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05 feb 2008L’incontro di Napolitano con Marini e Bertinotti. Domani lo scioglimento delle Camere

Come prevede la Costituzione, il capo dello Stato prima di sciogliere il Parlamento deve sentire i responsabili dei due rami  del Parlamento 

ROMA, 5 FEB  (Italia Estera) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato questa sera il presidente del Senato Franco Marini e il presidente della Camera Fausto Bertinotti avviando di fatto la procedura per lo scioglimento delle Camere. 
 
''Ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa sera, al palazzo del Quirinale, - come informa una nota dell’ufficio stampa del Colle -  il presidente del Senato Franco Marini e il presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti.
Come prevede la Costituzione, infatti, il capo dello Stato prima di sciogliere le Camere deve sentire i presidenti dei due rami del Parlamento.  Uscendo dallo Studio alla Vetrata, Marini e Bertinotti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.


Domani mattina il capo dello Stato riceverà al Quirinale il presidente del Consiglio dimissionario Romano Prodi, per la firma e la controfirma al decreto di scioglimento. Sarà poi il Consiglio dei ministri, convocato subito dopo a palazzo Chigi a decidere la data delle elezioni anticipate, che sarà quindi comunicata al Quirinale dal ministro dell'Interno Giuliano Amato per la necessaria controfirma presidenziale.
Chiusa di fatto la legislatura, segreterie e staff sono al lavoro per lanciare la corsa al voto. Da una parte, il rebus candidature e alleanze che promette non pochi grattacapi. Dall'altra, l'impostazione per grandi linee delle direttrici della campagna elettorale. Segreterie organizzative e organismi a tutti i livelli sono in movimento. Da destra a sinistra le macchine della campagna elettorale scaldano i motori in vista del voto di aprile. Infatti le elezioni politiche dovranno tenersi entro 70 giorni. L'appuntamento con le urne è quasi certo che sarà per domenica 13 aprile.  Si tenta di trasformarlo in Election day',  per far svolgere nella stessa data le elezioni politiche e quelle amministrative di   primavera.
 
 La scelta di accorpare le diverse scadenze elettorali ha un duplice obiettivo: fa risparmiare le casse dello Stato e limitare il rischio astensionismo. La decisione è comunque delicata e deve tenere conto di diverse esigenze, tra cui quelle degli amministratori locali. Per legge, infatti, le amministrative si dovrebbero tenere tra il 15 aprile e il 15 giugno: dunque l'Election day il 13 comporta una anticipazione e l'accelerazione dell'iter. Una ragione in più per scegliere di procedere su due piani paralleli: il Consiglio dei ministri già domani dovrebbe stabilire la data delle politiche, mentre il decreto con cui anticipare le amministrative dovrebbe arrivare solo la prossima settimana. D'altro canto, rimandare questo ultimo provvedimento di qualche giorno ha un vantaggio: consente di evitare che i consigli comunali sciolti a causa della scelta dei sindaci di presentarsi alle politiche restino senza un governo eletto dai cittadini troppo a lungo.
 
L'Election day però divide gli schieramenti. L'opportunità di portare i cittadini alle urne una sola volta é stata anche al centro del breve Consiglio dei ministri che si é tenuto oggi. Ufficialmente convocati per decidere un'altra data, quella dei referendum elettorali (convocati per il 18 maggio e destinati a slittare di un anno a causa della chiusura anticipata del Parlamento), i ministri hanno discusso a lungo. In favore di un unico pacchetto di elezioni sarebbe sceso in campo il ministro dell'Interno Giuliano Amato, e con lui il premier Romano Prodi. La difesa sarebbe ruotata intorno a una parola chiave: risparmi. Ma da parte del Partito democratico non si sarebbe nascosta più di qualche perplessità. Su questa linea anche la Cdl  che afferma chiaramente di non condividere il progetto. Il rischio principale, dice il vice coordinatore di Fi Fabrizio Cicchitto, é la "confusione", con "sette schede messe nelle mani degli elettori". I cittadini di Roma addirittura si troverebbero in cabina a dovere fare i conti con ben cinque schede, avverte per An Ignazio La Russa: "Capisco le ragioni del risparmio ma gli sprechi sono altri..."
 
Prodi: massimo impegno anche per la gestione dell’ordinaria amministrazione
Durante il Consiglio dei ministri di questa mattina, Romano Prodi si e' rivolto ai suoi colleghi, chiedendo il massimo impegno anche per la gestione dell'ordinaria amministrazione: Finche' questo governo restera' in carica ognuno deve fare il suo dovere fino in fondo.
Dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti: ''Prodi ha chiesto ai ministri che fino a quando il governo sara' in carica anche per la normale amministrazione, ognuno dovra' mettere pienamente il proprio impegno e fare il suo dovere. Io sono del tutto d'accordo con Prodi: ho sempre detto che l'ultimo secondo deve essere come il primo''.  (Italia Estera) -
 



 
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