ROMA, 19 LUG. (Italia Estera) - La previdenza integrativa supera in affanno il giro di boa del primo semestre. Da gennaio a giugno i fondi pensione chiusi, aziendali o di categoria, hanno perso in media lo - 0,2%, mentre il Tfr ha fruttato l'+1,5%. Si potrebbe commentare: "E' il mercato, bellezza!"
"Un segnale negativo che giunge in concomitanza con l'intenzione manifestata dal governo di anticipare al 2007 la riforma che prevede il trasferimento del Tfr alla previdenza integrativa. La perdita del primo semestre mette una
pesante ipoteca anche sulla seconda metà dell'anno. Con un'inflazione stabile al 2,3% il Tfr si rivaluterebbe del - 2,9% netto. Per tenere il passo della liquidazione, i fondi chiusi dovrebbero registrare d'ora in poi una performance superiore al 3%."
Questo in sintesi il commento su "Il Corriere economia" di lunedì 10 luglio 2006 a proposito dei rendimenti dei fondi pensione aperti e chiusi a cui il supplemento dedica tre articoli.
I dati pubblicati smentiscono, a poche settimane di distanza dalla loro
pubblicazione, i dati forniti dalla Covip su il Sole 24 ore del 21 giugno 2006 . Una ulteriore conferma a quanto da sempre sosteniamo e che fonda la nostra contrarietà al trasferimento del TFR nei fondi pensione.
L'incertezza dei rendimenti dimostra che la scelta di affidare alla borsa il proprio futuro pensionistico, come sostenuto dai sindacati confederali e autonomi, non è nell'interesse delle lavoratrici e dei lavoratori ma semmai delle assicurazioni e dei gestori dei fondi stessi. Il fatto che i sindacati che sostengono la bontà di questa scelta abbiano "le mani in pasta" spiega molto.
Il "conflitto" di interessi tra il mondo del lavoro e chi "per grazia ricevuta" continua ad esercitare il monopolio "coatto" della sua
rappresentanza è giunto ad un punto di non ritorno.
Sergio Ruggieri */Italia Estera
*Responsabile SINCOBAS