di Luciano Lombardini
ROMA, 6 MAR. Israele é stata ancora una volta esclusa dai Giochi del Mediterraneo che quest'anno di svolgeranno in Italia per la terza volta a Pescara, dopo le edizioni di Napoli del 1963 e di Bari del 1997. Dal prossimo 26 giugno al 5 luglio vi parteciperanno 23 Paesi, quelli che si affacciano sul mare, dalla Francia alla Libia, dalla Siria alla Spagna, una specie di piccola Olimpiade. Ma bisogna dire che Israele, pur affacciandosi sul Mediterraneo – e quindi nel pieno diritto di parteciparvi – non ha mai potuto prendervi parte.
Esistono delle regole internazionali che vanno rispettate. Una di queste regole è che per l'ammissione ai Giochi del Mediterraneo ci vuole una maggioranza qualificata delle 23 nazioni aventi diritto. Non é l'Italia che l'ha esclusa. Israele viene sistematicamente esclusa per il boicottaggio permanente in seno al Comitato internazionale per i Giochi del Mediterraneo. Ci sono delegazioni molto influenti come quelle di Algeria, Egitto, Libano e Siria. il boicotttaggio viene da loro che sono delegazioni affiliate e riconosciute dal Cio. Fin dal 1951 (I edizione dei Giochi) boicottano Israele. Per loro l'importante non è vincere, è non far partecipare Israele. Esclusi gli israeliani, con loro anche i palestinesi, perché pur di non dare accesso ai primi, i Paesi arabi hanno escluso anche i secondi.
Raffaele Pagnozzi, vicepresidente del comitato internazionale dei Giochi del Mediterraneo spiega: “La situazione di Israele è complessa - e non a torto, visto che per celebrare i Giochi a luglio scorso è arrivata a Pescara anche la cantante israeliana Noa - anche gli israeliani sanno che non bisogna porre la questione in termini ultimativi, altrimenti non si otterrebbe nulla: lavoriamo per arrivare a un compromesso e quando la situazione sarà matura si potrà intervenire, altrimenti si rischia soltanto di interrompere il dialogo sportivo tra le due rive del Mediterraneo”. Sulla stessa frequenza di Pagnozzi i membri europei del Comitato, in testa Francia, Italia e Spagna. Tre componenti che da almeno un decennio a questa parte, sono realmente intenzionate a fare risultato per riaprire una partita storica. E qui bisogna ricordare quanto si battè per l'ammissione di Israele sin dalla prima edizione dei Giochi senza ottenere un risultato concreto, lo scomparso Primo Nebiolo, autorevole membro permanente del CIO, pur godendo il favore dei capi delegazione dei paesi arabi in seno al CIO.
Per le associazioni pro-Israele é “una discriminazione inaccettabile”. Per l’ ambasciatore a Roma Gideon Meir, é una “situazione assurda”. Per il capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati italiani Fabrizio Cicchitto : “Non si può accettare di mischiare lo sport con la politica e questo veto in particolare è sbagliato per quel che sottintende”.
L’ associazione Appuntamento a Gerusalemme che non conosce le regole del CIO e quindi non sa che il Paese ospitante dei Giochi non c'entra nulla con l'ammissione delle nazioni partecipanti, addirittura lo considera “un atto vergognoso e inaccettabile di discriminazione che oltretutto dura da anni nell’ acquiescenza generale”. Anna Borioni si aspetta che “il comitato organizzatore, che fa capo direttamente a un Governo che si dice amico d’ Israele, al Parlamento italiano e alle istituzioni locali abruzzesi, invece di continuare a dare fiato alle trombe della retorica sullo sport come momento di fratellanza tra i popoli, svolga concretamente il suo ruolo e inviti senza indugio gli atleti israeliani a prendere parte ai Giochi”.
Da registrare anche l’accorata protesta di Sergio Della Pergola, demografo dell’Università Ebraica di Gerusalemme e componente del Comites d'Israele. Il professore è il figlio di Massimo Della Pergola, l’ideatore della Sisal e del Totocalcio:
"Questa settimana cade il terzo anniversario della scomparsa di mio Padre, il giornalista ebreo Massimo Della Pergola (nella foto) , l’ideatore della Sisal e del Totocalcio, che amava Israele, tanto è vero che tutti i suoi nipoti e bisnipoti vivono là." . "Grazie al concorso pronostici sul calcio, lo Stato italiano e il CONI hanno potuto incassare cifre favolose che hanno permesso allo sport italiano di risollevarsi dopo la seconda guerra mondiale, di conseguire mete ambite come l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali a Cortina nel 1956, le Olimpiadi di Roma nel 1960, i campionati mondiali di calcio nel 1990, e di vincere molte prestigiose medaglie.- prosegue Della Pergola - Ora l’Italia organizza i XVI Giochi del Mediterraneo a Pescara, e causa il boicottaggio arabo, Israele ne sarà ingiustamente esclusa cosí come lo è stata nelle precedenti quindici edizioni, inclusa Napoli nel 1963 e Bari nel 1997."
