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23 apr 2009ITALIANI ALL'ESTERO: Micheloni sulla mancata approvazione al Senato della sua mozione / Il commento di Italia Estera

ROMA, 23 APR (Italia Estera) - La mozione di Claudio Micheloni al Senato non è passata. Ha riscosso 88 sì e 88 no. La parità  al Senato vuol dire no.
 
Il Senatore Claudio Micheloni, eletto nella circoscrizione Europa, è uomo di indiscusse capacità che si batte da qualche lustro per portare avanti le sue idee in favore degli Italiani all’Estero.  
Micheloni ha atteso pazientemente 5 mesi perché arrivasse la sua grande giornata nella quale al Senato, si discuteva la mozione presentata da 105 senatori del PD, di cui lui era primo firmatario. La mozione chiedeva anche un’assunzione di responsabilità da parte del governo e il ripristino dei 41 milioni di euro, tagliati dalla legge finanziaria, per l’assistenza agli italiani indigenti residenti in America Latina e per la diffusione della lingua e cultura italiana all’estero.
Le sue aspettative, condivise anche da altri, facevano ben sperare per l'apertura di una nuova fase da parte della maggioranza verso gli italiani all'estero. Alcuni pensavano addirittura che, con l’approvazione  della mozione Micheloni, potesse risorgere quello spirito bipartisan che c’era alcuni anni fa e che noi definiamo il  “primo periodo Tremaglia”  antecedente all’approvazione della legge sul voto all’estero, che contribuì anche alla modifica del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) ed alla riforma dei Comites.
Forse si sono tutti sbagliati e le previsioni erano tutte azzardate dal momento che nel Pdl (e non solo) si vuole respirare aria nuova.
Sono in molti ad affermare  - e noi con loro – dell’inutilità del CGIE.
 
A che servono questi diciotto parlamentari che siedono negli scranni del Senato e della Camera? Non debbono né scaldare le sedie ne interessarsi di questioni interne dell’Italia, ma esclusivamente delle questioni degli italiani all’estero. Purtroppo, per molti di loro, lo spirito del partito nel quale sono stati eletti viene prima dei problemi di coloro che li hanno votati e così le forze si disperdono. E’ prevalso per molti di loro l’individualismo ed oggi  sono a caccia della propria associazione, convinti che        queste associazioni risolveranno tutti i problemi. Nessuno volle ascoltare Mirko Tremaglia quando predicava la costituzione di un solo gruppo per gli “Italiani nel Mondo”. Forse era un’utopia politica ma avrebbe avuto un’altra forza.
 
Prima ci chiedevamo: A che servono questi diciotto parlamentari? Servono ad ascoltare i Comites portatori veri dei problemi  della nostra Gente all’estero. Questa è anche la tesi - a nostro giudizio valida - dei presidenti dei Comites degli Stati Uniti che sostengono l’abolizione del CGIE da molto tempo e che nel mese scorso l’hanno ribadita nella circostanza dell’elezione del nuovo coordinatore.
E per oggi ci fermiamo qui.
gmp
 
Il commento di Micheloni sulla mancata approvazione della mozione 
 
ROMA, 23 APR    «Un’occasione persa per l’Italia e gli italiani all’estero», con queste parole il Senatore Micheloni  ha commentato la mancata approvazione della mozione, di cui è primo firmatario, discussa ieri in Senato. Il Senato aveva la possibilità di dare un segnale forte agli italiani nel mondo e di tradurre in fatti concreti quello che sin qui è stata una nobile dichiarazione: “gli italiani all’estero sono una risorsa”. Così non è stato. Seguendo le generiche argomentazioni addotte dal governo, il Senato ha preferito approvare la mozione della maggioranza, in cui si manifestano solo buone intenzioni e si sprecano belle parole, anche se, accogliendo un’esplicita  modifica chiesta dal Sen. Micheloni, in essa si specifica che le risorse che il Governo si impegna a ricercare saranno “preferibilmente” destinate ai capitoli di spesa riguardanti le politiche per gli italiani all’estero.
 
In mancanza di risposte concrete all’orizzonte si profilano la chiusura di una buona parte dei corsi di lingua e cultura, il ridimensionamento della rete consolare e la fine dell’assistenza agli italiani indigenti che non godono neppure dell’assistenza sanitaria.
 
Nella sua mozione, depositata lo scorso novembre, il senatore Micheloni - rilevati per l’ennesima volta i problemi sorti dai tagli indiscriminati a tutti i capitoli di spesa del Ministero degli Affari Esteri, di pertinenza della Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, attuati nell’ultima legge finanziaria - poneva una semplice domanda: “L’Italia vuole mantenere, sviluppare, rafforzare i suoi rapporti con gli italiani che vivono nel mondo? Sì o No?” La risposta, malgrado i vari tentativi di edulcorarla, purtroppo, è stata negativa.
 
