l’obbligo di comunicare tutte le retribuzioni dirigenziali e i compensi per la conduzione di trasmissioni di qualunque genere. E' quanto prevede un emendamento a prima firma del senatore Francesco Storace, approvato con voto bipartisan dall'aula del Senato con il parere favorevole del relatore.
 
Via libera all'articolo della Finanziaria che riguarda la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Un nodo su cui, fino a ieri, si giocavano le perplessità dei liberaldemocratici e che stamattina ha visto l'approvazione dell'emendamento presentato dal diniano Natale D'Amico (157 favorevoli, 145 contrari e 2 astenuti).
 
Approvato anche l'articolo 5 che raccoglie, fra le altre misure, la proroga degli sconti Irpef per le rette degli asili nido e una maggiore soglia di interessi per le detrazioni sui mutui prima casa.
 
Intanto, stamattina sono state effettuate tutte le votazioni relative agli emendamenti e agli articoli dal 93 al 97, con un solo momento di empasse per la maggioranza che è andata sotto (156 voti favorevoli, 153 no e un astenuto) sull'emendamento del senatore di Forza Italia, Cosimo Izzo, sulla riorganizzazione territoriale del ministero dell'Economia. Un passo falso - ''insignificante'' sul piano politico ma ''antipatico su quello pratico, è stato il commento del sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi - su cui hanno pesato le assenze dei liberaldemocratici Lamberto Dini e Giuseppe Scalera, degli eletti all'estero Edoardo Pollastri e Luigi Pallaro, dell'ulivista Graziano Mazzarello e del senatore a vita Emilio Colombo. E lo stesso Dini ha voluto precisare che non bisogna dargli nessun significato politico: ''c'era confusione in Aula e non abbiamo capito''. E quanto al voto sull'articolo 91 sul tetto degli stipendi ai manager, dice: ''ci arriveremo ...''.
 
Nella conta dei voti finali è venuto meno quello del senatore a vita Francesco Cossiga. Il presidente emerito della Repubblica ha scritto a Romano Prodi annunciando il suo no alla Finanziaria: ''Parteciperò al voto finale sulla legge e voterò contro la sua approvazione'' in segno di protesta contro la volontà del Governo di ''istituire una commissione d'inchiesta su i fatti del G8 di Genova''.
 
No alla manovra anche da Franco Turigliatto (Sc). Ha votato sì invece, il senatore Willer Bordon. ''Voto sì sulla base di un convincimento politico: la Finanziaria va votata altrimenti ci esporremmo all'esercizio provvisorio'' ma occorre prendere atto che ''al Senato, da tempo non c'è più una vera e propria maggioranza politica



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati