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24 feb 2009ENERGIA: Torna il nucleare in Italia dopo 22 anni

Accordo di cooperazione fra Berlusconi e Sarkozy al termine del vertice italofrancese, si farà anche la linea di alta velocità Torino-Lione
di Alfonso Maffettone
ROMA, 24 FEB, (Italia Estera) – Il nucleare torna in Italia. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi  ha deciso di dare il via libera  allo sfruttamento dell’atomo sdoganando la denuclearizzazione sancita dal referendum del 1987 che bloccò la costruzione di due centrali  prossime al completamento - Coarso e Montalto di Castro-  sulla paura dell’incidente di Chernobyl. La Francia  affiancherà l’Italia nella realizzazione di quattro impianti di terza generazione, il primo dei quali dovrà entrare in funzione il 2020 e gli altri a seguire in modo da far fronte al 25% del fabbisogno energetico nazionale.
Silvio Berlusconi ha raggiunto oggi un accordo di cooperazione con la Francia, che è molto avanti nell’ Epr, la tecnologia del reattore di nuova generazione, più sicuro e non inquinante.
 Il presidente ha firmato a Villa Madama un memorandum con il presidente francese Nicolas Sarkozy, venuto in  visita ufficiale in Italia ed ha annunciato in una conferenza stampa congiunta l’inizio di una nuova era che vedrà i due Paesi impegnati anche  ad andare
 avanti nella costruzione della linea ad alta velocità Torino- Lione.
 
“Dobbiamo svegliarci dal nostro sonno, adeguarci, perché il futuro è nell'energia rinnovabile e nel nucleare”, ha detto Berlusconi indicando nel paese transalpino il partner  “al nostro fianco che ci ha messo a disposizione il suo know-how, ciò che ci consentirà di risparmiare diversi anni e iniziare la costruzione delle centrali in un tempo assolutamente contenuto”.
Il premier ha attaccato la sinistra ritenendola responsabile del medio evo energetico che ha reso l’Italia dipendente in massima parte dall’estero per la fornitura di elettricità.
“Eravamo protagonisti del nucleare negli anni '70, poi per il fanatismo ideologico di una parte politica abbiamo interrotto la costruzione di due centrali che erano vicine ad essere completate. Ora la Francia con grande generosità apre a noi e ricordiamo che loro hanno la possibilità di produrre l'80% del loro fabbisogno con il nucleare, un'energia pulita in un sistema di sicurezza che consente ai francesi di pagare l'energia che consumano la metà di quanto pagano gli italiani”.
Le parole di Berlusconi sono state accolte con soddisfazione dal presidente francese: “Vogliamo sviluppare l'energia pulita insieme agli italiani” ha detto Sarkozy  aggiungendo il suo apprezzamento anche per gli  sforzi  fatti da Silvio Berlusconi per convincere i Comuni italiani ad andare avanti sull'alta velocità  e sul trasporto modale tra Italia e Francia".
 La collaborazione fra i due paesi, secondo il memorandum di intesa,  sarà messa in  essere dai gruppi industriali nazionali dell’Enel e dell’ Edf  ed abbraccerà ricerca, produzione e stoccaggio. Una cooperazione ampia  che, secondo il premier,  “ è' il primo passo di  una politica nucleare comune tra Italia e Francia in una prospettiva paritetica e di lungo periodo",  che si concretizzerà  nella realizzazione anche di altre centrali  in Francia e in altri Paesi.
Ma i problemi di Berlusconi ,come sempre, saranno in politica interna. Per la  nuclearizzazione dell’Italia il premier dovrà affrontare il partito trasversale che invocherà i risultati del referendum dell’ 87 e dovrà sfidare l’opposizione degli ambientalisti , dei verdi e della sinistra estrema per la scelta dei siti.  Bisogna anche dire che la schiera dei favorevoli all’atomo si è ingrossata negli ultimi tempi vista la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero e i progressi compiuti dalla tecnologia. Ma  il fronte del “no”  resta forte  principalmente sulle argomentazioni degli eccessivi costi delle centrali nucleari  e della  mancanza di  una soluzione allo smaltimento delle scorie radioattive.
Alfonso Maffettone / Italia Estera



 
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