"A Mario Pescante, deputato del PdL, già Presidente del CONI, e ora Commissario delegato dal Governo, a Gianni Petrucci, Presidente del CONI, a Raffaele Pagnozzi, segretario generale, vogliamo inviare un messaggio chiaro e semplice: vergognatevi. Né voi né i vostri colleghi sareste al posto in cui vi trovate oggi se non ci fosse stato Della Pergola che con la sua idea ha fatto rinascere lo sport italiano. Il boicottaggio sportivo di Israele da parte dei paesi arabi è un’azione ignobile. Il fatto che questo venga tollerato sul territorio italiano è indecente. - conclude Della Pergola - I dirigenti sportivi, e Pescante in prima persona, ma anche i dirigenti politici che si rendono complici di questo scandalo sono o degli incapaci perché non hanno saputo evitarlo, o dei pavidi perché non hanno voluto. E al di là di ogni considerazione politica, sono degli ingrati nei confronti di Massimo Della Pergola, l’ideatore della Sisal che amava Israele."
Luciano Lombardini / Italia Estera
Un po’ di storia
Quelle insegne gialle e verdi delle ricevitorie che segnalavano, in ogni contrada, anche il tradizionale “Bar dello Sport”, appartengono alla memoria collettiva del Paese, soprattutto un Paese che stava rialzandosi dopo la catastrofica guerra e voleva ricostruire, dimenticare e divertirsi, prendendo confidenza con il piccolo azzardo rappresentato dalla sfida settimanale con abilità e fortuna. Più la seconda della prima, in verità.
Il 5 maggio 1946, nell’Italia del dopoguerra venne giocata la prima schedina Totocalcio (nella foto). Bisognava pronosticare il risultato finale di 12 partite tra cui i big match Inter-Juventus e Torino Milan. Nata dalla brillante intuizione di un giornalista sportivo, Massimo Della Pergola, ebreo triestino, mentre era ospitato in un campo di lavoro in Svizzera per via delle leggi razziali emanate dal fascismo in Italia . All’alba si chiamava Sisal, poi diventò semplicemente “la schedina” la cui compilazione rappresentava la tappa obbligata del sabato pomeriggio.
Le vecchie schedine erano ben lontane dalla profanazione del computer e delle giocate automatizzate. Ogni settimana un colore diverso ai bordi: arancio, verde, rosso e azzurro se la memoria non mi inganna. Perché questa ricognizione è condotta sul filo della memoria.
Quel tagliando, con le partite di serie A, B e C, passate a 13 quando il pronostico divenne Totocalcio, costituiva il passaporto per sognare, ogni settimana. Sogni innocenti, intendiamoci. Si compilava con accuratezza il tagliando "figlia", quello che - lo raccomandava una scritta verticale - andava conservato in caso di schedina vincente, perché il pagamento sarebbe avvenuto solo presentando quel tagliando. Otto colonne che si ripetevano nella tabella “spoglio” e, infine, in quella “matrice”. Con gli 1 X 2 che si susseguivano. Poi subito in ricevitoria dove il titolare disponeva di una rotella-tampone su cui faceva scivolare delle striscioline adesive di carta, mi pare verde che mutavano colore a seconda del numero delle colonne giocate (il rosso per il massimo di otto colonne) che poi andava ad incollare sulla schedina, la tagliava appoggiando il prezioso foglietto ad un righello di ferro di colore verde e restituiva il tagliando “figlia” che poi avrebbe fatto compagnia la domenica pomeriggio, quando il campionato di serie A si giocava alla luce del sole (in tutti i sensi) e quei segni si alternavano a seconda del racconto che Ameri, Ciotti, Provenzali, Ferretti, Luzzi e Bortoluzzi dallo studio centrale del “calcio minuto per minuto”, facevano.
Massimo Della Pergola è morto tre anni fa, la schedina compirà 63 anni all’inizio di maggio, ma mai come in questa circostanza dimostra il doppio degli anni che ha e il suo declino è ormai irreversibile. Come la nostra bella gioventù che non tornerà più.