24 ott 2006 | Il c…., i bolscevichi e il sottosegretario - il commento di Gino Bucchino alle esternazioni del sottosegretario Bobo Craxi |
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ROMA, 23 OTT.(Italia Estera) - DALL'ON. GINO BUCCHINO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Come probabilmente i più sanno bene, iI bolscevismo è il moto rivoluzionario sorto in Russia nel 1903. Il movimento prese questo nome perché conquistò la maggioranza al II congresso del Partito Operaio Socialdemocratico, e “bolscevichi”, in russo, significa appunto "maggioritari". I bolscevichi, abbracciando le tesi di Lenin, ritenevano che la classe operaia dovesse guidare la rivoluzione in alleanza con i contadini. Quando, pochi giorni orsono sono stato a trovare Bobo Craxi nel suo ufficio al Ministero degli Affari Esteri per raccontargli e spiegargli il Canada (visita da lui stesso richiesta in vista del suo viaggio nel Paese), non so se è stata colpa del mio pizzetto alla Lenin o del distintivo rosso all’occhiello (quello dell’INCA-CGIL, che lui forse non aveva mai visto), ma devo averlo certamente fulminato. “Dio mio!!” - avrà detto – “ecco qui un bolscevico”. Ho cominciato a parlargli del Canada, dei meravigliosi connazionali che hanno contribuito a fare grande quel Paese, ho cercato anche di dargli delle dritte, invitandolo a non limitarsi a visitare solo i grandi centri come possono essere Toronto, Ottawa, Montréal e qualche zona satellite, perché le grandi opportunità sono anche e, forse, soprattutto, nelle praterie e all’ovest. Gli ho parlato con la giusta determinazione della necessità di tenere duro sulla questione del voto degli italiani all’estero, questione alla quale sembra che il Canada, unico Paese al mondo, voglia rimettere mano in modo negativo. Gli ho parlato, ma forse parlavo da un pezzo solo a me stesso, del grave e forse colpevole ritardo dell’Italia nella ratifica degli accordi pensionistici e della cosiddetta doppia imposizione fiscale (a causa della quale un nostro connazionale contrattista viene tartassato da anni dall’Ufficio delle Imposte). Mai pomeriggio è stato da me speso più inutilmente. Una volta giunto in Canada, invece, è stato capace di scoppiare in una fragorosa risata quando ha ascoltato la domanda, fra l’altro non rivolta a lui, sul ruolo dei Parlamentari eletti all’estero. Luciano Gonella, giornalista dell’“Ora di Ottawa”, del quale non esiste motivo al mondo – data la sua provata, onesta, lunga carriera – di dubitare, riporta anche che, oltre alla risata, il sottosegretario Craxi si è lasciato andare ad un “tanto non servono a un cazzo!” (Vedi Italia Estera del 21 ottobre) e, a proposito del Parlamentare eletto proprio in Canada (lo scrivente Gino Bucchino) (nella foto): “Ah, quel bolscevico!!!”. Beh, visto che i bolscevichi si riconoscono
Gino Bucchino/Italia Estera
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