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16 feb 2008L'addio a Pezzulo. La figlia: ''Continuerò il tuo lavoro''


Oltre mille persone nel duomo di Oderzo per l'ultimo saluto al militare ucciso mercoledì in un agguato terroristico in Afghanistan. Presente alle esequie il ministro della Difesa Parisi e il capo di stato maggiore generale Fabrizio Castagnetti
Servizio di Beppe Nisa
TREVISO, 16 FEB.   "Ciao mio eroe continuerò il tuo lavoro". E’ la voce fiera, rotta dal pianto, di Giusy la figlia del primo maresciallo Giovanni Pezzulo, ucciso mercoledì scorso in un agguato terroristico nella valle di Uzeebin in Afghanistan mentre distribuiva generi alimentari. Giusy ha concluso con queste parole, sotto lo sguardo attonito della madre Maria,   la lettera indirizzata al Papà che ha letto durante il rito funebre.
Nel Duomo di Oderzo stipato all’inverosimile c’erano oltre  un migliaio di persone.  Oderzo era "vestita" di tricolore come aveva chiesto Giusy. Le bandiere sono spuntate a sorpresa anche nelle cittadine vicine, ma anche sui tram ed i bus  della Capitale d’Italia. Persino il TG1 nella sua sigla ha un lungo Tricolore che avvolge  il mappamondo. Ed a cerimonia ultimata è stata consegnata alla vedova la bandiera che ha avvolto il feretro.  
 A Oderzo è giunta anche la corona d'alloro del Presidente della Repubblica che ieri all’arrivo della salma a Ciampino aveva voluto portare il suo saluto ai partenti della vittima. Anche Benedetto XVI in un messaggio di conforto giunto ai familiari dal Vaticano, fa sapere che pregherà per la nuova vittima del terrorismo.
In chiesa autorità civili e militari - il ministro della difesa, Arturo Parisi, e il capo di stato maggiore, generale Fabrizio Castagnetti - i familiari e i loro conoscenti. In piazza, a seguire la messa sul sagrato, tutta Oderzo che ha applaudito quando è arrivata la bara portata a spalla dai colleghi,   mentre un picchetto interforze ha reso gli onori militari e la tromba suonava le note del silenzio. Il silenzio di una intera città  a lutto (tutti i negozi erano chiusi) in una cerimonia funebre contrassegnata proprio dalla musica: era l'hobby del militare ucciso in Afghanistan.
"Giovanni ha dato il meglio di sé consapevole che chi non ama non protegge e non difende la vita" ha detto nell'omelia il vescovo di Vittorio Veneto mons. Corrado Pizziolo. "Giovanni - ha proseguito - è rimasto vittima di un nuovo vile attentato. Ancora una volta il terrorismo, impaurito dalla solidarietà, ha manifestato il disprezzo per la vita umana". "Il grande amore per la bandiera - ha concluso - è ciò che Giovanni ci lascia come suo supremo testamento". Poi il momento più toccante della cerimonia, quando Giusy, la figlia 18enne del maresciallo eroe (promosso sottotenente post mortem) è salita sull'altare, per l'ultimo saluto al papà: "non voglio ricordarti così in una bara a terra - ha detto la ragazza, tra le lacrime - anche da lontano mi facevi sentire molto amata".
"Non c'eri per i miei 18 anni perché eri lontano - ha proseguito - ma mi sei stato vicino con un mazzo di rose rosse". "So quanto mi ami - ha detto ancora Giusy - e ricordo quando da piccola giocavamo a sposarmi con te". "Ora devo crescere in fretta - ha concluso - per stare vicino alla mamma, mi sento forte e sono sicura che sei tu a darmi questa forza: stammi sempre vicino".
La bara del militare alla fine è stata accompagnata verso il cimitero per l'ultimo momento di dolore e raccoglimento per la famiglia Pezzulo.
Durante la tumulazione nel cimitero di Oderzo sono risuonate le note di 'Io Vagabondo' dei Nomadi, brano e gruppo molto amato da Pezzulo. La band dedicherà proprio al maresciallo caduto in Afghanistan il concerto di stasera a Novellara di Reggio Emilia.
 
Beppe Nisa/ Italia Estera



 
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