Il voto in aula ha dimostrato ancora una volta che, anche su un tema per il quale si dovrebbe trovare un consenso trasversale, la maggioranza non è stata in grado di dialogare. La maggioranza ha confermato di non avere un progetto politico per gli italiani all’estero, e di questo se ne dovrà assumere la responsabilità, politica e morale, nei confronti dei connazionali che vivono fuori dai confini nazionali. Un’ulteriore dimostrazione della scarsa considerazione che hanno degli italiani residenti all’estero, ma questo è purtroppo un malcostume generalmente consolidato, è stata la congenita scorrettezza di alcuni senatori del Pdl, in gergo definiti ‘pianisti’, che, in aula, hanno votato anche per i loro colleghi assenti. Questa è la moralità di alcuni senatori che devono legiferare per il popolo italiano.
Un sentito grazie è indirizzato invece ai senatori che hanno sostenuto la mozione.
Anche l’Italia dei Valori che ha votato contro la mozione si dovrà accollare la responsabilità per questa sconfitta. Presentando una propria mozione che prevedeva l’abolizione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, hanno, di fatto, favorito la maggioranza di Governo. Una nota di disappunto non può mancare anche nei confronti di quei senatori del Partito Democratico che, con la loro assenza, hanno favorito anch’essi l’esito negativo del voto in aula, che ha visto il numero dei contrari pareggiare (88 a 88) quello dei favorevoli. Un pareggio che vale la bocciatura.
Oggi  - conclude Micheloni - i perdenti non sono gli italiani all'estero, il vero perdente è l'Italia.
I LAVORI NELL'AULA DEL SENATO 
 
L’Assemblea del Senato ha esaminato tre mozioni sugli italiani nel mondo: una presentata dal PD e Maie (primo firmatario il Sen. Micheloni), una dall’Idv (primo firmatario il Sen. Pedica) e una dal Pdl (primo firmatario il Sen. Bettamio). Il Sottosegretario Mantica si è espresso a favore della sola mozione del Pdl, che poi il Senato ha approvato.
Ha rivendicato l'alto senso del rapporto morale e politico con gli italiani nel mondo che muove l'azione del Governo, auspicando uno sforzo comune per recuperare integralmente la storia delle variegate comunità italiane all'estero così da poter affrontare le problematiche in campo in termini di complessità. Se è vero infatti che sono stati operati tagli alle risorse per la diffusione della lingua italiana nel mondo e che vi sono ritardi nella definizione delle pratiche relative ai passaporti, è altrettanto evidente la necessità di razionalizzare le spese così come è ineludibile una verifica delle motivazioni alla base dell'enorme numero di richieste di passaporto e dell'uso che si fa di tali documenti. Certamente il Governo intende operare per valorizzare ulteriormente il patrimonio costituito dai cittadini italiani all'estero, ma la presenza di loro rappresentanti in Parlamento deve consentire una loro piena partecipazione, fatta di diritti e di responsabilità, alla vita della comunità nazionale; per facilitare il conseguimento di tale obiettivo il punto di partenza dovrà essere la riforma dei sistemi di rappresentanza, a partire dai Comites e dal CGIE. Si è poi passati alle dichiarazioni di voto dei diversi schieramenti. In sintesi, il Pdl ha annunciato il voto a favore solo per quella del senatore Bettamio, il Pd, invece, ha decisamente contrastato la mozione-Pedica, che prevede tra l’altro l’abolizione del Cgie, e "aperto" a quella del Pdl. È stato lo stesso Micheloni a chiedere a Bettamio di precisare, nella mozione, che le risorse eventualmente recuperate siano destinate alla Dgiepm. Formula accettata dal senatore del Pdl "premiato" così dall’astensione del Pd al voto sulla mozione a favore della quale si è espressa anche la Lega Nord con Luciano Cagnin che, nel suo intervento, non ha mancato di ribadire "la necessità di un controllo delle strutture di insegnamento della cultura e della lingua italiane nel mondo, al fine di verificarne la corrispondenza a criteri di efficienza, qualità ed elevato standard d'insegnamento, assicurando però nel contempo i fondi necessari per il regolare funzionamento. Ribadiamo altresì la necessità di continuare a garantire, considerato il periodo di difficoltà economica, il necessario sostegno a tutti i nostri connazionali residenti all'estero che versano in condizioni di difficoltà. Colgo l'occasione – ha concluso – per ringraziare il sottosegretario Mantica perché ha preso a cuore questo problema delicato ed importantissimo". È intervenuto in questa fase anche Sergio De Gregorio, presidente della Fondazione Italiani nel Mondo secondo cui agli eletti all’estero "è affidato il compito di costruire un grande Piano Marshall per il rapporto con l'Italia nel mondo, che non debba interessare solo quei cittadini iscritti all'Aire ma l'intera comunità di soggetti di origine italiana, che si ritrovano in una identità, in una bandiera, dinanzi alla quale perfino ancora piangono più di quanto a volte fanno i nostri connazionali residenti in Italia". "Lo ha detto il presidente del Consiglio Berlusconi: rispetto a questa crisi economica nessuno resterà solo. E questo appello e questo impegno forte vale anche per gli italiani residenti all'estero: nessuno resterà solo, l'Italia – ha assicurato il senatore – continuerà a garantire, seppur nel mutato quadro economico e finanziario, risorse per l'assistenza economica ed anche sanitaria ai nostri connazionali residenti all'estero che versano in condizioni di indigenza". Quindi, De Gregorio ha confermato il voto favorevole alla mozione Bettamio e quello contrario alla "mozione critica, ma semplicistica, dei colleghi dell'opposizione". Resta da dire che al Sen. Micheloni va il merito di aver per primo presentato una mozione ed aver quindi innescato il dibattito. (Italia Estera).





 
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