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01 gen 2008Il Messaggio agli italiani, in patria e all’estero, del Presidente Napolitano

Non c’è da abbandonarsi alla sfiducia, ma da proporre, decidere, operare” . Il ricordo degli operai dell’orribile rogo di Torino. Le potenzialità su cui l’Italia può contare. Le riforme indispensabili e lo spiraglio di dialogo. Il sessantesimo anniversario della Costituzione
ROMA, PALAZZO DEL QUIRINALE, 31 DIC.  “A voi che mi ascoltate, e a tutti gli italiani, in patria e all’estero, sento di dovere una risposta, insieme con il più sincero, cordiale augurio. Una risposta alla domanda che più ci inquieta: come dobbiamo guardare all’anno che sta per iniziare, con quali preoccupazioni e con quali motivi di speranza e di fiducia? E’ una domanda non facile,  alla quale vorrei provarmi a rispondere partendo da quel che dell’Italia ho visto e ho potuto intendere lungo tutto il 2007, attraverso un gran numero di visite e di incontri”.
 Comincia così il suo secondo messaggio di fine anno al Paese  letto dal  Presidente Giorgio Napolitano che si è rivolto, come di consueto, anche agli italiani all’estero. Prima dell'inizio del messaggio passano sullo schermo  le immagini dell'inno di Mameli eseguito da Riccardo Muti nel cortile del Quirinale, in occasione del concerto per il Libano. Durante l'esecuzione si vedono immagini del presidente della Repubblica con dei bambini in visita al Quirinale.
 “Auguro un anno sereno, per difficile che sia. E’ un augurio che si ispira a sentimenti e ragioni di fiducia nell’Italia, perché cresca e migliori, guardando soprattutto alle generazioni più giovani e a quelle che verranno”.
Il Presidente Napolitano ha parlato della terribile piaga delle morti bianche ricordando la tragedia della Thyssenkrupp: “Mi hanno commosso e scosso le parole di un giovane compagno di lavoro del ventiseienne Rosario, uno degli operai travolti nell’orribile rogo di Torino : “Noi ragazzi che siamo cresciuti insieme a lui da quando avevamo 14 o 15 anni, se lui lotta per la vita dobbiamo lottare con lui fino alla fine”. Gli sono rimasti accanto, poi purtroppo la fine è giunta. E ieri è giunta anche per Giuseppe, altro ventiseienne, ultima delle vittime di una vera e propria inaudita strage”.
Il problema sta nel come valorizzare e incoraggiare dovunque nel paese questo dinamismo, nel come trasmettere questi impulsi all’intero sistema Italia. Se questo è il problema, con esso deve misurarsi la politica – governo e istituzioni rappresentative ad ogni livello – ma debbono misurarsi nello stesso tempo tutte le forze sociali e culturali. Non c’è da abbandonarsi alla sfiducia, ma da proporre, decidere, operare”.
Il Presidente della Repubblica ha rivolto un invito alle forze politiche: “Per consolidare e generalizzare tutti i fenomeni e fermenti positivi che ho richiamato, per mettere a frutto le potenzialità su cui l’Italia può contare, è comunque  indispensabile che si adottino alcune riforme in campo istituzionale e che si crei un nuovo, più costruttivo clima politico, fondato su una effettiva legittimazione reciproca. Ora che uno spiraglio di dialogo si è aperto, con il contributo di entrambi gli schieramenti politici, specie sulla riforma elettorale, occorre assolutamente evitare che l’occasione vada perduta”.
Napolitano ha voluto ricordare i nostri militari impegnati all’estero.  "In questo momento, siamo più che mai vicini e grati alle migliaia di nostri militari che affrontano l'estremo rischio quotidiano, e insieme affrontano la fatica dell'impegno umanitario, in aree tra le più critiche di questo mondo. Lo fanno, lo facciamo nello spirito della Costituzione repubblicana", ha detto il presidente ella Repubblica. "Rendo commosso omaggio a quanti hanno anche di recente sacrificato la vita in queste missioni", ha aggiunto.
Il sessantesimo anniversario della nostra Carta fondamentale - ha sottolineato il Capo dello Stato - deve essere una occasione “per rivederne alcune regole, relative all’ordinamento della Repubblica, dobbiamo risolutamente ancorarci ai suoi principi, anche e non da ultimo ai suoi valori morali, e in special modo a quei suoi indirizzi che non vediamo abbastanza perseguiti e tradotti in atto”.

Napolitano ha fatto anche una nota critica sui mali ricorrenti di Napoli, la sua città, dove i rifiuti sono tornati a invadere le strade, determinando una situazione "sempre più allarmante". E' per lui un esempio delle "paure irragionevoli e dei particolarismi politici e localistici che emergono in troppi casi", che impediscono di risolvere i problemi.

Agli italiani il Presidente Napolitano ha voluto dire: “Possiamo avere più fiducia in noi stessi, ma dobbiamo essere più esigenti verso noi stessi”.

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Il testo integrale del discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano




 
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