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15 apr 2008Berlusconi ha vinto le elezioni: L’Italia volta pagina ed avrà un Parlamento che si avvia ad essere dominato dal bipartitismo.

ROMA, 14 APR, (Italia Estera) – L’Italia volta pagina e si pronuncia per un Parlamento che si avvia ad essere dominato dal bipartitismo. Il governo di centro sinistra di Romano Prodi, appoggiato da una miriade di partiti e partitini sempre in lite fra loro, viene mandato a casa a testa bassa dal trionfo del Popolo della Libertà (Pdl), l’aggregazione di centro destra di Silvio Berlusconi, 71 anni e Alleanza Nazionale (An) di Gian Franco Fini, appoggiata dalla Lega Nord (Ln) di Umberto Bossi e dal Movimento per l’Autonomia (Mpa).
Le proiezioni elaborate dalla società Consortium per la Rai  darebbero, finora, alla coalizione   167 seggi al Senato e 340 alla Camera dei deputati contro i 137 e i 241 seggi, nel campo opposto, del Partito democratico (pd) di Walter Veltroni alleato di Italia dei valori dell’ex magistrato Antonio Di Pietro. Sono cifre che hanno travolto come un rullo compressore partiti storici con radici profonde: la sinistra radicale del leader Fausto Bertinotti, presidente della Camera, i  verdi di Alfonso Pecoraro Scanio e i socialisti di Boselli che si è dimesso. Compagini destinate ormai a non superare lo sbarramento per l’ingresso in Parlamento.
 Gli italiani  hanno dato fiducia a Berlusconi  per la terza volta e gli hanno manifestato, con una  vittoria così netta, il desiderio di governabilità dopo il fallimento  del centrosinistra. Il leader non ha nascosto la sua commozione. 'E' una grande  responsabilità, abbiamo avanti mesi difficili, richiederanno grande forza': è stato  il primo commento del  Cavaliere parlando per telefono con Bruno Vespa, conduttore della trasmissione televisiva  Porta a porta. "Sì abbiamo vinto, è quello che ho continuato a dire durante tutta la campagna elettorale. Noi siamo pronti a lavorare insieme con l'opposizione sulle riforme - ha aggiunto Berlusconi -  noi siamo sempre stati aperti, nei confronti dell'opposizione a lavorare insieme e ad accettare il loro voto laddove loro vedessero i nostri provvedimenti come provvedimenti nell'interesse di tutti gli italiani e quindi del Paese. Quindi non cambieremo assolutamente nulla di questo nostro atteggiamento, che è sempre stato un atteggiamento aperto e dialogante ed assolutamente poco dialettico".
 
Walter Veltroni ha  assicurato che manterrà l’impegno per una opposizione costruttiva. 
 "La nostra sarà un'opposizione sul programma di una grande forza riformista ma rinnoviamo sin da subito la piena disponibilità ad affrontare immediatamente le riforme istituzionali necessarie di cui il Paese ha bisogno",  ha detto Veltroni  sottolineando:   "noi siamo partiti da un distacco a settembre di 22 punti e progressivamente sono stati recuperati in quella che continuo a definire una grande rimonta politica ed elettorale che ci consente oggi di portare in Parlamento e di insediare nel paese la più grande forza riformista che l'Italia abbia mai avuto".
Veltroni non ha accettato la tesi dell’astensione sostenuta da alcuni commentatori  per il calo dei votanti.  "Il Paese ha ribadito con forza il proprio rapporto con la democrazia e le istituzioni. "Non condivido - ha aggiunto Veltroni - i toni usati da alcuni sull'affluenza alle urne. Anche se c'é stato un calo del 3% si sono comunque recati alle urne l'80% dei cittadini".
Il voto, dunque, ha irrobustito il sistema bipolare ed ha spianato la strada ad una semplificazione delle forze rappresentate in Parlamento, un grande passo avanti rispetto alla frammentazione partitica delle scorse legislature. Alla Camera, secondo le ultime proiezioni di Consortium per la Rai, il Pdl e il Pd,  hanno ricevuto insieme  il 71,8% dei consensi, in pratica  7 italiani su 10 si riconoscono in due partiti  ed hanno risposto all’appello per il voto utile invocato sia da Berlusconi che da Veltroni.
 
Non ancora siamo al bipartismo perché in entrambi gli schieramenti ci sono due alleati forti, nel Pdl: la Lega Nord, proiettata verso il 6% dei consensi e l'Italia dei Valori ben al di sopra del 5%. Ma appare chiaro che la vita sarà difficile per l'Udc, che aveva abbandonato il Pdl alla vigilia del voto e può contare a fatica sul 5% e una pattuglia ridottissima di parlamentari e per la Destra di Storace  che è sotto il 3% e non ha senatori.
(A.M./Italia Estera)



 
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