Lo ha dichiarato Il ministro dell'Interno Giuliano Amato, dopo la riammissione della Dc da parte del Consiglio di Stato - Qualunque decisione non interesserà gli italiani all'estero- Berlusconi e Veltroni contrari al rinvio
ROMA, 2 APR. (Italia Estera) - Il ministro dell'Interno Giuliano Amato conferma: dopo la riammissione della Dc da parte del Consiglio di Stato "La data del voto potrebbe slittare. Aspettiamo la Corte Costituzionale". Qualunque decisione sarà presa, gli italiani residenti all’estero, che hanno già cominciato a votare per corrispondenza, possono dormire tranquilli: la Dc di Pizza presentò il suo simbolo al Viminale solo per le circoscrizioni italiane del Senato, non lo fece nè per la Camera nè per le circoscrizioni estere. E poco fa si è appreso che Pizza rincara la dose: ha chiesto il sequestro del simbolo dell’UDC.
Da Palazzo Chigi nessuna notizia: silenzio assoluto. L’ordinanza del Consiglio di Stato crea un problema: accogliendo l’istanza cautelare della Dc di Pizza, il Consiglio di Stato non esprime un giudizio di merito. Il giudizio finale di merito del Tar in primo grado e del Consiglio di Stato in appello potrebbe alla fine anche essere contrario alla Dc di Pizza. In questo caso, se le liste di Pizza fossero presenti sulle schede, il giudice amministrativo potrebbe anche ordinare l’annullamento delle elezioni politiche.
Nel 2005 ci fu un precedente. Il congresso del Nuovo Psi dell’ottobre 2005 fu burrascoso: Bobo Craxi e Gianni De Michelis si dichiararono entrambi vincitori. Nel novembre 2005 gli uomini di De Michelis presentarono una lista del Nuovo Psi alle elezioni comunali di Messina. Craxi fece ricorso al Tar ed ottenne in via cautelare l’esclusione della lista di De Michelis. Il procedimento amministrativo poi proseguì e alla fine in secondo grado la spuntò De Michelis. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo (l’equivalente del Consiglio di Stato in Sicilia) diede, nel giudizio di merito, ragione a De Michelis ed annullò le elezioni comunali di Messina, ordinando la loro ripetizione.
In teoria il precedente di Messina 2005 potrebbe ripetersi per le elezioni politiche 2008.
In ogni caso, gli italiani stabilmente residenti all’estero, che hanno già cominciato a votare per corrispondenza, possono dormire tranquilli: la Dc di Pizza presentò il suo simbolo al Viminale solo per le circoscrizioni italiane del Senato, non lo fece nè per la Camera nè per le circoscrizioni estere. La Dc di Pizza per il Senato è apparentata con Pdl, Lega e Mpa. E’ una lista di destra.
"A noi stamane viene comunicata una decisione cautelare che potrebbe essere modificata dal giudizio di merito per la riammissione di un simbolo e quindi la presentazione di una lista - ha spiegato Amato - questa è una procedura non prevista dalla legge elettorale che può avere tempi indefiniti, alla quale tuttavia bisogna conformarsi, e quindi al momento non posso escludere che essa comporti un rinvio della data delle elezioni".
Un’eventualità sulla quale la decisione, ha precisato il ministro, "spetta a chi ha fissato la data delle elezioni, quindi a governo e Capo dello Stato". Il ministro ha spiegato ancora che, dopo il via libera del Consiglio di Stato, "la decisione finale di merito deve essere ancora espressa dal Tar Lazio. Poi è possibile che su questo si innesti un regolamento di giurisdizione da parte della Cassazione per valutare se i tribunali amministrativi sono o no competenti a intervenire nel procedimento elettorale". Insomma, ha ribadito Amato, "se la cosa rimane su questi binari, io non escludo che il risultato a cui porti sia intanto il rinvio delle elezioni".
Pizza: "Il rinvio? Si rafforza la democrazia" Un possibile rinvio delle elezioni politiche "non è un dramma, anzi sarebbe un elemento di rafforzamento della democrazia di questo paese". La Dc di Pizza sostiene di aver diritto a partecipare alle elezioni e di conseguenza considera questa sentenza "giusta, degna di un paese civile". Il leader della Dc si sarebbe detto "felice di partecipare alle elezioni con gli stessi diritti e le stesse prerogative degli altri partiti".
Sequestro del simbolo Udc "Ci siamo attivati per far sequestrare il simbolo Udc, che viene ancora usato illegittimamente nonostante la sentenza che autorizza solo la nostra formazione politica ad utilizzare lo scudo crociato", ha dichiarato il segretario nazionale della Democrazia cristiana. "L’esclusione dalla competizione politica nazionale non è dovuta ad una nostra responsabilità, ci siamo battuti fino in fondo contro un provvedimento iniquo e sbagliato, l’ordinanza del Consiglio di Stato ci ha dato ragione ed ora abbiamo diritto di svolgere la campagna elettorale come tutti gli altri partiti. Già ci è capitata la stessa vicenda per le elezioni amministrative dello scorso anno - continua Pizza - e tre Tribunali amministrativi regionali e il Consiglio di Stato ci avevano dato ragione, stavolta abbiamo ottenuto una conferma più difficile, perchè il ministero dell’Interno ha preso una decisione politica e non amministrativa". E conclude: "Ci siamo attivati per far sequestrare il simbolo Udc, che viene ancora usato illegittimamente nonostante la sentenza che autorizza solo la nostra formazione politica ad utilizzare lo scudo crociato". (Italia Estera) -